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TMW RADIO - Perinetti: "Torno a Siena, atto terzo. Locatelli? Stavo per prenderlo al Genoa"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Giorgio Perinetti intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Giorgio Perinetti, nuovo ds del Siena, ha così parlato a TMW Radio, nel corso del programma Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sono già stato qui in due occasioni precedenti, una sotto la gestione De Luca e l'altra con Mezzaroma. Momenti importanti, ora mi hanno richiamato ed è giusto che torni qua, perché ho avuto tanto affetto e riconoscenza da Siena. Voglio ripagare quanto avuto, mettendomi a disposizione per una risalita come fatto a Venezia. Spero che il risultato sia lo stesso".

Che Siena ritrova?
"Una città provata, per quanto ha patito l'Italia. Le difficoltà si trovano soprattutto nelle città d'arte: mai nella storia era stato annullato il Palio, invece siamo già a due annullamenti di fila. Immaginatevi... Però vedo segnali di ripresa e incoraggianti, la città torna a vivere, si vedono più macchine con targhe straniere".

Quanto puntate su Gilardino?
"Lo scorso anno per quanto è stato complicato, i dirigenti sono stati fantastici. Abbiamo dato a Gilardino uno staff importante e, speriamo anche con una squadra adatta, di poter competere per la vittoria (del campionato di Serie D, ndr). La società ha portato anche la documentazione necessaria per un'ammissione alla Lega Pro in caso di defezioni".

Quando una risposta?
"Martedì saranno dati i vari pareri e la Federazione comunicherà chi ha diritto di rimanere, chi dovrà abbandonare e chi potrà subentrare. Non faccio previsioni e lascio lavorare chi è preposto, noi siamo convinti di aver prodotto quanto serve".

Quanto risentite di questa attesa?
"Zero, siamo pronti ad iniziare la stagione a Montecatini, pronti a giocare in Serie D ma con due posti liberi nel caso arrivasse la lieta novella".

Che si aspetta dal mercato dell'Inter?
"Il sacrificio di Hakimi era previsto e indispensabile, non so però se dovessero essere aggiunte altre cessioni. Non dovesse essere così, l'organico dell'Inter rimane di tutto rispetto e, tramite operazioni intelligenti, potrebbero garantire un tentativo di difendere lo Scudetto e fare qualcosa in Champions. Inzaghi è un tecnico preparato, merita di alzare l'asticella. I presupposti per fare bene ci sono. Soldi ce ne sono pochi, ma non solo all'Inter e in Italia: serve pazienza e accortezza".

Quale l'insegnamento per l'Europeo vinto dall'Italia?
"Mancini sin dall'inizio ha tracciato una strada, dando fiducia e una mentalità precisa, che ha mantenuto, al gruppo di giocatori. Ha individuato giovani che poi sono cresciuti, la strada è quella, credere nei giovani. Certo, la tattica è importante e l'intensità va portata in ogni gara, ma soprattutto serve la fiducia verso quei giocatori che sanno ripagarla con le prestazioni, e tranquillità alle loro spalle".

Tra un anno e mezzo c'è il Mondiale.
"Essere favoriti però vuol dire poco, le difficoltà sono grandi. Penso all'Austria, partita in cui abbiamo faticato e, forse, senza il lampo di Chiesa si andava a casa. Noi siamo in posizione di fare benissimo nel "possiamo", mentre nel "dobbiamo" cominciamo a sentire il peso psicologico. Certo, l'Europeo ci impone di essere rispettati ma ricordiamoci che abbiamo grandi rivali".

Il Milan è indebolito senza Donnarumma e Calhanoglu?
"Di Maignan si dice benissimo, è una scelta coraggiosa anche se Donnarumma è tra i migliori al mondo e rappresenta una certezza. Questo ragazzo però sembra avere qualità. Hanno trovato Giroud, il sostituto di Ibrahimovic che non c'era, e anche se hanno perso Calhanoglu stanno irrobustendo l'organico. Per capire però bisogna anche guardare a cosa faranno le altre. Il mercato di tutti in ogni caso è in ritardo".

Tra le panchine delle squadre di vertice è stata una rivoluzione.
"Questo è il calcio di oggi: dinamico, versatile, in continuo cambiamento. Non serve meravigliarsi ma essere pronti a intervenire quando si ritiene. Ci sono anche tanti giochisti in rampa di lancio: penso ad esempio a Dionisi, Italiano, Motta e Zanetti".

L'Atalanta dove la vede?
"Possono far bene se riescono a sviare dalle pressioni. Se si concentrano più sul campionato che sulla Champions possono fare qualcosa in più".

Che ne pensa del caso Salernitana?
"Gravina è sempre più forte sia per l'operato in FIGC che per l'Europeo vinto: vorrà fare chiarezza e credo che succederà. C'è anche il discorso riforme, improcrastinabile per il calcio italiano e per dargli un futuro più snello e sicuro".

Locatelli andrà alla Juventus?
"Lui ha in testa la Juve, la Juve ha in testa Locatelli. Mi sembra complicato rompere la cosa, anche se le trattative esistono. Penso però che si concluderà così... Pensate che io tre anni fa l'avevo chiesto al Genoa ed eravamo ad un passo, poi il mio amico Gattuso non lo lasciò partire".

Ronaldo rimarrà in bianconero?
"Credo di sì, perché Allegri ne ha una stima enorme. Certo, da capire cosa accadrà con Dybala perché qualche incomprensione tra i due c'è stata".

Dell'addio di Antognoni alla Fiorentina che ne pensa?
"Come faccio a parlarne... Quando vedo Antognoni vedo la Fiorentina, ma oggi non è più così. Non conosco le considerazioni di Barone e Commisso, ma suona strano che Giancarlo Antognoni non rappresenti più quei colori".

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