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Torino, "un quarto d'ora da stupidi" rovina la partita con più occasioni create

di Emanuele Pastorella
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Il Toro crea e poi si butta via, ma se non altro questa volta è riuscito a metterci una pezza. La casella delle vittorie in casa resta vuota, il successo non arriva ormai da un mese (4 novembre scorso, 1-2 a Marassi contro il Genoa per la prima e unica gioia di Marco Giampaolo) e il punticino conquistato contro la Sampdoria migliora di pochissimo la classifica. Anche perché laggiù in coda la concorrenza sta allungando: i blitz esterni di Parma e Udinese hanno lasciato Belotti e compagni da soli al terzultimo posto, l’avversaria più vicina è diventata la Fiorentina a due lunghezze di distanza. Difficile essere ottimisti guardando classifica e risultati, in più va considerato che sabato c’è il derby contro la Juventus, la squadra contro la quale il presidente Urbano Cairo ha racimolato meno punti. Un’unica vittoria in oltre 15 anni con l’editore alessandrino, il Toro non batte i bianconeri in trasferta addirittura dal 1995. Quasi impossibile, dunque, guardare con positività al prossimo appuntamento, eppure la sfida contro la Sampdoria lascia qualche dato interessante.

Tredici tiri in porta totali, otto conclusioni nello specchio della porta blucerchiata: ai numeri, i granata avrebbero ampiamente meritato di battere i blucerchiati. Audero è stato il migliore in campo, Sirigu ha subito appena due tiri tra i pali, e come spesso capita, tra incertezze sue e sfortune del momento, sono stati sempre gol. Il 2-2 del Grande Torino dice che il Toro è una squadra viva, che con il 3-5-2 ha ritrovato le vecchie certezze e che il 4-3-1-2 può essere una carta da giocare a gara in corso per dare la scossa, proprio come è accaduto con l’inserimento di Verdi a 20 dalla fine, e i granata seguono il proprio allenatore. Poi, però, ai brillanti primi tempi, segue quasi sempre una ripresa horror. A San Siro la rimonta si era materializzata dopo l’ora di gioco, ieri il crollo è avvenuto prima. Due gol in nove minuti, poi il Toro ha ripreso a creare e a rendersi pericoloso, riacciuffando il pari e provando a vincerla fino all’ultimo. “Abbiamo concesso un quarto d’ora da stupidi” l’analisi senza mezzi termini di Andrea Belotti, giunto ieri a quota 99 in maglia granata. E sono stati 15 minuti carissimi, durante i quali la formazione di Giampaolo ha dilapidato altri punti che sarebbero stati fondamentali. Sabato la Juve, inevitabile dire che non saranno ammessi cali di concentrazione nemmeno per pochi secondi. Serve la partita perfetta, anche per rinsaldare la posizione dell’allenatore che continua ad essere tutt’altro che salda.

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