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VAR a chiamata, scommesse e contratti lunghi: le proposte della A per cambiare il calcio

TMW
di Ivan Cardia
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La Serie A resta a 20 squadre, anche se non tutti sono d'accordo. In giornata si è tenuta una assemblea, tanto rapida quanto delicata, al termine della quale i club del massimo campionato hanno espresso una posizione unitaria, sebbene non unanime. Da un lato Inter, Juventus, Milan e Roma, dall'altro tutte le altre società: le tre votazioni andate in scena sono infatti tutte terminate 16-4.

Le tre votazioni. La prima, come vi abbiamo raccontato, ha riguardato la rimozione del diritto d'intesa, ventilata dal presidente federale Gabriele Gravina: le quattro big si sono dette favorevoli, mentre le altre 16 hanno votato contro l'idea della FIGC. La seconda ha riguardato il documento già stilato a dicembre 2022, poi aggiornato e che già domani, nell'incontro fra lo stesso Gravina e le componenti (quindi nel caso della A, il presidente Casini) sarà sottoposto alla federcalcio. In questo caso le quattro si sono astenute per coerenza con la prima votazione - il documento prevede infatti il mantenimento del diritto d'intesa, vero casus belli - ma il risultato in sostanza è stato lo stesso. La terza, conclusa sempre 16-4, ha riguardato la conferma del format a 20 squadre.

Le proposte della Serie A per cambiare il calcio. Il documento, presentato dallo stesso Casini anche alla stampa in conferenza stampa a fine 2022 e poi aggiornato nel corso dei mesi, prevede alcuni punti che le squadre del massimo campionato ritengono essenziali per riformare il calcio. In alcuni casi si fa riferimento a macro-aree, in altri a proposte più concrete, altri ancora non sono direttamente nella disponibilità della FIGC ma consistono in proposte che la Federcalcio dovrebbe portare poi agli organi competenti, che si tratti di UEFA, FIFA o IFAB. Abbiamo provato a sintetizzare i punti salienti.

La governance federale e l’autonomia della Lega Serie A. Via Rosellini chiede la possibilità di autodeterminarsi, di incidere sulle posizioni che la riguardano. In tal senso si legge la conferma del diritto d'intesa - che prevede la necessità dell'ok della lega a riforme che la riguardino direttamente, anche se approvate dal consiglio federale a maggioranza di 3/4 - e la richiesta di redistribuire i pesi federali. Attualmente, la Serie A "conta" per il 12 per cento dei voti, contro il 17 per cento della Lega Pro e il 34 per cento della Lega Nazionale Dilettanti.

Ordinamento dei campionati. Direttamente collegato al primo è il tema della riduzione del numero di squadre professionistiche, che attualmente sono 100 e sono considerate eccessive dalla Serie A. La stessa Lega calcio non è però disposta a rivedere il numero dei club partecipanti al proprio campionato, confermando il format a 20 squadre. Tra le richieste, anche quella di ridurre il numero di promozioni e retrocessioni fra le leghe.

Infrastrutture e stadi. Forse il tema più importante di tutti per i club di Serie A, che in più occasioni hanno chiesto ulteriori novità normative sul tema degli stadi. Tra le varie proposte, l'introduzione del riconoscimento facciale per la sicurezza negli stadi.

Sostenibilità economico-finanziaria. Tra gli argomenti principali, gli stipendi dei calciatori. La Serie A propone l'introduzione di un salary cap e anche la riduzione automatica (del 30 per cento) degli stipendi dei giocatori per le squadre retrocesse. Inoltre, sono proposte norme più selettive per l'iscrizione ai campionati.

Contratti più lunghi per i calciatori. Oltre al contenimento dei costi, la Serie A propone di seguire il modello della Premier League per quanto riguarda gli accordi con i tesserati, portando a 8 il numero massimo di anni a livello contrattuale. Attualmente in Italia il limite è di cinque anni.

Ripristino sponsorizzazioni scommesse. Abolito il decreto crescita, che i club chiedono sia invece reintegrato, le società di A chiedono che si riveda anche il decreto dignità, tornando a rendere lecite - e remunerative - le pubblicità delle agenzie di scommesse.

Nuove norme sui vivai e sul calcio femminile. Tra le proposte per l'incentivo ai settori giovanili, oltre al reinvestimento di parte dei proventi dall'abolizione del decreto dignità, anche quella di incentivi fiscali, comune al piano FIGC. Viene chiesto anche il prolungamento delle deduzioni fiscali per il calcio femminile.

La valorizzazione degli arbitri. È una delle proposte che non dipende dalla FIGC ma dall'IFAB e dalla FIFA. Si chiede di professionalizzare la figura arbitrale, rendendoli tra l'altro indipendenti dalla Federcalcio.

Ridurre il numero delle partite. Altro argomento a cavallo tra competenze federali e UEFA o FIFA. La Serie A chiede la riduzione del numero di partite da calendario - nella stagione 2024/2025 Inter e Juventus potrebbero arrivare a 71 gare giocate, un'enormità - e inoltre la riduzione della Coppa Italia, seguendo il modello dell'In-Season Tournament NBA.

Var, tempo effettivo ed espulsioni a tempo. Altro tema legato alle proposte da portare all'IFAB: la A propone il VAR a chiamata, una o due volte a partita, ma anche la possibilità di rendere pubblici in diretta i dialoghi con l'arbitro. Tra le possibilità novità, l'introduzione del tempo effettivo e delle espulsioni a tempo: novità su cui, nonostante le smentite sui cartellini blu, sono già in corso valutazioni anche a livello internazionale.

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