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Domenghini: "Mancio un genio, come Valcareggi nel '68. Barella nato per il calcio"

di Ivan Cardia

“Il genio Mancio come Valcareggi nel ’68”. Raggiunto da Il Mattino, Angelo Domenghini campione d’Europa con l’ultima Italia capace di riuscire nell’impresa e amico di Roberto Mancini, parla nel giorno in cui gli azzurri inaugureranno Euro 2020: “L’uomo decisivo? oberto, ovviamente. È come Valcareggi: un genio, un visionario, uno che predica un calcio spregiudicato in un'epoca in cui si tende sempre a speculare e a stare dietro alla linea del pallone. Lui come Ferruccio non ha paura. Mancini ha avuto la fortuna di trovare 5-6 giovani di qualità, ma poi ci ha messo del suo. Li ha amalgamati alla perfezione e gli ha messo in testa le sue idee di calcio offensivo. Mi piace questa Nazionale che imposta il gioco e vuole imporsi in mezzo al campo. Una novità che ci fa bene”.

C’è un Domenghini in questa nazionale?
“No, oggi si gioca un calcio totalmente diverso. Un giocatore che mi piace? Barella, sembra che sia nato per giocare a calcio”


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