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LaLiga studia le mosse per porre fine alle leve finanziarie. Il Barcellona è avvertito

di Gaetano Mocciaro

LaLiga valuta delle misure restrittive verso i club che, per aggirare una politica di sostenibilità economica, stanno arrivando ad attivare delle leve finanziarie, ossia vendono parte del patrimonio come beni immobili, diritti televisivi, merchandising, abbonamenti al fine di poter reinvestire il ricavato nell'acquisto di nuovi giocatori. Il riferimento è chiaramente al Barcellona, ma la preoccupazione crescente in Spagna è che altri club seguano questa pericolosa via.

Secondo quanto riportato da AS LaLiga non consentirà di aumentare il tetto salariale di una squadra se il club avrà venduto un suo bene o diritto considerato essenziale per lo sviluppo della sua attività. Facendo un esempio concreto un club che vende lo stadio di proprietà non potrà usare i soldi ricavati per aumentare il monte ingaggi, in quanto l'impianto è ritenuto un bene imprescindibile per l'attività del club e se lo vendono è necessario affittarne o comprarne un altro.

La seconda modifica riguarda il modo in cui queste leve possono essere attivate. Pertanto beni o diritti (che possono essere audiovisivi o di merchandising) possono essere venduti purché il loro valore per ogni stagione non superi il 5% del fatturato del club.


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