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TMW RADIO - Porrini: "Stasera è diverso, il Real non è il Bayern. L'Atalanta deve tutto a Gasp"

di Dimitri Conti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Sergio Porrini intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Sergio Porrini, oggi vice-allenatore dell'Albania, ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. Le sue considerazioni iniziano dal match di stasera tra Atalanta e Real Madrid: "Il divario è tecnico e non solo, quello di ieri sera tra Lazio e Bayern si è visto ma non è un campanello d'allarme. Si sapeva alla vigilia che avrebbero dovuto affrontare una delle squadre più forti d'Europa oggi. In più hanno commesso errori individuali per cui sono stati puniti, e credo che stasera si vedrà una partita diversa, anche per come gioca e la filosofia che ha l'Atalanta. Poi questo Real Madrid non è al pari del Bayern".

Era insperata un'Atalanta così continua?
"Ho la mia idea, l'ho sempre detto e ribadito: l'Atalanta deve tutto, o quasi, a Gasperini. Lui è imprescindibile: tutti possono cambiare, e l'abbiamo capito con Gomez, ma Gasperini è quello che dà input e idee a tutti quanti. Non mi spiego sennò che chiunque sia passato di lì ha fatto prestazioni pazzesche: è lui che fa rendere ciascuno al meglio. Nella vicenda Papu la società ha scelto di preferire la sua figura".

Andrebbe cambiata la mentalità verso i giovani?
"Sì, è vero. Bisogna andare indietro negli anni e nella cultura sportiva che abbiamo noi italiani. Da noi sono passati tanti giovani che abbiamo fatto fatica a valorizzare perché c'è una pressione diversa, sia dalla stampa che dai tifosi: viene chiesto immediatamente al giovane di fare ottime prestazioni, o il rischio è quello di critiche anche fuori contesto. All'estero c'è più tempo, i giocatori si aspettano e si dà loro la possibilità di maturare giocando. Per vedere un 2002 o un 2003 titolare in pianta stabile, andrà cambiata un po' la cultura sportiva".

Si aspettava questo percorso di crescita da Bastoni?
"Lo conosco benissimo avendo la fortuna di averlo allenato negli Allievi: era più giovane rispetto all'età, già allora la società e tutti noi intravedevamo delle qualità superiori. Si vedeva sarebbe potuto diventare un campione, ma non mi aspettavo questa crescita così esponenziale: in primis quella fisica, lì è cambiato del tutto muscolarmente e ha aumentato la forza fisica mantenendo la tecnica. A lasciare a bocca aperta però è la sua tranquillità, sembra un veterano con 300 partite in Serie A. Merito al giocatore e a Conte che gli ha dato fiducia, facendo sì che potesse crescere".

Gagliardini può fare ancora di più?
"L'Inter ha tanti campioni, e in quel contesto è perfetto, adatto. Anche lui è cresciuto molto rispetto alle prime prestazioni nell'Inter: penso che più di questo non possa fare, ha raggiunto un livello per cui gioca spesso in una rosa del genere, credo sia il massimo. L'ho visto crescere molto".

Ismajli dello Spezia lo seguite?
"Siamo sempre alla ricerca di giovani promesse del futuro che possano farci crescere con la Nazionale albanese. Ho avuto l'occasione di allenarlo e vederlo dal vivo: ha forza fisica ed esplosività, è forte sull'uomo e nell'anticipo, è attento. Deve un po' migliorare nella costruzione, ma siamo contentissimi: con un allenatore come Italiano crescerà".

Come vede la Juve al ritorno col Porto?
"La Juventus ha sbagliato la partita, giocando sotto-ritmo e commettendo diversi errori, ma il gol di Chiesa è importantissima, così che debbano pensare ad una vittoria più tranquilla nell'arco dei prossimi 90 minuti. La Juve sa di essere superiore, e mi aspetto sinceramente che mettano sotto il Porto".

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