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TMW RADIO - Mirabelli: "Credo in Tonali. Gattuso? Deve essere l'anno della sua consacrazione"

di Andrea Piras
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Massimiliano Mirabelli ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli ha parlato ai microfoni di TMW Radio dell'arrivo di Andrea Pirlo sulla panchina della Juventus: "La Juve non ridimensiona mai. Sicuramente è una scelta coraggiosa. Di solito hai intuito nel scegliere un allenatore se l'hai visto lavorare anche in un settore giovanile. Qui c'è un grande campione come Pirlo che viene chiamato a guidare una squadra come una Juve, squadra che non si accontenta mai e che non ridimensionerà mai. Non fa parte del DNA della Juve. E' una bella sfida, vediamo se anche questa la vinceranno".

"Sbugiardata" la scelta di Sarri di un anno fa?
"Ritengo che Sarri si è fatto le ossa ed è un grandissimo allenatore. Questa parentesi non vuol dire che Sarri sia diventato un brocco. La mia idea è che con questa scelta la Juventus abbia rimarcato a sé stessa e all'esterno che chi comanda è la società".

Che idea ti sei fatto su quello che sta uscendo? Davvero lui deve cercare una squadra a Ronaldo o la Juve sta valutando di più la cessione di Dybala?
"Sono due grandissimi calciatori che, fossi la Juve, li terrei stretti. Rimarranno sia Ronaldo che Dybala ma quando un giorno Ronaldo andrà via anche lì lo deciderà la Juve. Non subirà la decisione di Ronaldo o Mendes. La Juve deciderà di privarsi di Ronaldo lo farà. E' vero che dovrà svecchiarsi rispetto alle altre e in questa fase di riprogrammazione di un nuovo ciclo, se qualcuno è sveglio in Serie A, qualcuno può rompere il dominio in A della Juve".

L'Inter potrebbe essere favorita?
"Sono d'accordissimo perchè la Juve in nove anni ha sempre aggiunto un tassellino, oggi devono cambiarla velocemente. Non è semplice. Se si fanno tanti cambi non sarà semplice e forse per il bene del campionato vedremo una stagione con più interesse. Bravi loro per carità, ma questo è un momento dove possono cambiare le cose".

Gattuso?
"Lui piano piano ci sta lavorando e sta cercando di uscire da questa veste che lo ritaglia troppo come quel famoso giocatore aggressivo tutto grinta. Lui sta cercando di far giocare le sue squadra, è un allenatore diverso come idee dal Gattuso giocatore. Quest'anno dovrà essere la sua consacrazione. Il Napoli a mio avviso ha una grandissima rosa, sta investendo su giocatori importanti e quindi è un doppio campionato per Rino: per il Napoli e per sé stesso".

Se tu dovessi indicare il giocatore classe 2000 da prendere?
"In questo momento, per quello che abbiamo passato, io credo tantissimo in Tonali, nonostante non abbia fatto una stagione come ci si aspettava. Però è un giocatore di grande prospettiva e talento. Chi investirà su Tonali non sbaglierà perchè sarà uno dei pilastri della nostra Nazionale".

La Champions League?
"Il Lipsia per esempio non è una squadra che abbiamo sentito sempre nell'albo d'oro ma ha una proprietà che non ha nulla da invidiare al PSG. Non ha blasone ma ha la forza economica".

In queste settimane post-lockdown abbiamo ritrovato il Calhanoglu che l'aveva convinta a portarlo a Milano:
"Assolutamente, Calhanoglu è un giocatore molto importante, al tempo avevamo una squadra veramente giovane, la più giovane del campionato. Lui era stato sette mesi fermo per una vecchia firma di quanto era minore, quindi arriva da noi che non stava bene fisicamente, senza conoscere la lingue e i compagni, aveva la necessità di ambientarsi ed essere aspettato. E ti dirò di più: il meglio deve ancora arrivare, perché come calcia lui il pallone da fermo, secondo me ce ne sono davvero pochi".

Sul rinnovo di Donnarumma:
"Lui e il Milan devono continuare insieme, è una storia bella da raccontare e c'è anche il mio piccolo contributo, visto che se ancora oggi è al Milan è per la firma messa sotto la mia gestione".

Gabbia: una bella soddisfazione vederlo in campo e da protagonista.
"E' una grande soddisfazione, parlavo con lui e con il papà per convincerli a rimanere come tanti altri. Voleva andare a giocare al mio arrivo, spingeva tanto e io fino alla fine ho provato a convincerlo che la cosa migliore era rimanere e rinnovare con noi, perché poteva essere importante per la sua carriera. Lui era sempre presente a Milanello, anche quando non giocava né con la Primavera o con la Prima Squadra: lui si allenava, come i grandissimi professionisti".

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Martedì 30 Aprile 2024
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