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TMW RADIO - Carrarese, Berti: "Carpi in B era inaccettabile. Fossi al Rimini mi girerebbero"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Gianluca Berti, direttore generale della Carrarese, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Gianluca Berti, direttore generale della Carrarese, è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto, per commentare la situazione della Serie C alla luce delle decisioni del Consiglio Federale, che per la squadra toscana significa playoff: "Domani alle 19 si deve dare il termine ultimo per non partecipare ai playoff. Mi sembra che oltre al Pontedera, anche l'Arezzo non parteciperebbe ai playoff. Solo del nostro girone sono già due, vediamo un po' gli altri... Noi siamo arrivati secondi, e nella storia della Carrarese non era mai successo: siamo orgogliosi del risultato, da ora inizia una specie di Mondiale. Noi per fortuna saremo ultimi ad entrare, ai quarti saremo in casa e avremo due risultati. Se passiamo semifinali e finale sono partite secche, una lotteria. Noi ci stiamo preparando per farci trovare pronti, sto vedendo gli allenamenti e i ragazzi mi sembra si siano comportati bene. Io però so che è dura già ricominciare dopo l'estate, figuriamoci ora dopo tre mesi. Abbiamo ragazzi di Bergamo e di Milano, e sono più sacrificati. Però ci vogliamo giocare le nostre carte fino alla fine".

Le rinunce sono un anticipo della crisi?
"La Serie C purtroppo è una categoria sacrificata, i ricavi sono molto pochi ed è perlopiù sui presidenti che si mettono una mano in tasca. Se è stato deciso di fare i playoff, non vedo perché non dovrebbero partecipare tutto. Chi è dietro e avrebbe dovuto incontrare Pontedera o Arezzo passa il turno senza giocare, e secondo me non è il massimo. Bisogna rispettare tutti, perché non va bene parlare con i soldi degli altri, ma se c'è una regola bisogna rispettarla tutti. Se la Lega dice che chi vuol giocare gioca oppure no, per me non è giusto. Dopo tutto il disastro, era il momento opportuno per fare una riforma. Non c'è stata, e dispiace, ma proveremo a dare il massimo sul campo. Tutti parlano di Reggiana, Bari, Carpi... Ma la Carrarese non la nomina mai nessuno, eppure siamo secondi dietro al Monza, che fa parte di un'altra categoria. Ci vogliamo giocare al massimo i playoff, abbiamo una squadra importante e daremo filo da torcere, sperando di avere un po' di fortuna, soprattutto nelle partite secche".

D'accordo sulle decisioni complessive sulla Serie C?
"Inizialmente si è anticipato troppo a dire che non si giocava e che si volevano bloccare promozioni e retrocessioni. Bisognava aspettare, ed infatti poi è venuta fuori la decisione di oggi. Bocciate tutte le soluzioni della Lega, facendo le promozioni e le retrocessioni".

Crede davvero che tante società non arriveranno al 2021?
"Sicuramente in alcune realtà si farà molta fatica a giocare il prossimo campionato. A maggior ragione: se serviva un momento giusto per riformare, meglio di questo non c'era...".

Sareste andati in tribunale se il Carpi fosse stato promosso d'ufficio?
"Non lo avremmo accettato. Capisco un discorso del genere in Serie A e B, ma in C ci sono tre campionati in uno, nessun girone può essere uguale all'altro. Come fai a scegliere una squadra? Ogni classifica ha la sua storia".

Fa bene ad arrabbiarsi il Rimini retrocesso anche se a pari punti col Fano?
"Sì, mi sembra di aver letto che il motivo sia perché uno ha una vittoria in più e l'altra tre pareggi. Fossi il presidente del Rimini mi girerebbero molto i...".

C'è chi punta il dito verso la Serie A per la mancata istituzione di un fondo di solidarietà. Che ne pensa?
"Ma è sempre stato così... A dicembre abbiamo scioperato per la defiscalizzazione, ma è stata una partita sospesa e poi è finito tutto lì. La Serie C non è stata considerata neanche su questo, l'avesse fatto la A ne avrebbe parlato il mondo intero, lo fa la C non la caga nessuno... Ognuno tira l'acqua al suo mulino, in Italia è così. Certo, la Serie A giocando a porte chiuse ha comunque cose, come i diritti tv, che alla C mancheranno. La Serie C vive di incassi e sponsorizzazioni, così è dura, si fa fatica. Guardiamo il Bari, ovvio che non può essere lo stesso per Carrarese o Renate. Loro se sono primi in classifica fanno 40mila spettatori, la realtà dei fatti è questa. Dopo una stagione travagliata come questa era il momento giusto per fare riforme importanti, a livello fiscale. Si parlava di una B allargata, prima a 22 poi a 24, ma non è stato fatto niente e ci troviamo in questa situazione".

Come si trova da dirigente?
"Mi piace, ho giocato 23 anni e l'adrenalina è un'altra cosa, ma quando vesti i panni della società vivi diversamente. Non dai il tuo contributo la domenica, ma io sono un direttore di campo, mi piace viverlo, sentire il profumo dell'erba. Se non ho altro lavoro da fare, ogni giorno vedo l'allenamento. Ormai guardo i ragazzi in faccia e vedo cosa pensano, dopo tanti anni ne ho viste di tutti i colori. Ho un approccio e provo a calarmi nella parte nel migliore dei modi così da farli rendere".

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