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...con Giuseppe Ursino

di Alessio Alaimo

“Le giornate passano guardando partite, calciatori, film e leggendo libri. Non ero abituato a stare a casa, questa la ricorderò come una grandissima esperienza. Ma non stiamo fermi, ci portiamo avanti con il lavoro”. Così a TuttoMercatoWeb il direttore sportivo del Crotone, Giuseppe Ursino.

Direttore, il campionato riprenderà?
“Un giorno si dice una cosa, poi un’altra. Leggo però che in Italia ci sono ancora dei morti. Il virus non è stato debellato, non lo sarà finché non si troverà il vaccino. Il calcio è uno sport di contatto, bisogna fare attenzione. Vedo difficile una ripresa”.

Se il campionato non dovesse riprendere e venisse cristallizzato, voi andreste in A.
“Le soluzioni sono due. O si riprende da dove abbiamo iniziato oppure si cristallizza la classifica. E la classifica dice che siamo secondi. Non so invece cosa accadrà in Serie A. Sicuramente in B il protocollo è inattuabile, in A non possono metterlo in pratica tutti. E poi mi chiedo una cosa”.

Prego.
“Siamo sicuri che gli italiani vogliano che il campionato riparta? Il calcio deve ripartire perché ci sono interessi economici. La gente pensa ad altro, non a guardare le partite. Quando non hai i soldi per andare a comprare il pane non pensi a guardare le partite di calcio. E poi i calciatori... devono giocare in sicurezza”.

I vostri calciatori come la pensano?
“I ragazzi sono chiusi a casa. Con noi hanno un ottimo rapporto e il problema non si pone, ma certamente vogliono tornare ad allenarsi”.

Allenamenti individuali il 4 maggio, alcuni sport ripartono. Ma i calciatori non possono allenarsi in campo a distanza...
“È un controsenso. Ma evidentemente non c’è sicurezza. Prima vogliono il protocollo, poi si parla di modifiche. Vedo tanta gente in difficoltà, che non decide. Il Ministro Spadafora invece lo vedo determinato, deve prima ascoltare il Comitato Tecnico Scientifico. Si parla di mantenere le distanze ma in un calcio d’angolo ad esempio cosa succederebbe?”

Come ripartire, eventualmente?
“I calciatori devono fare una preparazione affrettata. Ci saranno tanti infortuni. Sicuramente i cinque cambi sarebbero un’ottima soluzione. Il calcio è aggressività, velocità, contatto. Parlano tutti, ma sono in questo mondo da trent’anni: la gente si diverte allo stadio, a porte chiuse non è spettacolo. In un contesto del genere, senza pubblico, sarebbero avvantaggiate le squadre più forti. Il pubblico trasporta, un giocatore discreto con il calore della gente, va oltre le sue possibilità. Senza, è difficile. La salute comunque viene prima di ogni altra cosa. Se gli scienziati diranno di riprendere allora si, riprenderemo. Loro sanno quello che fanno”.

Direttore, intanto sta progettando le mosse del futuro?
“Certamente. A casa non sto certo con le mani in mano. Il Crotone non sarà mai impreparato. Abbiamo un grandissimo presidente e un ottimo direttore generale oltre ad un grande staff composto dalla segreteria e le altre componenti. Siamo attrezzati”.

Un occhio alla A: Bernardeschi potrebbe lasciare la Juve...
“Quando era con me, era da Juve. Da grande squadra. Ora è arrivato proprio alla Juve ed è uno come gli altri, secondo me comunque non sarà ceduto”.

E Florenzi?
“Non vuole perdere la Nazionale. Per questo è andato al Valencia. È un ragazzo splendido. Non so se la Roma lo terrà, ma ovunque andrà farà bene”.

I nuovi uomini mercato del Crotone?
“Abbiamo giocatori molto interessanti, non lo dico soltanto perché è la mia squadra. Ma se andiamo in A cambia tutto. Abbiamo gente valida che può fare una grande carriera. Penso a Crociata, Zanellato, Golemic, sta facendo bene anche Molina. E merita una menzione anche Zak”.

Maxi Lopez rimarrà?
“Prima vediamo come finisce il campionato. Poi, con calma, valuteremo”.


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