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Torino, scoppia il "caso" Zaza. E il Sassuolo studia il grande ritorno

di Emanuele Pastorella
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A Genova, Zaza ha fatto parlare molto di sé. Non tanto per un gol segnato o per una bella prestazione offerta, quanto invece per la doppia esclusione. Già, perché è a tutti gli effetti “doppia”: la prima, è quella dall’undici titolare, con il Gallo Belotti che è stato costretto a dare forfait proprio sul più bello ma Walter Mazzarri ha preferito giocare senza prime punte di ruolo piuttosto che puntare sull’ex Valencia; la seconda, è quella dai subentrati, con il classe 1991 che ha visto l’ingresso in campo dei vari Meité, Laxalt ed Edera, mentre lui rimaneva accomodato in panchina. E pensare che la partita non si era messa nemmeno sui binari giusti, sbloccata soltanto a 13 minuti dalla fine con l’inzuccata di Bremer su corner battuto da Verdi. Ora, viene spontanea una domanda: ma se Zaza non viene impiegato nemmeno nel momento in cui manca Belotti e Iago Falque è ancora fermo ai box, quando giocherà? Mazzarri ha provato a rispondere.

Scelta forte - Era ovviamente tra le primissime curiosità dei giornalisti presenti a Marassi, questo il punto di vista dell’allenatore granata: "Ho fatto alcune scelte forti, ma tutte dettate da ciò che ho visto in settimana: utilizzo sempre chi si allena al top o chi ritengo possa essere più utile alla squadra e soprattutto ho detto che non esistono più gerarchie. E poi c’era Berenguer che stava meglio, ha giocato molto bene". Parole che sanno di bocciatura, specialmente dopo gli 80 minuti di nulla assoluto che Zaza ha offerto sette giorni prima nella batosta interna subita contro l’Inter. In quel caso, tutto il Toro fu disastroso, ma l’attaccante in primis fece ben poco per farsi servire palloni da provare a trasformare in azioni da gol. Manca meno di un mese all’apertura ufficiale del calciomercato invernale, il via sarà dato il 2 gennaio, e per Zaza potrebbero anche aprirsi le porte della cessione.

Mercato aperto - Mazzarri sta facendo le sue riflessioni, proprio come l’ex Valencia. E la conclusione, se anche nelle prossime tre partite (Fiorentina domenica, Hellas Verona il 15 dicembre e Spal sabato 21) che chiuderanno il 2019 dei granata non ci saranno segnali di svolta, può davvero essere la separazione. L’unico ostacolo alla cessione definitiva può essere il presidente Urbano Cairo, poco propenso a centrare minusvalenze rispetto agli investimenti fatti. Ma, al momento, sembra davvero impossibile trovare un club disposto a mettere sul piatto i circa 14 milioni di euro spesi nell’estate del 2018 per strapparlo al Valencia. La soluzione potrebbe essere il prestito con diritto di riscatto, in tal senso ci sarebbe già chi starebbe pensando all’attaccante. Il Sassuolo è pronto a riabbracciarlo, andando così a riformare quella coppia con Berardi che fece sognare il popolo neroverde cinque anni fa. Per il momento non si è andati oltre a qualche colloquio interlocutorio, ma dopo Genova le quotazioni di uno Zaza in granata anche nel 2020 sono in discesa. Perché salgano quelle neroverdi, però, bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo.

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