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Lecce, Corvino: "Parlerò con Liverani per il mercato. Vogliamo tornare in Serie A"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Giacomo Morini

Conferenza stampa di presentazione per Pantaleo Corvino come neo direttore tecnico del Lecce. Per il dirigente è un ritorno a casa, dopo le esperienze alla Fiorentina e al Bologna: "Mi sento un decano della categoria. Succede speso avere una sala stampa nutrita e tanti tifosi che mi ascoltano. Sono emozionato e non è retorica. Vi faccio un saluto sincero. Ringrazio la società per questa grande accoglienza. Ringrazio il Presidente per aver voluto accogliere in questo modo. Faccio un saluto anche a chi no è presente per via della situazione che c’è. Un saluto anche a chi non c’è più dopo quindici anni. Ringrazio e saluto i nostri tifosi. Il Presidente mi ha detto: 'Pantaleo cosa dirai?' Andrò a braccio".

"Devo essere sincero, quello che ho fatto è qualcosa che rimane nella storia. Se è positivo si prende atto, laddove ci sono stati errori bisogna migliorarli ma il passato è il passato. Guardo la realtà e penso al presente programmando il futuro. Non sono contento, di più. Essere qui per me è un onore. Solo nei numeri da 600 partite in Serie A solo il numero uno. Ma non devo essere definito tale. Venire qui a Lecce è una scelta di cuore. Nella mia vita ho sempre guardato al cuore. Dei 45 anni che faccio calcio, 15 li ho fatti nel mio territorio. Sono molto legato alla mia terra e ho sempre dimostrato amore per questa terra. Ho casa a Vernole e pur volendo bene ai club in cui ho lavorato, ho sempre pensato a questa terra. Quando andai via, pensavo di essere bravo solo nella mia terra. Avevo bisogno di consacrarmi anche lontano da qui, questa è la vita e la mia carriera. Sono sempre rimasto nelle società che mi hanno dato fiducia. In questo momento ho deciso di sposare le ragioni di questa società. Quando arrivi ad una certa età hai bisogno di stimoli e le offerte dei club blasonati non erano stimolanti come questa. Quando Saverio mia ha chiamato per tornare a casa ero in trattative con altre società, gli dissi subito che il mio desiderio era quello di tornare a casa. Però, gli dissi che avevo bisogno di rappresentare anche la mia idea. Io al mio allenatore chiedo sempre di avere un’idea. La mia idea è quella di tenere conto delle caratteristiche. Essere responsabile di un’area tecnica e prendermi delle responsabilità. Voglio sempre arrivare all’obiettivo che mi prefiggo. Voglio seguire l’area tecnica a 360 gradi e seguire attentamente il settore giovanile. Ogni responsabile per arrivare in un punto deve conoscere la strada giusta. Quella che conosco io è figlia di un percorso fatto di esperienza. Tutte le strade sono migliorabili ma non per trovare quella degli altri ma per rafforzare la mia. Al CdA ho detto: “la mia vocazione è il settore giovanile”. Creare risorse tecniche è il mio obiettivo principale. Però, è anche necessario fare scelte giuste sia come allenatore sia come direttore. Oltre la prima squadra, l’obiettivo è rafforzare il settore giovanile. Io sarò giudicato anche per quanto succederà per il settore giovanile. Chi mi ha conosciuto, sa benissimo che i miei tifosi sono anche miei concittadini, sono quelli che ho davanti quando cammino per strada. I miei tifosi sono la mia gente. Sono nella mia terra e coloro che ho davanti sono la mia gente. Quello che farò, lo farò per i miei tifosi, per la società e per tutti voi. Non voglio avere fretta, dobbiamo essere onesti e sinceri. La mattina mi sveglio per vincere. Il mio obiettivo da qui alla fine è quello di lasciare il Lecce dove e come l’ho lasciato la volta in cui sono andato via"

Che patrimonio tecnico ha trovato? Come intende agire sul settore giovanile?
"Ogni Direttore conosce la sua strada. I risultati che porterò saranno giudicati da voi tutti. Quando mi presentai 15 anni fa, anche lì eravamo in Serie B. Di solito, la regola parla di un rinnovamento dopo ogni sconfitta. L’altra volta, quando arrivai, dissi che non sono un taglia teste. Sia per coscienza umana sia perché non possono conoscere a priori la strada delle persone che sono già qui. Al tempo trovai Sonetti e Cannito e continuai con loro. Ovvio che se le strade mie e loro non sono uguali, devo fare altre scelte. All’epoca Rizzo doveva allenare gli esordienti e dall’oggi al domani, gli dissi devi allenare la Primavera e poi la storia la conoscete tutti. Farò le mie scelte nei prossimi giorni. Ho molto lavoro da fare e tanti giocatori della Serie A sono in prestito. Tra l’altro, quelli in prestito erano titolari. Ho trovato anche delle situazioni dove mi confronterò per iniziare il nuovo ciclo"

Con Liverani si è sentito? Avrà un collaboratore?
"Con Liverani mi sono sentito il giorno dopo la partita. Abbiamo trovato una linea di intesa con tutti i soci. Mi sono buttato a capofitto. Ho parlato con il mister e ho delle grandi valutazioni nei suo confronti. Lui sa tutto. Io ho dei difetti, se ci sono dei pregi li dico così come anche i difetti. Ci siamo confrontati e posso dirvi che siamo in linea e che ho preso atto. Lui è partito dopo la partita, sto aspettando che torni dalle vacanze. Ho bisogno di vedermi con lui per gettare le basi. Il responsabile dell’area tecnica deve anche far crescere la ricchezza attraverso la formazione dei Direttori. Per ora, andrò avanti da solo. Nel futuro, sicuramente porterò qualcuno. Questa è una società che vuole diventare grande e si strutturerà per farlo. Scouting, centro sportivo, staff tecnico e tanto altro. Ho sempre rinfacciato ai precedenti Presidenti la mancanza di un centro sportivo. A tutti, ho sempre detto, una percentuale di quello che percepiamo, sfruttiamolo per avere un centro di proprietà. Quando sarà, vorrei che una percentuale del Lecce venga utilizzata per costruire un centro di proprietà"

Quanto valgono le motivazioni e la voglia di vestire la maglia?
"Sono contento delle tante persone cresciute insieme a me. Qualcuno all’epoca scrisse un libro senza che io gli spiegassi la storia. Quel libro raccontava la storia del mio curriculum come Direttore. Mancava però la parte relativa al rapporto con i tifosi. Quando hai un rapporto di amore con i tifosi e succede qualcosa, è naturale qualche intoppo. Io dai miei tifosi ho sempre ricevuto affetto e cercavo di rispondere portando giocatori per vincere. Mi sono sempre sforzato per fare il meglio. I tifosi mi hanno sempre dimostrato affetto e calore. L’ultimo anno a Lecce fu un anno in cui scelsi un allenatore che veniva da sette esoneri. Una testata locale fece un referendum per decidere se la scelta fosse giusta oppure no. Lui, l’anno prima, retrocesse con l’Avellino a gennaio. Scelsi quel tipo di allenatore. Quando prendevo Sesa e lo vendevo a 15 miliardi, il tifoso era scontento. Ma la società doveva andare avanti. Successe anche con Lucarelli. Quando andai via, quell’anno vidi Chevanton incantare. Vucinic non poteva giocare perché Bojinov era scoppiato. Le fortune di un Direttore sono anche quelle dell’allenatore. All’epoca, tanti raccontavano storie diverse. Ho sempre fatto tutto per amore dei tifosi e della mia società. Davanti ad offerte da miliardi di vecchie lire come potevo voltarmi dall’altra parte. I miei tifosi non portano rancore nei miei riguardi. Qualcuno mi ha voltato le spalle perché a qualcuno ho detto no perché calciatore non poteva diventare. Chi parla male di me sono coloro che hanno ricevuto un rifiuto da parte mia. Ho sempre dato il cuore per questi colori. A dei giocatori in prestito, faccio fatica a spiegare cosa significa questa maglia. Ai miei giocatori, spero di proprietà, devo far sentire il calore di questa maglia"

Quanto sarà importante avere giocatori under 24 in squadra?
"Le mie squadre hanno sempre tenuto conto dell’esperienza oltre che della gioventù. Io guardo alla qualità al di là poi dell’età"

Perché si è interrotta la macchina produttiva di talenti e plusvalenze?
"Tanti sono passati prima di me e dopo di me. Ho succeduto i vari Mimmo Cataldo, questo calcio è diverso rispetto al passato. Quando ero giovane, Cataldo era il mio maestro. Io in silenzio ad ascoltare e lui a parlare e a spiegare tutto. Spero di mettermi accanto qualcuno che crescerà insieme a me e mi sostituirà dopo di me. Nel ciclo passato, riuscimmo a fare qualcosa di straordinario. Portammo tanti ragazzi sia del nostro territorio che di quelli lontani. Dobbiamo fare degli sforzi inumani per riuscire a tornare dove stavamo. Se ci alziamo presto la mattina e andiamo a letto tardi, qualcosa riusciremo a farla"

C’è una programmazione per arrivare in Serie A in modo diverso fino ad ora?
"Sticchi Damiani ha usato un termine: patrimonializzare. Avere un capitale tecnico e umano importante. L’idea è patrimonializzare e creare ricchezza in prima squadra e nel settore giovanile. Lo sforzo nostro sarà quello di patrimonializzare"

In questa settimana, quante richieste ha ricevuto per i giocatori giallorossi? Crede di poter costruire una squadra con ossatura vecchia e nuova?
"Ho preso visione di quello che non c’è più e di quello che c’è. I matrimoni vanno fatti in due. Non voglio gente che resta senza motivazioni. Chi resta qui deve sentire questi colori dentro. A chiunque arriverà, scruterò la loro grande voglia di vestire questa maglia. Il telefono è squillato molto"

Cosa spera di raccontare ai suoi nipoti di questa esperienza nel Lecce?
"I miei nipoti conoscono due soli colori, il giallo ed il rosso. Anche loro sono contenti di godermi a casa e di lottare per questa maglia"

Ci potrebbero essere dei rapporti con la Corvino academy?
"È nata cinque anni fa e lo feci in quegli anni perché stavo per perdere la mia mamma. Volevo far crescere e fare qualcosa per il mio territorio. Creai una scuola per dei ragazzi che volevano fare calcio. Dopo trovai squadra e dovetti lasciare il tutto. Un conto se ci sei e sei presente, un conto se sei lontano. Capì che era meglio lasciare. In due tre anni tirai fuori dei ragazzi che ora sono a Roma, a Verona e a Lecce. Per avere il conforto del campo devi toccare con mano"

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Giovedì 2 Maggio 2024
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