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TMW RADIO - De Marchi: "Mourinho a Roma spiega la differenza tra vincere e partecipare"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Marco De Marchi intervistato da Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Marco De Marchi, oggi procuratore, ha così parlato durante Stadio Aperto su TMW Radio: "Ai miei tempi c'era la Coppa delle Coppe costantemente snobbata, un parallelismo per la Conference può andare a quello. Il lavoro di Mourinho è stato fantastico, a Roma si fa fatica a trasferire una mentalità da vincente già al primo anno. Ci sono stati momenti meno radiosi ma merito a lui, ha dato ai suoi giocatori una corazza contro le polemiche della Capitale".

A livello comunicativo è come se fosse stata una Champions.
"Io ho vissuto un anno solo a Roma, ma mi è bastato per capire cosa vogliano i romanisti: in certe piazze c'è la necessità di allenatori che sappiano far infiammare la gente e in questo senso è il numero uno. Anche se si lamenta un po' troppo...".

Si chiede troppo a Zaniolo?
"Dopo infortuni come quelli che ha avuto, un rallentamento può accadere ma è sulla fase della maturazione: il talento non si discute, qualità fisiche e tecniche nemmeno".

Si è anche rivisto Spinazzola.
"Viaggia a velocità altissime addomesticando il pallone come se andasse a due all'ora: il suo infortunio è stato un dispiacere generale".

Quale deve essere l'obiettivo della Roma nel prossimo campionato?
"Appena iniziato il percorso, l'obiettivo di Mourinho era far capire la differenza tra partecipare e vincere: questo penso sia riuscito già al primo anno. L'allenatore è un traino pazzesco e immagino la società sia innamorata di questo condottiero. E quando la Sud spinge, la Roma gioca in dodici. A volte pure tredici".

Un bilancio sulla Juventus di quest'anno e quella che sarà.
"Il contratto di Allegri è sicuramente un vincolo: l'allenatore però ha esperienza, ha iniziato una strada che definisco tortuosa. Quando è tornato non ha trovato né la stessa squadra né lo stesso ambiente, c'era da cancellare tutto. L'annata è stata molto negativa. Secondo me hanno pagato molto l'assenza di Chiellini e ora ci sarà da sostituirlo: chi è in squadra non può farlo, c'è da ritoccare".

Ha nominato come suo "erede" Bastoni.
"I due, in comune, hanno solo il piede mancino. Chiellini ha il DNA da difensore di una volta, marcatore e arcigno, mentre Bastoni meno. Però su certi aspetti è il migliore d'Europa e non mi stupisce la corte dei migliori club. Comunque, se l'ha detto Chiellini c'è da credergli".

Come torna Pogba, se va alla Juve?
"Un giocatore così non si discute, bisogna capire con che testa rientra visto che le cose, alla Juventus, sono completamente diverse da quando se n'è andato. Sicuramente il centrocampo va ristrutturato".

Serve uno com'era Pirlo?
"Se cerchi uno come lui, fai fatica: play come Andrea per me non esistono più...".

A Bologna stanno creando il giusto valore?
"Prima che arrivasse Saputo c'era poco patrimonio, il presidente ha fatto investimenti incredibili, grazie anche al lavoro della parte tecnica. Pensiamo a Tomiyasu all'Arsenal un anno fa, a Hickey che è tra i terzini giovani più interessanti d'Europa o Schouten".

La base c'è?
"I tifosi bolognesi vorrebbero l'Europa: purtroppo in queste stagioni sono capitati dei blackout, a volte devi riuscire a voltare pagina. Ora si parla di innesti con professionisti di altissimo livello, aspettiamo per poter avere un giudizio più preciso".

Che impresa è la salvezza della Salernitana?
"Non conosco personalmente Nicola, ma mi piacerebbe farlo. Gli ho detto che mi faccio sentire ad ogni evento miracoloso, perché come già a Crotone è riuscito a farmi vivere emozioni incredibili. Chi avrebbe mai creduto ad una loro salvezza?".

Si sono meritati anche il finale fortunato.
"In questo caso non è assolutamente fortuna, ma un lavoro fatto quotidianamente e trasferito nella testa dei giocatori. Ha fatto rinascere una piazza intera".

Chiusura sullo Scudetto del Milan di Pioli.
"L'allenatore ha portato a termine un percorso che nessuno dava per possibile. Anche nei momenti di difficoltà ha tenuto dritta la barca, facendo sì che chi ha grandissimo talento, su tutti Leao, avesse trasmessa la capacità per determinare certe partite. Gli scudetti non si vincono da soli ma lui ha colpito spesso. Senza parlare poi della coppia Maldini-Massara, che si integra alla perfezione".

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