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TMW - Niente più Decreto Crescita? Bellinazzo: "I club potrebbero trovarsi in grossa difficoltà"

di Giacomo Galassi
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I problemi finanziari sono all'ordine del giorno da quando il coronavirus ha colpito il mondo. Alla luce di un ulteriore colpo subito dalle società di calcio con l'attuazione del Decreto Crescita che tarda ad arrivare, Tuttomercatoweb.com ha sentito in esclusiva Marco Bellinazzo, esperto in materia, per fare un quadro della situazione.

Bellinazzo, il 2020 è stato un annus horribilis per l'economia anche del calcio.
"Il tema è molto complesso perché si sbaglia a pensare che tutti i problemi economici della Serie A dipendano dall'emergenza sanitaria. Veniamo da anni di squilibri economici coperti in vario modo ma non con interventi strutturali. Non si può negare però che la pandemia con tutto ciò che ne consegue ha acuito questa difficoltà e sta drenando risorse importanti. I danni a fine anno potrebbero essere superiori al mezzo miliardo di euro e le società devono trovare un modo per far fronte ad un'emergenza che proseguirà anche nel prossimo anno".

In più ora si è aggiunta anche la questione del Decreto Crescita. Può spiegare in cosa consiste la questione?
"Il Decreto Crescita ha introdotto nella primavera del 2019 una facilitazione per ingaggiare calciatori che nei due anni precedenti non erano stati in Italia. E che restando fiscalmente in Italia per almeno un biennio permettevano alle società di risparmiare il 50% in tasse. Questo beneficio si dovrebbe tradurre in un beneficio per i club che possono così investire su ingaggi più alti contando su quel risparmio. Rendendo la Serie A un campionato più competitivo, un po' come nella Spagna dei tempi di Beckham. Il problema è che per rendere operativa la norma bisogna emanare un decreto attuativo, cosa che non è stata fatta in un anno e mezzo dal Governo. Ieri l'agenzia delle entrate con una circolare ha stabilito che finché non verrà emanato, il beneficio non avrà effetto per gli sportivi professionisti".

Com'è possibile che il Governo non emani il decreto?
"Di fatto l'agenzia delle entrate ha sospeso la sua operatività fino al decreto del Governo, ma non è così semplice da emanare adesso però perché agevolerebbe una classe alta della società, cosa mal vista dalla popolazione in questo momento. Nel caso ciò non avvenisse dunque, le società si troverebbero in grossa difficoltà: hanno pagato metà delle imposte delle ritenute che dovevano versare all'erario e l'erario potrebbe chiedere indietro questi soldi. Ma anche a gennaio, società che magari avevano messo a budget delle operazioni ad un certo costo, adesso non potranno più farlo. Il che crea una situazione di incertezza che non agevola società che sono già in difficoltà per la pandemia".

Ibrahimovic e Ribery sono stati presi anche grazie al Decreto Crescita.
"Assolutamente sì. Ibrahimovic avendo allungato il suo contratto rientra nell'agevolazione, senza Decreto Crescita il Milan rischia di dover pagare l'intera quota fiscale. Chiedendo magari poi il rimborso al fisco, ma sappiamo quanto sia lento il fisco nel rendere i soldi ai cittadini".

Qual è la situazione delle big del campionato?
"I bilanci al 30 giugno 2020 si sono chiusi con deficit molto pesanti. Circa 100 milioni di perdite per Inter e Juventus, addirittura peggio per società come Milan e Roma. In più devono affrontare problematiche che sono ancora più grandi in vista del prossimo anno. Inter e Juventus si ritrovano nella situazione di aver fatto importanti investimenti e in piena pandemia la prospettiva di recuperare i ricavi è diventata molto più ampia in termini temporali. Dovranno provare a mitigare i costi per non incorrere in ulteriori problemi economici"

Cosa aspettarsi dunque dal 2021?
"Il calcio si dovrà accontentare di una ripresa lenta, dopo anni in cui è stata in costante ascesa. E magari trovare altre formule dopo il 2024 che diano alle squadre di vertice la possibilità di aumentare le proprie entrate. Ma il prossimo triennio sarà difficile, anche nel caso in cui vengano riaperti gli stadi. Recuperare le entrate pre-pandemiche non sarà affatto facile. Quindi ci dobbiamo aspettare l'entrata di grandi società magari nel sistema del broadcasting".

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Lunedì 20 Maggio 2024
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