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Serra: "Noi pioniere del calcio femminile, ci chiamavano deviate. Ora finalmente è un lavoro"

di Tommaso Maschio

“Noi siamo state della autodidatte, delle pioniere in un’epoca in cui ci davano delle disturbate mentali o delle donne deviate che non si capiva bene se fossimo donne e uomini. Ora invece sono delle professioniste e le bambine possono pensare che un giorno possano diventare delle calciatrici”. Così l’ex giocatrice e attuale commentatrice della Rai Katia Serra ha parlato a Fanpage di come è cambiato il calcio femminile negli ultimi 20-30 anni: “Tra il calcio femminile di quando giocavo io e quello di oggi c'è un abisso, è tutto totalmente diverso. Oggi con l'arrivo dei club maschili anche le calciatrici fanno solo questo come mestiere e non solo perché le calciatrici sono professioniste dal 1° luglio, ma dal punto di vista organizzativo, tecnico e anche economico. Noi invece portavamo avanti la nostra passione insieme al lavoro, anche quando giocavo in Nazionale ho sempre lavorato e poi mi allenavo la sera su campi di fortuna con allenatori improvvisati. Eravamo in un contesto totalmente disorganizzato, in cui si investiva poco anche quando ti facevi male. Siamo state delle pioniere e abbiamo messo il calcio come priorità della nostra vita. - continua Serra parlando delle differenze fra maschi e femmine – La donna è meno veloce e potente, c’è dunque una differenza atletica che non potrà mai essere colmata come in qualsiasi altro sport. In Italia lavoriamo bene sul calcio femminile da poco tempo e lo facciamo con numeri bassi rispetto agli USA o a altre nazioni europee come Francia, Germania o Inghilterra. Siamo partiti in ritardo, ma questo lavoro dovremmo apprezzarlo un giorno per le sue caratteristiche peculiari, dobbiamo pensare a un tipo di calcio che punta più sulla tecnica che sulla parte atletica". 


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