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Insinna: "Mandare via De Rossi è stata una vergogna. Chi guida questo club?"

di Simone Lorini

Flavio Insinna, noto presentatore e fervente tifoso della Roma, alla Gazzetta dello Sport spiega i suoi pensieri dopo i recenti cambiamenti in casa giallorossa: "Mandare via De Rossi è stata una vergogna. Mi dispiace molto perché è una persona seria che ama la Roma. Non c’è stato rispetto. Io non sono uno che si è alzato una mattina e ha detto: “Sono della Roma”, ho alle spalle chilometri e chilometri di trasferte... Noi abbiamo una storia, con tante cose belle e tantissime meno belle. E abbiamo dei simboli. La società ne ha chiamato uno, De Rossi appunto, perché soltanto lui avrebbe potuto sostituire un’icona come Mourinho.

E poi che fa? Lo manda via di mercoledì, licenziato con la stessa facilità con cui si cambia una piantina su lterrazzo? E ora c’è già chi pensa di aver sbagliato. In radio ho sentito dire che potrebbe tornare...".

Più deluso dalla dirigenza o dispiaciuto per De Rossi?
"Entrambe. Quel ragazzo per noi significa tantissimo: è per bene, coraggioso, schietto e onesto. Invece è stato usato come parafulmine e mandato via così dopo quattro partite. Uno ci resta male, molto male. Per quanto riguarda la società oggi guardo la mia squadra e penso: “Che si fa?”. Sono molto preoccupato. È andata via anche la signora (l’ex Ceo Lina Souloukou, ndr), chi c’è? Chi guida davvero questo club? I ragazzi hanno bisogno di sentirsi protetti. Juric farà quello che può fare una persona da sola, ma quando vinci lo fai perché funziona tutto, da chi apre il cancello a te che segni. Così si sbanda".


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