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Raffaele: "Cesena, percorso da vera capolista. Anche la Juve Stabia tante chances"

Esclusiva TMW
di Claudia Marrone
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© foto di Salvatore Colucci/TuttoPotenza.com

Fioccano ancora esoneri sulle panchine in Serie C, con solo 29 club su 60 che non hanno compiuto il cosiddetto ribaltone, nonostante qualche nome sia in bilico dopo il turno infrasettimanale che si concluderà oggi; un campionato, quello di terza serie, giunto per altro adesso nel clou, con 26 giornate praticamente trascorse, e solo altre 12 per poter confermare o sovvertire i pronostici. Di tutto ciò, in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, ha parlato mister Giuseppe Raffale, reduce dall'esperienza con il Potenza dello scorso anno.

Continuano a saltare panchine, soprattutto in Serie C. Cultura tipica italiana, quella secondo la quale paga sempre il mister.
"Ogni situazione è diversa, non si può generalizzare, e anche chi inizia costruendo la squadra vive capitoli diversi a chi subentra, nonostante ci sia spesso poi il mercato di riparazione. Però quando si decide di sposare un progetto, ci si devono prendere le proprie responsabilità. Per quanto sia vero che è sempre il tecnico a pagare per tutti. Anche se alla lunga i valori delle squadre emergono, sono poche le eccezioni; e penso a esempio al Catania, che ha raccolto meno di quanto si sarebbe potuto preventivare".

Assist perfetto. Un ambiente che conosce bene, quello di Catania: come si spiega questa stagione effettivamente al di sotto delle aspettative?
"Il Catania è una piazza top, è la Juventus della Serie C: non dico che dovrebbe stare in pianta stabile in Serie A, ma dovrebbe comunque essere ogni anno a lottare per essa. Purtroppo negli anni scorsi ci sono state evidenti e note problematiche societarie, il club è ripartito stravincendo la Serie D ma il primo anno di C è sempre complicato. Serve pazienza, anche se credo che il Girone C sia ormai appannaggio della Juve Stabia: le Vespe hanno avuto qualche fisiologico passo falso di risultati, mai di prestazioni, ma hanno un distacco importante che dà loro grosse possibilità di tagliare il traguardo. Per il resto, almeno fino al Crotone, è bagarre".

Parlava della Juve Stabia. Ma tra le tre capoliste dei gironi, è il Cesena quella con maggior distacco: pratica Serie B già chiuso per i romagnoli?
"Il Cesena sta obiettivamente facendo un percorso da vera capolista, non ha praticamente fatto nessun passo falso e ha un ritmo continuo: inoltre Pescara, Perugia ed Entella, quelle che sulla carta potevano concorrere al primo posto, hanno subito staccato, solo la Torres, vera rivelazione nella corsa al primo posto, ha messo pepe al campionato. Ma credo che sì, il campionato del Girone B è chiuso".

Ma cosa servirà, adesso, per concludere al meglio la stagione in questo scorcio dove i punti pesano di più?
"Sicuramente la condizione mentale e quella psicofisica andranno a incidere, e un esempio è l'ACR Messina, che sta risalendo non solo grazie ai giocatori importanti, ma anche con un condizione ottimale. Poi, anche l'ambiente diventa una componente importante".

Ci sono giocatori che la stanno positivamente impressionando?
"Ce ne sono tanti, penso magari a Lescano con la Triestina, nonostante il momento di stanca seguito a un affrettato esonero di mister Tesser, oppure Murano, che ho avuto a Potenza, e che comunque non mi sorprende: ha vere capacità. Sta brillando poi un altro mio ex calciatore, Silvestri, ora al Cesena: da difensore ha già segnato tre gol, cui aggiunge prestazioni importanti. Ci sono poi Sgarbi dell'Avellino, Kanoute che si sta affermando a Taranto, la coppia offensiva del Crotone Tumminello-Gomez, Volpe del Potenza. E tanti giovani top. Se osservata adeguatamente, la Serie C offre talento".

Chiudendo con l'argomento iniziale: il nuovo contratto collettivo sta creando una piccola casta? Raramente sono chiamati mister non prima in corsa...
"A livello personale, ho ricevuto diverse chiamate, il non rientrare è stata una mia scelta. Ma non parlerei di casta, quanto semmai della possibilità che si dà a un tecnico di non buttare via una stagione: spesso si sposano progetti che poi, nel lungo andare, non collimano con le ambizioni, un posto sembra quello giusto ma poi non è così. Trovo quindi giusta la possibilità di ripartire. Con il valore della meritocrazia al primo posto".

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