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Venezia, Vanoli: "Basta dire che siamo forti. Se fosse così avremmo un'altra classifica"

di Tommaso Maschio
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© foto di Venezia

Il tecnico del Venezia Paolo Vanoli ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l’Ascoli di domani, altro passaggio fondamentale per la corsa salvezza: “Penso che questa squadra stia bene sotto l’aspetto fisico e anche del gioco, su quello devo dire che è una cosa su cui ho lavorato molto, so che le ultime gare dipendono anche dalla condizione fisica e al di là di coloro che abbiamo perso siamo sull’ottima strada. - esordisce Vanoli come riporta Tuttoveneziasport.it - L’Ascoli è squadra organizzata, fisica, era in difficoltà ma con mister Breda ha trovato risultati che hanno fatto morale, è squadra costruita bene per la B e per noi sarà una partita difficile, su un campo ostico. Ma come abbiamo fatto in tutte queste partite vogliamo far vedere dove possiamo arrivare. Sono partite combattute e le stiamo imparando a combattere, sicuramente sarà una gara delicata”.

Cambio di modulo a inizio ripresa lo hai fatto perché non eri soddisfatto della squadra?
“Penso che l’identità di una squadra non dipenda dal modulo, ma da idee e principi. I moduli li fanno i giocatori, per come si sta indirizzando il calcio dobbiamo in primis avere idee chiare che si possano sviluppare in tante e diverse situazioni. Abbiamo avuto l’opportunità in partita di cambiare più sistemi e penso che il mio lavoro si veda perché cambiando sistemi non abbiamo perso certezze e misure nella partita. Poi dentro una partita ci sono sempre tante partite, contro il Brescia non ho cambiato perché eravamo in difficoltà, ma perché potevamo liberare il nostro play che ci poteva permettere di palleggiare meglio, mentre all’inizio c’è stato un calcio diretto, perché il modulo portava a quello. Cheryshev ha quel ruolo e ha anche le caratteristiche per venire più in basso a palleggiare, la qualità in B però non basta, chi incontrerà Cheryshev avrà la fame di giocare contro un ragazzo che è stato al Real Madrid e al Valencia, un qualcosa che ho vissuto, io per esempio ho fatto le mie gare migliori contro i grandi giocatori. Sono contento della prestazione, è un giocatore in più per queste nove partite che ci può dare altre soluzioni per queste nove partite e il cambio di modulo non è riferito a quello, tant’è che a fine partita abbiamo cambiato ancora. L’opportunità che ho è quella di poter cambiare diversi elementi proponendo tante cose diverse. Non parlo più di sistemi, ma concetti, principi e interpretazioni”.

Novakovich ha esternato qualche difficoltà, come hai preso le sue parole?
“Sono contento che uno si faccia un’autocritica. Con Novakovich ho parlato più di una volta, nei momenti di difficoltà però voglio vedere un giocatore che lotta per uscirne, che sia per 20, per 10, per 5 non importa, in allenamento deve combattere per uscire da questo momento. Che un ragazzo ammetta una cosa così è un passo avanti importante per la sua crescita. Il fatto da cui partire è che dobbiamo dimenticare gli alibi, con questo dobbiamo rialzarci in fretta, abbiamo bisogno di lui, di Pierini, di Johnsen, lo spirito dev’essere quello di andare a conquistare qualche cosa, tutti noi stiamo affrontando un momento difficile e solo lottando possiamo andarci a prendere qualcosa di bello. In queste nove partite dovremo essere venti animali per raggiungere l’obiettivo, non ce la faremo? Fa niente e sotto la doccia, però dobbiamo poter dire di aver dato tutto. Novakovich gli capita quell’occasione, doveva essere l’occasione della sua vita. Johnsen con Cagliari e Pisa ha un’occasione, dev’essere l’occasione della sua vita. Altrimenti ci fermiamo a recriminare. Solo con l’autocritica ci possiamo arrivare e in questi giorni io sto cercando di far fare ai ragazzi quel passetto in più. Per quanto riguarda l’Ascoli noi dobbiamo pensare a noi stessi, è tutto nelle nostre mani, non degli altri. Questa squadra mi sta dando tutto e in campo si vede, le occasioni per chiudere le partite le abbiamo avute, quello che ci manca è quel pizzico di determinazione nell’avere qualcosa in più. Con l’Ascoli non dobbiamo guardare all’Ascoli, dobbiamo pensare a dare tutto, dobbiamo difenderci per 20 minuti? Ci difenderemo per 20 minuti. Il calcio è questo. Troppo facile avere sempre la palla e 20 occasioni da gol, saremmo vicini al Frosinone fosse così. Oggi sono io a pensare positivo, quando un mese fa ho preparato questa trasferta, l’ho organizzata un mese fa per andare via due giorni prima, l’ho fatto perché consapevole che sarà una gara importante. Il Brescia, dobbiamo guardare noi non al Brescia, potevamo uscire con tre punti. Con il Frosinone ho abbassato il capello, sono stati superiori, però ci siamo condannati da soli, con gravi errori, non per disorganizzazione. Abbiamo preso gol su calcio d’angolo dove non c’era nessuno a fare da guardia. Dobbiamo liberare la mente e fare meno errori e come ha detto il direttore si salva il gruppo che ha fame di darsi la mano uno con l’altro. Entro 5 minuti? So di dover dare tutto in quei cinque minuti. Johnsen parte titolare e deve sapere cosa fare, entra a gara in corso e deve sapere cosa deve fare. Per il bene del Venezia, non del mister”.

Come hai visto il centrocampo?
“Penso che dobbiamo essere una squadra organizzata, una squadra organizzata esce dalle difficoltà. Per me Tessmann e Milanese hanno fatto una grande partita, dove un errore ci può stare. Con Jajalo Tess era il giocatore che cercavo, il giocatore di gamba che attacca lo spazio, ha il destro, il sinistro, il tiro e la fisicità per buttarsi. In questo momento stiamo facendo un sacrificio perché manca un giocatore importante, basta però, è il passato questo, ora dobbiamo salvarci con il gruppo. Non è solo questione di Tessmann, Milanese, Ciervo, tutti dobbiamo dare qualcosa in più, io in primis, l’importante è tornare in spogliatoio dicendosi di aver dato tutto e poi tornare il giorno dopo in campo per dare ancora di più. Noi nonostante i problemi a metà campo abbiamo le palle gol, il Brescia salva anche un gol sulla linea. Pierini in una circostanza è andato uno contro uno, è scivolato e ha fatto fallo di mano in area, gli ho detto che lì dobbiamo essere più cattivi. Noi ci possiamo salvare solo giocando, non siamo squadra da combattimento, noi dobbiamo giocare a calcio. Abbiamo sempre avuto un’identità che ci ha permesso di giocare e di avere le occasioni per vincere. Ci manca però quella cosa in più che voglio da Pierini, da Novakovich, da Johnsen. Così come lo voglio dai difensori, non voglio quegli errori neanche da uno come Joronen”.

Dopo il gol del vantaggio vi abbassate sempre un po':
“E’ un difetto che noi abbiamo come squadra, più di una volta ci è successo di andare in vantaggio, la psicologia ti dice che dall’altra parte ci sarà una reazione, incontriamo tutte squadre che hanno bisogno di punti. E’ un fattore in cui dobbiamo migliorare, va migliorata all’interno della comunicazione nella partita, quando dico che nelle partite ci sono diverse partite, anche a livello di linguaggio del corpo, quando c’è un momento di difficoltà vado e incito il compagno e la squadra, questo non riesco a tirare fuori da questi giocatori, gli manca questo aiuto. Anche Joronen ha fatto l’errore, capita, prendo la palla e vado a metterla in mezzo al campo per recuperare, noi non dobbiamo abbatterci, stiamo lottando per salvarci. Con l’Ascoli sarà dura, è una squadra fisica, tecnica e ha qualcosa in più di noi, perché conosce bene la B, però noi con le nostre armi dobbiamo combattere e quando lo facciamo sappiamo combattere bene. Oggi si pensa che il Venezia deve giocare bene, vincere, salvarsi. Noi siamo il Venezia, dobbiamo diventare umili per salvarci. Basta coi messaggi che il Venezia è forte, il Venezia lo deve diventare forte, altrimenti saremmo in un’altra posizione di classifica”.

Assenti?
“Rimane a casa solo Busio, ci vorrà ancora un po’. Maenpaa aveva avuto un piccolo problema al polpaccio”.

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Domenica 5 Maggio 2024
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