CorSera su Allegri: "Max sospeso tra l’estetica e i risultati. Le voci su Motta"
La sconfitta di San Siro nel big match contro l'Inter ha riaperto il dibattito su Massimiliano Allegri, concentrandosi sul suo modo di affrontare le partite e di comunicare le ambizioni della squadra. Ne ha parlato così il Corriere della Sera: "Il tran tran del percorso - vedo che succede poi, semmai, graffio - più che il traguardo di San Siro (1-0) riapre i cineforum su Max Allegri e la sua Juve, dai social alle tv. Eppure, lui è sempre lo stesso, sennò nel 2019 Madama mica l’avrebbe cambiato, cercando la contaminazione tra il pragmatismo dei risultati e l’estetica del gioco. «Mettere Chiesa insieme a Yildiz mi sembrava un rischio», osservava il tecnico l’altra sera. Come dire: a volte, cercare di vincere significa rischiare di perdere".
Prosegue: "In fondo, l’Inter ha fatto festa di «corto muso», su autogol. Ma c’è pure il manifesto programmatico del quarto posto: se comprensibile per i libri contabili, inizia ad alimentare brusii dal loggione dello spogliatoio. Pensiero strisciante: la Juve partecipa sempre per vincere, le partite e i campionati. Di più, se hai chi ha giocato la finale del Mondiale, nazionali e un centravanti da 80 milioni di euro. Anche se ci sono concorrenti che, con il tempo, sono diventati più forti e favoriti (Inter)".
Chiusura, con un'ombra sul futuro del mister toscano: "Dopodiché, certo c’è stata abbuffata di imprevisti: dalle scommesse di Fagioli al doping di Pogba, passando per gli acciacchi di Chiesa, da hombre del partido a ombra di troppe partite. Un estimatore di Allegri, a casa Juve (ce ne sono), riassume: «Stop di Higuain, gol e vittoria per 0-1, a Napoli, dicembre 2017; stop di Vlahovic, palla fuori e 1-0 Inter, semplice». Forse troppo. Nell’attesa, c’è chi ha dato un colpo di telefono all’entourage di Thiago Motta, nonostante Allegri abbia ancora un anno di contratto".