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ESCLUSIVA TMW - Salernitana, Capezzi: "Ci manca la curva. Galleggiamento, chiacchiere da bar"

di Luca Esposito
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© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com

All’inizio della sua carriera sembrava un autentico predestinato, lui che ha fatto grandi cose con la maglia del Crotone trascinandolo in A a suon di giocate e prestazioni da 7 in pagella. Quando, poi, si è confrontato con campioni di un certo livello ha trovato meno spazio, al punto da rimettersi in gioco con umiltà prima in Spagna e poi in B, con la Salernitana. Mister Ventura non gli ha dato lo spazio che avrebbe meritato, ma la dirigenza sa bene che ha in casa un ottimo giocatore per la categoria e lo ha blindato in estate con un pluriennale prelevandolo dalla Sampdoria a titolo definitivo. Leonardo Capezzi ha rilasciato un’intervista telefonica alla redazione di Tuttomercatoweb parlando di passato, presente e futuro:

Un boom iniziale con il Crotone, la grande chance in A, poi una leggera involuzione. Quando rivedremo il vero Capezzi?

“Bella domanda. Dopo la cavalcata con il Crotone mi è mancata un po’ di continuità, quando firmi per un club ambizioso e prestigioso come la Sampdoria e ti ritrovi a competere con un centrocampista come Torreira sai benissimo che parti un pochino indietro nelle gerarchie e devi soltanto farti trovare pronto quando chiamato in causa. Ad Empoli è accaduta grossomodo la stessa cosa: buon inizio, poi è esploso Bennacer: oggi gioca nel Milan, non è proprio l’ultimo arrivato. E’ assolutamente normale che, militando in squadre di un certo livello, ci sia tanta concorrenza. Anche per questo non mi va di archiviare tutto in modo negativo. Sono esperienze, umane e professionali, come quella che ho provato in Spagna e che purtroppo non è andata bene. A Salerno non ho giocato quanto mi aspettassi l’anno scorso, ma ho sempre cercato di dare il mio contributo. Ora hanno puntato su di me, ho firmato un contratto triennale e spero di tornare presto il calciatore che tutti hanno conosciuto ai tempi di Crotone”.

Il lockdown ha comportato la chiusura degli stadi, quando pesa questo fattore in un ambiente come Salerno?

“Non lo dico certo io che l’Arechi abbia la curva più bella d’Italia, almeno nella nostra categoria. Ho conosciuto il potenziale dello stadio da avversario e sentivamo a pelle quanto fosse difficile portar via punti da lì. Già è una tristezza disputare le partite a porte chiuse, figuriamoci quanto ci sta perdendo la Salernitana e immaginiamo un Arechi gremito per le gare decisive che perdemmo contro Empoli e Spezia. E’ una componente che incide, a Salerno direi che fa proprio la differenza e non sono le classiche frasi fatte. Ho soltanto assaporato il potenziale della curva perché, purtroppo, il lockdown ha imposto la chiusura degli impianti, ma i miei compagni mi hanno detto spesso che traevano energie e carica positiva da quel muro umano colorato di granata”.

La curva, però, ha deciso di abbandonare la squadra in segno di protesta nei confronti di Lotito. Giusto così?

“Preferisco non entrare in questa questione, sono cose che riguardano la curva e la società. Dico soltanto che spero tornino presto al nostro fianco perché è un fattore che incide e dà una grossa mano”.

C’è chi pensa che la Salernitana perda le partite decisive a causa di un calo di concentrazione dettato dalla famosa regola sulla multiproprietà. Fantasie, no?

“Non ci crederò mai, sono le classiche chiacchiere da bar che non contano nulla. Nessun giocatore, per di più in una piazza prestigiosa come Salerno, tira indietro la gamba per una regola alla quale nemmeno pensiamo. Posso dirvi che i presidenti, alla vigilia di partite importanti, hanno sempre cercato di trasmetterci una carica in più e non ci hanno mai posto vincoli. Credo siano i primi che sperano di vincere ancora con la Salernitana, del resto gli investimenti fatti negli ultimi anni lo certificano”.

Come mai una squadra così forte come quella dello scorso anno non ha raggiunto i playoff?

“E’ difficile dare una sola spiegazione, i numeri post lockdown parlano chiaramente e non ammettono interpretazioni. Non siamo stati bravi, il rammarico è che avevamo un ottimo allenatore e una grande squadra, ricca di qualità. Non centrare l’obiettivo a 45 minuti dalla fine fa male, un vero peccato”.

Quanto ha dato fastidio la scelta di Ventura di criticarla, prima della trasferta di Ascoli, in conferenza stampa davanti a tutti e non privatamente?

“Non porto rancore nei confronti di nessuno, se il mister ha ritenuto opportuno fare quelle dichiarazioni avrà avuto le sue ragioni e le rispetto. Le idee di Ventura mi piacevano moltissimo, ho imparato tanto da lui e credo di aver risposto bene quando mi ha chiamato in causa. L’importante è che so come ho lavorato e quanto ho onorato la maglia allenamento dopo allenamento, tutto il resto fa parte del gioco”.

Nel suo momento migliore, però, Ventura decise di mettere Capezzi ancora in panchina. In questo modo gente forte come lei, Giannetti o qualcun altro rende meno perché non avverte fiducia, è d’accordo?

“La continuità è sicuramente importante, ma va guadagnata così come la fiducia di un allenatore. Certo, non lo scopro io che fare una partita, poi andare in panchina,poi disputare 10 minuti e poi andare di nuovo fuori non aiuta a trovare autostima e consapevolezza. Ma, parlando in generale, ritengo che il calciatore bravo è quello che si allena sempre a mille e poi si fa trovare pronto la domenica a prescindere dal minutaggio”.

Dove vuole arrivare questa Salernitana?

“Non scopriamo certo oggi che quello di B è un campionato molto difficile, ci sono squadre davvero ben attrezzate e mi riferisco soprattutto alle retrocesse dalla A. A noi tocca battagliare su tutti i campi incarnando lo spirito della gente e del nostro allenatore, col massimo rispetto ma senza timori reverenziali. Siamo tutti dispiaciuti per la sconfitta con la Spal, ma ritengo non debba essere cancellato l’ottimo avvio di stagione: abbiamo perso solo una gara, siamo in attesa del verdetto sulla sfida con la Reggiana che potrebbe portarci al secondo posto. Ragioniamo gara dopo gara e miglioriamo la nostra identità, a fine stagione tireremo le somme”.

Qual è il suo ruolo preferito?

“A Crotone, sia in B sia in A, ho giocato in un centrocampo a due. Credo che lì rendo al massimo. E’ chiaro che, con un centrocampo a tre, mi hanno utilizzato anche da regista. Da quando sono arrivato a Salerno mi hanno chiesto di provare come mezz’ala e mi sono messo a disposizione applicandomi al massimo. Ci sono tante cose in cui devo migliorare, chiaramente ho le mie caratteristiche e cerco di sfruttarle per dare un contributo alla squadra”.

Caso Reggiana: come va a finire?

“A noi tocca pensare che abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, saranno gli altri a stabilire il resto. Certo, tre punti in più in classifica darebbero un grosso slancio e una spinta ulteriore in vista del posticipo con la Cremonese”.

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