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TMW RADIO - Donati: "Milan, il ten-in-a-row del Celtic ti aiuta. Dybala fenomeno da recuperare"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
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Massimo Donati ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Massimo Donati, doppio ex della sfida di Europa League tra Milan e Celtic, è intervenuto in diretta ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Il Celtic ha parecchi problemi, di varia natura. La stagione per ora non sta andando bene, e dicono che domani l'allenatore sia all'ultima possibilità. Secondo me stanno soffrendo molto il fatto che devono arrivare al ten-in-a-row, decimo campionato di fila da vincere, una pressione che giocatori e staff stanno sentendo tantissimo".

I Rangers sono forti...
"Stanno avendo una crescita impressionante, fino a febbraio hanno fatto molto bene poi si sono persi, inceppati, e hanno passato un mese che ha fatto prendere il largo al Celtic. Quest'anno invece sembrano sempre sul mezzo, vanno a mille e non mollano una virgola: si sono migliorati per evitare la decima vittoria del Celtic. Se vanno avanti così, si vedranno ottime cose sia in campionato che in Europa League".

Qual è il segreto del Milan?
"Ci sono tanti fattori, il primo è la fame che hanno i giocatori di vincere e arrivare in alto. Poi ci aggiungo qualità e spensieratezza della squadra, disarmanti: è bello vedere giocare il Milan perché tutti sanno cosa fare, con grande intensità, e se sbagliano ripartono. Li vedi che sono pronti, e va dato tanto merito all'allenatore. Al di là dei numeri tattici e di come si gioca, è lui che deve tirare fuori il meglio da ogni giocatore, sia chi gioca sia chi no: Pioli ci sta riuscendo benissimo. Poi c'è Ibrahimovic, che dà qualcosa ancora in più, ma hanno dimostrato di saper giocare bene anche senza di lui".

Chi il giocatore più cresciuto in questi ultimi mesi?
"Se devo dirne uno scelgo Bennacer. Mettiamoci anche Kessie, il centrocampo sta facendo un campionato straordinario, pensando anche a come era partito l'anno scorso Bennacer. Prendo il reparto mediano".

Cosa pensa del momento che sta vivendo Dybala?
"Partiamo dal presupposto che è un fenomeno, e per tanti anni l'ha dimostrato. Sta vivendo questo momento, ma le qualità del giocatore rimangono intatte, non è diventato scarso da ieri a oggi. Lui è uno che va fatto sentire importante: appena perde questa consapevolezza, lui, non riesce a rendere più. L'altra sera ha sbagliato un gol che non avrebbe mai potuto... Bisogna recuperarlo dal punto di vista mentale. Per la partita di stasera, dico che per me era importantissima anche la partitella del giovedì, figuriamoci una sfida di Champions...".

Lo staff tecnico ha fatto confusione con lui?
"Quando è arrivato da Palermo era un ragazzino e se ha raggiunto certi livelli, rimanendo tanti anni alla Juve, vuol dire che anche mentalmente è forte. Però è anche vero che a rimanere in alto ci vuole un altro tipo di forza mentale, che secondo me lui ha di sicuro dato che ha segnato gol importantissimo. Per me è solo un fatto di sentirsi uno dei migliori e non uno dei tanti".

L'arrivo di Cristiano Ronaldo non l'ha recepito bene, quindi?
"Non credo... Dybala può sentirsi importante anche se c'è Ronaldo. Le grandi squadre hanno sempre tanti grandi giocatori, e se non era Ronaldo era un altro. Secondo me è più il fatto di non sentirsi più intoccabile e di far giocare altri al posto suo. Però è fortissimo e tornerà a far vedere le cose che ha mostrato fino ad oggi. Non mi preoccuperei più di tanto, provando a risolvere il problema".

Oggi c'è un piccolo problema nell'attacco dell'Atalanta?
"No, solo il fatto che l'Atalanta per fare partite di alto livello deve sempre stare molto bene, e quando la condizione già è al 90% le cose cambiano. Adesso poi si sa come gioca l'Atalanta, se prima potevano essere una sorpresa ormai sono ben definiti, e gli altri allenatori si preparano anche meglio".

L'Hellas di Juric che si conferma sui livelli dell'anno scorso è una sorpresa?
"Sai cos'è? La fame. La fame dei giocatori, dell'allenatore, la voglia di arrivare prima degli altri e di vincere anche se poi magari non ci riescono. Questa è una delle cose più importanti nel calcio: senza mordente e determinazione, in alto non ci si arriva. Loro dimostrano sempre di averne tanta".

Lei Ribery in che ruolo lo farebbe giocare oggi?
"Non sull'esterno, lo avvicinerei più verso la zona centrale del campo, vicino ad una punta. O da seconda punta, o dietro alla prima punta. Parliamo di un extra-terrestre, ma a 37 anni non può avere lo stesso passo di quando ne aveva 25. Se è al 100% lo avvicinerei a una punta, se ancora non è al top e può crescere fisicamente, allora ok, ma oggi non vedo la brillantezza sul passo: lo farei correre di meno, quando la squadra non ha la palla".

Cosa manca al Napoli per poter lottare per lo Scudetto?
"Solo un po' di continuità: hanno fatto vedere che possono giocare grandi partite, ricordo per esempio il poker all'Atalanta, salvo poi non riuscire a ripetersi poco dopo. Se riescono a trovare una continuità di prestazioni possono arrivare in alto fino alla fine".

Possono esserci compromessi nella stagione di Pirlo o è bene bene, male male?
"Alla Juve se non vinci, e arrivi secondo di un punto, è sicuramente male male. Ma Pirlo ha giocato a livelli alti con grandissimi allenatori: sa come si fa il mestiere, anche se non ha esperienza. Questo non è in dubbio... Il problema, tra virgolette, è che alla Juventus devi vincere sempre o la stagione sarà fallimentare".

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