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Dimesso il papà di Yamal, ma Lamine confessa: "Senza l'amico di mio padre l'avrebbero ucciso"

di Yvonne Alessandro

È stata una trappola. Così La Vanguardia ha definito l'accoltellamento nel parcheggio subito dal padre di Yamine Lamal, Mounir Nasroui, che ha portato al ricovero in terapia intensiva mercoledì, all'ospedale Can Ruti. Finora, informa il quotidiano, sono stati arrestati quattro cittadini spagnoli, accusati di tentato omicidio con l'aggravante della premeditazione. Non è escluso che venga arrestata una quinta persona coinvolta nella rissa. Oggi pomeriggio invece Nasroui è stato dimesso dall'ospedale Germans Trias i Pujol di Badalona.

Come è scattata la “trappola". Gli accusati, presumibilmente tutti membri della stessa famiglia del quartiere di Rocafonda, avrebbero incastrato il padre di Yamal nel pomeriggio. Secondo La Vanguardia, si trattava del padre, del fratellastro, del nonno e di un loro amico. Nessuno di loro aveva precedenti e avevano tra i 25 e i 30 anni. Oggi, dopo essere stati portati in tribunale, saranno rese note le accuse contro di loro.

Dopo la lite avvenuta alle tre del pomeriggio, avrebbero incontrato il padre del calciatore in un parcheggio della zona per “fare pace”, come gli hanno detto. Ma si sono presentati con armi da taglio (non è chiaro se solo coltelli e un cacciavite). Una volta arrivati tutti, lo hanno circondato, picchiato, preso a calci e accoltellato, secondo quanto dichiarato da Nasraoui ai Mossos, che si occupano delle indagini. “Per fortuna è arrivato un amico di mio padre, altrimenti lo avrebbero ucciso”, avrebbe detto Lamine Yamal a un dirigente del Barcellona, dopo averlo visitato all'ospedale di Can Ruti.


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