.

Sessanta milioni per Paquetà, cento per Antony. Non si può competere con la Premier League

di Michele Pavese

Il folle mercato del Nottingham Forest e le risorse praticamente illimitate del Newcastle danno il senso dell'abisso che divide i club di Premier League da tutto il resto - o quasi - d'Europa. Ci sono delle eccezioni, ovviamente, ma in Inghilterra si continua a spendere all'impazzata, pagando spesso i giocatori più del loro reale valore e "falsando" così tutto il sistema. Dopo due anni "buoni" al Lione, Lucas Paquetà si trasferisce al West Ham per oltre 60 milioni (bonus compresi); una cifra spropositata per un ragazzo che a 25 anni ha deliziato solo a tratti in Francia e non è riuscito a imporsi in Serie A. L'ex rossonero è nel momento cruciale della carriera ed è chiamato ad assumersi responsabilità importanti anche in vista di un Mondiale che potrebbe consacrarlo. La qualità c'è ma gli manca la continuità dei fuoriclasse e a tratti anche la personalità. Ciononostante, in pochi mesi il suo valore è triplicato.

Fa meglio (o peggio, a seconda dei punti di vista) il Manchester United. Dopo Casemiro, strappato di forza al Real Madrid, è arrivato anche Antony, "mister 100 milioni" che l'Ajax non è riuscito a trattenere al termine di un lungo braccio di ferro; a 22 anni, il brasiliano va a rinforzare la batteria degli esterni offensivi di ten Hag, che già può contare su Sancho, Rashford e Cristiano Ronaldo, e diventa il giocatore più pagato in Eredivisie. A luglio 2020 era arrivato dal San Paolo per appena 15 milioni; una plusvalenza clamorosa, l'ennesima spesa folle dei Red Devils, che stavolta sperano di averci visto giusto dopo tanti flop.


Altre notizie