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D'Elia si dimette: "Anno di passione infangato da menzogne. Via per il bene della Juve Stabia"

di Tommaso Maschio
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© foto di Federico Gaetano

Con una lunga lettera pubblicata sul sito ufficiale della Juve Stabia Vincenzo D’Elia, che ricopriva l'incarico di amministratore unico del club gialloblù, ha annunciato il proprio addio in seguito allo scontro fra i due soci Franco Manniello e Andrea Langella dei giorni scorsi:

“È un giorno triste. Mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni dalla carica di amministratore unico della Juve Stabia.
Mi vedo costretto, per l’appunto, in quanto la vicenda che mi riguarda è diventata – mio malgrado – centrale in un contraddittorio, al quale sono estraneo, tra i due soci che nei giorni scorsi ha raggiunto toni inaccettabili rispetto ai quali ritengo opportuno prendere le distanze. Lo faccio per il bene della Juve Stabia, società alla quale mi sento intimamente legato dopo un anno di lavoro instancabile, e dei tifosi che non meritano affatto di vivere situazioni di incertezza per la loro squadra del cuore.

Quest’anno di passione è stato infangato da ignobili menzogne che troveranno la giusta risposta nei fatti e, certamente, non nelle illazioni portate alla ribalta ed all’attenzione della città senza alcun contraddittorio, dal quale mi sono sempre tenuto distante per non accalorare gli animi e lasciare l’ambiente sereno anche quando, ingiustamente, una curva, su notizie non veritiere, è stata indotta a contestarmi.

Falsità costruite ‘ad arte’ per meri fini opportunistici, per demolire un percorso virtuoso che, a questo punto, va necessariamente interrotto.
Sin dal giorno della nomina, ho profuso impegno ed abnegazione, per dare alla società una struttura moderna e professionale (altro che dilettantismo…), dotandola di consulenti di comprovata esperienza e integrandone il personale esistente con poche, ma strategiche, risorse umane di esperienza e valore.
Nessuno dei precedenti collaboratori è stato mai allontanato, questo ci tengo a sottolinearlo. Affermare il contrario vuol dire mentire.
Ne, tantomeno, lo stesso segretario Persico, figura storica della famiglia Juve Stabia del quale si è pretestuosamente fatto un gran parlare, potrà giammai confermare che è stato licenziato o invitato a dimettersi.

Anzi: l’unica opzione reiteratagli più volte, è stata quella di affiancargli un adeguato supporto visto che, da solo e con un’abnegazione senza pari, si trovava a ricoprire una miriade di funzioni che andavano necessariamente ripartite per sgravarlo dalle troppe incombenze. E tutto ciò, ricordiamolo, in una società di Serie B, con un fatturato importante e 50 dipendenti tra area sportiva ed amministrativa. Una società nella quale era impensabile continuare ad agire con improvvisazione. La mia storia umana e professionale ed i risultati conseguiti sul campo non possono essere certamente intaccati dalle menzogne, solo raccontate ma non supportate dai fatti, mandate in pasto agli ignari tifosi solo per ripercorrere il copione oramai noto di eliminare qualsiasi figura integrativa in un’organizzazione oramai obsoleta, non più al passo con i tempi e con il prestigio di una categoria da consolidare e mantenere ad ogni costo.
Purtroppo, con il passare del tempo ho dovuto constatare che ogni figura aggiuntiva a quelle esistenti – per quanto sia necessaria – è considerata di disturbo ad una gestione patriarcale e monocentrica. Ho provato a dare organizzazione ed immagine alla società, a preparare il campo per una permanenza duratura nella categoria, foriera di risultati sempre migliori.

Ho consolidato i rapporti con le Istituzioni locali e federali. Ho preparato il campo per proiettare la Juve Stabia in un parterre internazionale. Il lavoro svolto non è stato capito e non può essere completato. Non ho potuto far breccia nei cuori dei tifosi, cui per primi va dato conto, falsamente informati ed oggi, giustamente, preoccupati ed insoddisfatti. Non sono riuscito nella mission e, pertanto, abbandono il campo. Rassegnare le dimissioni ne è necessaria ed ineluttabile conseguenza, atto dovuto ed irrevocabile. Per responsabilità, per amore della squadra e, soprattutto, per il dovuto rispetto che meritano i tifosi, proprio loro. Spero fortemente, per il bene della società, dello staff tecnico, della squadra, dei tifosi – cui comunque va il mio ringraziamento per l’anno intenso ed emozionante vissuto insieme – e dei cittadini stabiesi tutti, che i soci trovino – alla luce della mia uscita – un nuovo equilibrio apportando le necessarie urgenti risorse organizzative e finanziarie senza le quali si aprirebbe una parentesi disastrosa ed irreversibile per le sorti del club".

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