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Dall’Anfield out of context alla scelta inevitabile. Anche l’Inghilterra ha finalmente capito

di Simone Bernabei

Inutile girarci intorno. Le immagini di Liverpool-Atletico Madrid di mercoledì sera, con Anfield aperto in ogni ordine di posto e i tifosi ammassati per tifare la squadra di Klopp, sembravano arrivare da un’altra dimensione. Un altro pianeta. Sì perché proprio in quei momenti l’Italia stava varando il lockdown, mentre il resto d’Europa prendeva finalmente coscienza della gravità e della contagiosità di ciò che stava accadendo. D’accordo, l’Inghilterra formalmente non è più Europa. Ma quello stadio pieno, quella gente festante ed incurante dei rischi sanitari dietro l’angolo, sembrava fuori dal tempo e dallo spazio.

Prima no, poi forse. Finalmente sì - Fin dalle prime avvisaglie di questo inatteso (ma quantomai opportuno) blocco delle sport, l’Inghilterra guardava tutti con sospetto. I casi certificati fra i sudditi di sua Maestà non erano ancora in numero rilevante, quindi perché preoccuparsi? Nei fine settimana di campionato a porte chiuse la Premier ha così deciso di far finta di niente, la UEFA si è adeguata a queste idee nelle gare europee e addirittura alcuni club spingevano per proseguire senza ripensamenti. Stesso pensiero, evidentemente, della FA che ieri sera alle 22.30 ora italiana ha emesso un comunicato: il campionato va avanti normalmente.
Chissà cosa avranno pensato i firmatari del suddetto comunicato pochi minuti dopo, poco prima della mezzanotte, quando l’Arsenal ha annunciato la positività al Covid-19 del suo allenatore, Mikel Arteta. Inevitabile indire una nuova riunione straordinaria per la mattina seguente, ovvero oggi. “E’ stato deciso all’unanimità di sospendere il campionato”, ha scritto nell’ultimo bollettino la federazione inglese. Unanimità forse no, visto che gli insider britannici raccontano di incomprensibili posizioni divergenti in merito. Ma tant’è. Finalmente la scelta è fatta: tutto fermo fino al prossimo 3 aprile. Per la cronaca, nel momento in cui scriviamo sono Arsenal, Bournemouth, Chelsea, Everton, Leicester, Manchester City e Watford i club che hanno almeno un caso di positività al proprio interno.

Le prospettive future - Come detto, anche nell’ultimo consiglio straordinario sono volati gli stracci. Tanti, troppi gli interessi economici dietro ogni possibile scelta. Per intenderci: in Germania, dove da lunedì sarà sospeso il campionato fino al 4 aprile, è stato stimato un rosso di circa 860 milioni di euro nel periodo in questione. Facile capire come in Premier si sforerà senza problemi il miliardo. Soprattutto per questi motivi, la sospensione definitiva campionato (ed il suo eventuale annullamento) non è neanche stata presa in considerazione. Anzi la FA ci ha tenuto a sottolineare come l’idea sia quella di riprendere il prima possibile, ove e quando siano rispettati i parametri di sicurezza. Quelli che fino a ieri sera alle 22.30 non sembravano avere importanza. E così l’ipotesi di riprendere ad aprile, facendo slittare la stagione (magari con Euro2020 trasformato in Euro2021) per finirla a luglio inoltrato, è quella che va per la maggiore. Il tutto, mentre il prime minister Boris Johnson avverte con ben poco tatto la popolazione di prepararsi a perdere alcuni dei propri cari prima del tempo…


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