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ESCLUSIVA TMW - Pro Patria, Cottarelli: "Ora vogliamo i playoff, con la miglior classifica possibile"

di Claudia Marrone
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Un momento decisamente positivo quello che sta vivendo il difensore della Pro Patria Niccolò Cottarelli, che si gode il quarto posto in classifica dei suoi (che sarebbe terzo se si considera che la vetta è occupata da Renate e Como a pari merito) e macina successi anche nel privato: come ha infatti evidenziato il club, congratulandosi con lui per il traguardo che è motivo di orgoglio anche per la società stessa, il classe ’98 martedì ha conseguito la laurea triennale in Scienze Motorie presso l'Università Telematica Pegaso con la tesi "Il calcio nell'era della pandemia da Covid-19".
I microfoni di TuttoMercatoWeb.com lo hanno contattato per vivere con lui questi giorni.

Una stagione particolare, conseguenza della scorsa. Ti aspettavi, dopo il girone di andata e le prime di ritorno una classifica così favorevole?
“Sin dall’inizio sapevamo di essere una squadra forte, ma nel tempo abbiamo acquisito maggior consapevolezza, e questo è stato un elemento a noi favorevole: chiaro che non dobbiamo abbassare la guardia, l’aver avuto un’ottima ripresa anche dopo la sosta non deve farci cullare sugli allori. Già domenica ci attende la sfida contro il Renate, un’arma a doppio taglio: loro arrivano dal pari contro il Pontedera, hanno raggiunto sì il Como in vetta ma vorranno tentare il sorpasso, noi arriviamo da una vittoria alla quale vogliamo dare continuità. Si giocherà su questi equilibri. Ma di certo noi ce la metteremo tutta”.

Due club, voi e il Renate, basati sulla programmazione a lungo termine: può questo favorire i campionati?
“Da quando sono qua, questo è il mio quarto anno, non ho mai visto stravolgere la squadra in special modo a gennaio, proprio perché a lungo andare la continuità nel gruppo e nello spogliatoio paga, è necessaria per un gruppo. In più la Pro investe molto anche sui giovani di proprietà, sul settore giovanile, altro elemento che permette poi al club di avere radici più solide: se sul momento può sembrare un azzardo, nel lungo periodo è un valore aggiunto per il raggiungimento degli obiettivi”.

Obiettivi che questo anno sono i playoff.
“Il primo obiettivo è sempre la salvezza, ma abbiamo dimostrato di poter fare anche di più. E si, puntiamo ai playoff, nella miglior posizione di classifica possibile. Lo scorso anno eravamo arrivati undicesimi, avremmo potuto giocarli solo perché la Juventus U23 aveva vinto la Coppa, ma la situazione del Covid-19 non è stata quella ideale per poter decidere di giocare una partita secca dopo un lungo stop: ci siamo concentrati molti di più sull’ora”.

A proposito di Covid-19. Fresco di laurea, con tesi sul virus nel calcio: come racconteresti questo anomalo periodo?
“Nessuno ha vissuto questo anno, non solo a livello umano, ma anche lavorativo. Parlo da calciatore, stare fermi molti mesi è complicato, si perde l’affiatamento dato dallo spogliatoio, il ritmo, la preparazione estiva va gestita diversamente… ci sono tante complicanze. Torno appunto sul pre campionato, è stato più lungo, più ostico trovare la condizione fisica e mentale, anche il non giocare amichevoli ha inciso. Poi c’è l’aspetto economico che riguarda i club, che senza pubblico e senza sponsor hanno avuto solo costi, la questioni stadi vuoti che cambia certi scenari: spero che questa abbia una soluzione abbastanza imminente, magari già per la fine di questo torneo. Sarebbe un passo verso la normalità”.

Ma quanto ci vorrà, con gli strascichi lasciati da questa pandemia, per tornare alla normalità?
“Credo che per risanare tutto il sistema serviranno almeno un paio di anni. Intanto è importante vedere l’organizzazione verso il ritorno alla normalità”.

I vaccini obbligatori nel calcio, come auspicato da qualche presidente, sarebbero una soluzione?
“Chiaramente con l’organizzazione delle vaccinazioni, che in Italia mi pare stia funzionando, qualche passo avanti si fa, potrebbe anche essere una soluzione ma la vedo difficile come ipotesi: non tutti magari sarebbero favorevoli. E’ uno scenario che ha i suoi pro e i suoi contro, ma di certo non dover fare tamponi e sierologici sarebbe meno pesante a livello fisico e graverebbe meno nelle casse delle società”.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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