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Torino, enigma Juric: "Non so se ci vediamo a luglio". La partita con Cairo è aperta

di Emanuele Pastorella
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Prima la sfida contro l’Inter, poi la partita con Urbano Cairo: il futuro di Ivan Juric e del Torino si gioca su due binari paralleli. Perché innanzitutto sarà il campo a parlare, con i granata che hanno la possibilità di conquistare un ottavo posto con vista sull’Europa, e poi si parlerà di campo, con l’allenatore che andrà al colloquio decisivo con la dirigenza. “Da diverso tempo mi dedico alle prestazioni e ai risultati, non mi interessa la prossima stagione – dice apertamente il tecnico croato – e la concentrazione è massima per l’ultima partita: vogliamo chiudere all’ottavo posto, sarebbe un risultato inaspettato”. Già, perché il Toro non dipende da nessuno se non da se stesso: “Avevamo fatto una tabella che aggiornavamo ad ogni partita con i risultati delle altre, questa volta c’è scritto solo ‘Torino’ – il retroscena che arriva dal Filadelfia – perché non ci interessa più sapere i risultati delle avversarie: dobbiamo giocare liberi e felici, senza pressioni, e andarci a prendere quello che sarebbe un premio meritato per tutto il gruppo di lavoro”. Il discorso è lo stesso anche se ieri la Fiorentina ha espugnato Reggio Emilia contro il Sassuolo, il Toro deve solo vincere per arrivare ottavo e poi aspettare notizie dalla querelle Uefa-Juve con lo spiraglio Conference League che rimane aperto.

“L’estero? Mi stuzzica molto”
Poi, una volta che sarà calato il sipario sulla stagione, si aprirà un’altra sfida incerta e imprevedibile. “Al momento non so dire se ci rivedremo a luglio, ma ammetto che l’estero mi stuzzica molto perché il livello è superiore alla nostra realtà – l’uscita che fa tremare su una sua permanenza – e dovremo incontrarci tutti insieme per parlare e vedere”. Una frase firmata Juric che fa immaginare un divorzio, anche se poi sembra che si stia condividendo il lavoro per il futuro: “Vagnati è in Argentina per visionare giocatori, lui vede i giocatori e poi discutiamo le loro caratteristiche – aggiunge il tecnico – anche perché più si va avanti, più capisce quello che voglio e sbaglia di meno: siamo ad un buon livello di lavoro, ma punto a portarlo ancora più in alto”. Intanto, però, già si vocifera quale potrebbe essere l’incastro perfetto: porterebbe Juric in Francia, al Marsiglia, al posto dell’amico Tudor. Al momento sono semplici voci e indiscrezioni, perché la partita tra Cairo e il tecnico è aperta a tutto.

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