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La Uefa rinvia l'inevitabile, ma il tempo è già finito. E il 17 marzo non si giocherà

di Ivan Cardia

Per tempi eccezionali servono decisioni eccezionali. Quelle che la UEFA, ancora una volta, non è riuscita a prendere. "Il tempo è finito", ci ha detto ieri il nostro premier Conte. Un messaggio che a Nyon non hanno ascoltato perché, dal presidente Ceferin in giù, evidentemente pensano che di tempo ve ne sia ancora. Così, a chi chiedeva al massimo organismo calcistico europeo di fermarsi, nello specifico dire stop a Champions ed Europa League, è arrivata una risposta attendista e quasi pilatesca: ci risentiamo martedì prossimo, il 17 marzo. Ne discuteremo lì, nel frattempo si gioca. Per modo di dire.

Il 17 marzo non si giocherà. Questo è certo: quel giorno sono infatti in programma Juventus-Lione e Manchester City-Real Madrid. Sia i bianconeri che i blancos sono però in quarantena: i giocatori di Juve e Real non si potranno allenare da qui al 25 marzo, figuriamoci giocare nel frattempo. Il giorno dopo, poi, vi sarebbe Barcellona-Napoli, una partita fantasma: i calciatori azzurri sono nel limbo, si allenano in una clima surreale, ma è da escludere che al Camp Nou si possa giocare. La tratta aerea Italia-Spagna è chiusa: Inter-Getafe e Siviglia-Roma sono state rinviate per questo motivo. A proposito di Europa League: delle otto partite di oggi, le due con le italiane sono state rinviate. Altre quattro si giocheranno a porte chiuse: ne restano due che si giocheranno "normalmente". Per la cronaca: dato che i nerazzurri, come la Juve, dovranno osservare un periodo di isolamento, sfuma anche l'ipotesi di giocare uno spareggio in campo neutro col Getafe, almeno nell'immediato.

Serie A e Liga sono ferme. Come scrivevamo ieri, in Italia non possiamo dare lezioni. Ma, presto o tardi che fosse, siamo arrivati a capire l'inevitabile. In Spagna ci hanno messo anche di meno, e sono giunti alla stessa conclusione. Premier League, Bundes e Ligue 1 vanno avanti a porte chiuse, ma i giocatori sono sul piede di guerra e FIFPro, il sindacato dei calciatori, ha chiesto a gran voce lo stop al calcio. Un quadro abbastanza chiaro, nel dilagare della pandemia da Coronavirus COVID-19. A tutti, meno che alla UEFA, incurante dei numeri che aumentano e dei campionati che si fermano. Perché? Per difendere Euro2020: un progetto bellissimo, itinerante, che ci ha convinto tutti sin dal primo minuto. Ma al quale possiamo rinunciare, almeno per un po'. Almeno finché il pallone non potrà tornare a rotolare ovunque, e noi a inseguirlo più tranquilli. Perché ne usciremo, ma non ignorando la realtà. Anche di EURO2020, la UEFA parlerà il 17 marzo. Quando non le resterà che accettare l'inevitabile.


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