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16 febbraio 1986, Pruzzo si regala cinque gol (più uno annullato). E si lamenta

di Andrea Losapio

Il 16 febbraio del 1986, all'Olimpico, si gioca Roma-Avellino. È la ventunesima giornata di Serie A, con i giallorossi di Eriksson che sembrano lanciati all'inseguimento della Juventus di Trapattoni, dopo sette vittorie in otto gare. Roberto Pruzzo, reduce da una stagione non straordinaria, ha ingranato la quinta: cinque reti nelle ultime cinque. Ma il pomeriggio sarà ancora migliore: rigore al quindicesimo, zuccata al cinquantasettesimo, sinistro al sessantanovesimo, ribattuta all'ottantasettesimo e rigore al novantesimo: cinque gol in una partita, con un gol annullato. Dopo ventidue anni arriva un altro pokerissimo dopo le cinque reti segnate da Hamrin con la Fiorentina nel 1964. Capiterà anche a Klose, qualche anno più tardi, con la Lazio.

Queste le parole di Pruzzo a fine partita, polemico con alcuni tifosi e giornalisti. "Ho segnato cinque gol, ho vissuto una giornata particolare, irripetibile. Chissà cosa penseranno quelli che dicevano che stavo per smettere. Saranno in tanti a restarci male. Chi? Mah, dico solo che molti, senza uscire dai confini di Roma, si mangeranno il fegato stasera. L'ultimo rigore? Volevo che lo battesse Boniek, però dinnanzi alle pressioni dei compagni e al coro di tutto l’Olimpico che invocava il mio nome, ho scelto la via del compromesso: mi sono giocato col polacco a pari e dispari chi doveva battere il rigore. Sono stato fortunato io, evidentemente era la mia giornata".

Roma
Tancredi, Gerolin, Bonetti, Boniek, Nela, Righetti (78′ Lucci), Conti, Cerezo, Pruzzo, Ancelotti, Di Carlo (63′ Giannini).
Allenatore: Sormani.

Avellino
Zaninelli, A. Ferroni, Amodio, De Napoli, Batista, Zandonà, Agostinelli, Benedetti, Diaz, Alessio, A. Bertoni.
Allenatore: Robotti.


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