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TMW - Lega Pro, il Piano Strategico 2021-2024. Ghirelli: "Sono qui per trasformare"

di Claudia Marrone
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Si è svolta questa mattina la presentazione - in video conferenza - del Piano Strategico 2021-2024 di Lega Pro. Ovviamente presente il numero uno della categoria Francesco Ghirelli, accompagnato da Francesca Buttara, Responsabile Relazioni Istituzionali Lega Pro, e Davide Rotondo, Partner PwC.
Ma l'evento è stato introdotto dal presidente FIFA Gianni Infantino: "Si parte dal passato per programmare il futuro, e io nel campionato di C ho vissuto il passato. La terza serie è il primo approccio al professionismo per tanti ragazzi, oltre poi al calcio del territorio, quello che muove la passione, e vorrei complimentarmi con il mio amico Francesco Ghirelli per tutto quello che sta facendo: in questo momento delicato la cosa più importante è guardare al futuro, stando attenti alla salute ma garantendo competitività e solidità economica. E' stato elaborato questo piano strategico, gli ho dato un'occhiata e posso dire che è ambizioso, guarda al domani nel segno dell'innovazione e della trasformazione, rispettando però la storia. Negli ultimi mesi ho sentito molto Ghirelli e le sue squadre, la Lega Pro si è contraddistinta per tante iniziative di carattere sociale, e questo è stato uno dei messaggi più importanti: specie in questi periodi dobbiamo ricordarci di chi soffre, e la C ha dimostrato l'integrità del proprio lavoro. Ripeto, la C è un trampolino di lancio, che va curato e sviluppato maggiormente per il futuro. La Lega Pro, sappiatelo, potrà sempre contare sulla FIFA e sul suo presidente, come io posso contare su di voi".

"E' stato un onore avere con noi Infantino". Così ha esordito Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha poi proseguito: "Quello nostro è un progetto dinamico, da costruire in progress, perché deve adattarsi ai cambiamenti imposti dal tempo. Sappiamo di rappresentare il calcio che fa bene al paese, quello dei giovani e del territorio, ma sappiamo di doverci mettere in discussione per rapportarci con il calcio dei grandi anche in Europa: la strada scelta è quella della sfida, e non dell'arroccamento. Sappiamo di rischiare, ma è giusto farlo, anche se abbiamo intrapreso un percorso non semplice perché avvenuto in un momento in cui il mondo era segnato dalla pandemia, ma noi il tempo lo abbiamo usato per iniziare a ragionare a sistema, per migliorare la categoria, per aiutare i club che stanno tra il professionismo d'élite e il calcio amatoriale, per interloquire con le istituzioni affinché aiutassero la categoria, per sperimentare anche con le tv affinché il pubblico non si disinnamorasse, il tempo del negativo lo abbiamo usato per progettare il nuovo. I progetti del Governo sono per la ripresa futura, la fiducia serve per investire un domani, anche dello sport. La Governance deve riattivare le aspettative, il calcio deve servire anche per riprogrammare il futuro".
Evidenziati poi i vari canali di diffusione della Serie C, che dal 21 febbraio sbarcherà oltreoceano dopo essere approdata su Sky, Ghirelli ha proseguito: "Il tempo lo abbiamo usato per il sociale, con oltre 1600 iniziative che hanno coinvolto club e calciatori, la Lega Pro crede nel calcio buono, che educa, aggrega, include, che ascolta i bisogno, che toglie i giovani dalla strada. Il tempo lo abbiamo usato per rinnovare e dialogare, perché non vogliamo conversare solo con il mondo dello sport, ma anche con quello sociale, accademico, economico: il prodotto calcio deve essere consumato ovunque, anche sugli smartphone e sui social, deve essere di veloce fruizione. Ecco che dobbiamo adeguarci agli E-sports. Il Piano Strategico è il cambio di passo, è il tempo del "ritorniamo a sognare". Sostenibili, reputazione, riforme, ecco i tre cardini da usare anche nel modello di gestione della crisi: da domani saranno avviati i canteri, la Lega Pro ha cambiato pelle e ora cambia passo. Un passo che richiede coraggio e curiosità".

Interviene dunque Francesca Buttara responsabile relazioni istituzionali della Lega Pro: "Alle difficoltà abbiamo risposto potenziando i confronti con le stakeholder, agli occhi di cui risultiamo solidi e credibili. Da rappresentanza degli interessi, siamo passati a una logica di rappresentanza dei bisogni, ed è un concetto diverso. Con il Decreto Cura Italia lo sport è stato riconosciuto come un settore produttivo, e noi abbiamo creato un luogo, il Comitato 4.0, per ragionare a sistema: un luogo tecnico, non di carattere politico, per presentare proposto normative che andassero a beneficio di tutto il comporto sportivo. Così abbiamo limitato i danni da Covid, non sono stati eliminati, è vero, ma sono stati ridotti, e ora vogliamo adottare la medesima metodologia con il Governo appena instaurato. Vogliamo poi innescare un circolo di fiducia anche con altri soggetti, come a esempio i tifosi, cuore pulsante di questa Lega, ma anche al tessuto produttivo italiano, alle Università, ai centri di ricerca, alle istituzioni di rappresentanza dei lavoratori: possiamo generare forte capillarità, con 17 regioni occupate e 17milioni di tifosi dati dai 59 club, con forte valore sociale. La sostenibilità diventa nodo cruciale per le aziende, e il nostro pallone parla un linguaggio universale che si avvicina al territorio: ecco perché vogliamo sposare una dimensione di sport che va oltre il sistema agonistico".

Prima che la parola torni a Ghirelli, spazio a Davide Rotondo (Partner PwC): "Il nostro percorso è iniziato a fine 2019, poco dopo purtroppo si scatenò il Covid-19, ma noi abbiamo sempre ragionato con un dato percorso per arrivare ai punti prefissati. Il piano metodologico unisce una visione tradizionale a una più innovativa, e dunque siamo partiti dall'idea di calcio che fa bene al paese, principio della Lega, delineando poi i pilastri strategici su cui poggiare le aree di crescita, veri e propri cantieri di lavoro. Ci sono cinque principali fasi, la prima quella di indirizzare la situazione di crisi grazie a un neonato Comitato di Crisi che agisse nell'immediato studiando poi le azioni correttive, la seconda quella del resistere, che vede la messa in sicurezza del campionato: queste due fasi possono dirsi concluse. Si è quindi attivata la terza fase, quella della ripartenza, che aprono le riforme, ciò che, nella quarta fase, deve rinnovare: serve una visione di lungo periodo, ma anche il saper gestire le contingenze attuali. Ci sono poi i tre ingredienti principali, professionismo, giovani e territorio, parole chiave che rendono Lega Pro distintiva non solo sul territorio italiano: a tal proposito ecco la sostenibilità economica e finanziari, il rafforzamento delle relazioni istituzionali, l'ingaggio del territorio, la diffusione della cultura, la riforma e l'innovazione e la promozione della trasparenza, elemento legante di tutti questi cantieri. Serviranno ovviamente mezzi nuovi, ma abbiamo già accordi sottoscritti, e ora cercheremo anche un nuovo sponsor".

Di nuovo Ghirelli: "Con Gravina ho parlato, perché probabilmente urge una riforma dei campionati. Siamo in una fase importante, ma possiamo farlo approfittando della crisi, dandogli un risvolto positivo perché obbliga al cambiamento. Dobbiamo diventare una Lega progettuale, utilizzando anche tante risorse che in questo paese non sono pienamente sfruttati: per primi noi dobbiamo rispondere riformandoci e trasformando la struttura con cui lavoriamo. Ricordo comunque che l'unica riforma degli ultimi 60 anni l'abbiamo fatta noi, ma guardiamo a una cosa: la Nazionale, da quando ha investito sui giovani ha ripreso a vincere. I ragazzi, così come le strutture, sono asset fondamentali per la crescita, si deve investire in questo. Per altro potenziare le strutture amplierebbe anche i posti di lavoro, ci sarebbe una spinta in avanti per il paese: abbiamo bisogno di fiducia e di metterci alla prova. Con umiltà possiamo dare una mano". Conclude: "E' stato un anno difficile, i presidenti sono stati degli eroi, ma ora necessitiamo di interventi, di liquidità, del credito di imposta, di ristori per le spese sanitarie e anche di metterci in cammino insieme perché il piano strategico possa essere punto di riferimento per tutti. Serve più fiducia in noi stessi, abbiamo una forte identità, ma cerchiamo quella definitiva: siamo predisposti alle riforme, alle regole di sostenibilità economica e solidarietà. Ora si passa a una regia e a una base di attività, le chiacchiere sono finite, si passa a dover operare e rispondere. Io non mi sono ricandidato per continuare, ma per trasformare: questo ci chiede il paese e questo faremo".

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