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...con Giorgio Perinetti

di Alessio Alaimo
“Stipendi calciatori, se serve ci sia una rinuncia per preservare il domani. Il Governo aiuti il calcio. Allenamenti? Meglio ritardare... Ok alle porte chiuse. Poi ci vorrà esperienza...”
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

“Il momento, con l’emergenza Coronavirus, è talmente drammatico che coinvolge tutte le attività lavorative, tra queste il calcio che è di importanza assoluta perché rappresenta una delle aziende più importanti. La possibilità di fare calcio in maniera normale è compromessa, quindi ben vengano le iniziative affinché questo mondo possa tornare ad essere, in parte, quello che amiamo”. Così a TuttoMercatoWeb l’esperto dirigente Giorgio Perinetti analizza il delicato momento di crisi del Paese che inevitabilmente coinvolge il mondo del calcio.

Si va verso la sospensione degli stipendi di marzo.
“Se a sostegno delle società c’è da fare una rinuncia va fatta. Non è una questione di regole ma di buonsenso. Serve una presa di coscienza. Le istituzioni fanno bene a chiedere un aiuto ai calciatori ma loro per prime devono ricordarsi sempre del calcio. Perché quando un calciatore percepisce un ingaggio la stessa cifra la prende lo Stato”.

Giusto aspettarsi l’intervento del Governo per aiutare il mondo del calcio?
“Si, ammodernando delle leggi che sono desuete, così da rilanciare il movimento”.

Come si convince un calciatore a rinunciare allo stipendio?
“Facendogli capire che se oggi rinuncia ad una parte riesce a sostenere gli stipendi di domani. E domani ci sarà tempo per recuperare”.

Ripresa allenamenti: oltre il Napoli, Lotito sul piede di guerra per riprendere in tempi brevi.
“Lotito è uno dei presidenti che si spende per dare soluzioni e non per dare problemi. Purtroppo le notizie che arrivano dai vari bollettini della Protezione Civile preoccupano. Un ritardo leggero delle attività però, forse, è la cosa più sensata”.

Appena tutto questo finirà sarà difficile superare le difficoltà economiche.
“Il mondo sarà costretto ad un periodo di austerity. Sarà come uscire dalla Seconda Guerra Mondiale. Dovremo sperare che finisca presto un momento di crisi doloroso che arriverà. Il mercato magari sarà sempre vivo, il calcio ci manca ma proprio perché vogliamo preservarlo sarà un calciomercato brillante, avremo tutti voglia di fare tanto. Ci sarà però un contraccolpo rispetto alle valutazioni di sempre”.

Qualche club estero potrebbe saccheggiare quelli italiani?
“Le Nazioni che avranno un contraccolpo inferiore potranno permettersi i calciatori migliori. Ma noi stiamo patendo ora la situazione, qualcuno magari la patirà più avanti”.

Riprendere a porte chiuse entro il 9 maggio la soluzione più giusta?
“Mi piacciono tutte le soluzioni che possano far finire il campionato. Se salta questo campionato per questo incubo che stiamo attraversando è un grande danno. Se la conditio sine qua non è riprendere a porte chiuse, allora ben venga”.

Cosa fa un direttore sportivo in questo periodo?
“Un dirigente deve stare in continuo contatto con i calciatori e cercare di fare gruppo, seppure con i mezzi di tecnologia. E poi c’è più tempo per guardare direttamente al computer i calciatori anziché delegare gli scout”.

E leí, direttore?
“Spero intanto che il calcio, come tutto il Paese, superi questo momento da sistema. Poi quando si ripartirà, siccome sarà un momento difficile, spero di mettere al servizio di questo mondo la mia esperienza a chi avrà bisogno. Oggi più che mai serve esperienza rispetto all’entusiasmo giovanile”.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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