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TMW - Marotta: "Brozovic e Perisic? L'Inter può dar loro tanto, altrove non so se sia lo stesso"

di Simone Lorini
Fonte: dall'inviato Alessandro Rimi
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Oggi, a Milano, l'ad Beppe Marotta ha incontrato l'Inter Club del Consiglio Regionale della Lombardia. Queste le parole dal palco del dirigente dei nerazzurri raccolte dall'inviato di TMW:

Gli ottavi di Champions League sono una rivincita per chi in estate vi vedeva fortemente ridimensionati?
"Un traguardo importante che non centravamo da dieci anni. Non parlerei di rivincita o vendetta, sicuramente non sempre chi più spende, poi vince. Dove non ci sono i soldi, serve competenza e passione. Credo abbiamo portato una svolta a un club che viveva un periodo di transizione. Ora la storia del club è allineata ai risultati".

Sorpreso da Inzaghi?
"Non più di tanto, dal punto di vista umano risponde ai requisiti che un allenatore dell'Inter deve avere. Quello che ha dimostrato a Roma rispondeva ai criteri di un tecnico italiano, giovane e vincente. Tra l'altro giocava con lo stesso modulo di Conte. Se era la prima scelta? Era già nel nostro taccuino, con Ausilio e Baccin siamo una squadra anche fuori dal campo. Non avevamo paura di rischiare e prenderci delle responsabilità. È andata bene perché non aveva ancora firmato, altrimenti non sarebbe stato facile trovarne un altro del suo livello. Volevamo comunque un tecnico italiano, non per escludere gli stranieri, ma perché l'Inter per cultura sportiva e calcistica ha caratteristiche differenti".

Si è sentito tradito da Conte?
"Dispiace la separazione, gli riconosco grande merito di aver tracciato un solco e portato la squadra a vincere con determinati valori".

La squadra soffre l'assenza della famiglia Zhang? Si sente di smentire un cambio di proprietà?
"Sì e anzi colgo l'occasione per fare chiarezza. Ci sono tante proprietà straniere, come in Inghilterra, che non sempre vivono la quotidianità del club. Per quello ci sono i dirigenti. Conta la stabilità, non dimentichiamo ciò che ha fatto Steven che è un ragazzo molto appassionato dei colori nerazzurri. La sua famiglia ha profuso centinaia di milioni nel club, se è arrivato lo scudetto lo si deve a loro. Ovvio poi che la crisi mondiale ha cambiato gli equilibri, ma loro ci sono sempre, ci sentiamo molto frequentemente. Non si può più adottare il precedentemente piano economico-finanziario che comunque non riguarda solo l'Inter. Trovo che sia eticamente anche giusto, non è possibile che i proprietari mettano soldi senza guardare ai ricavi e al lavoro della produzione".

Mercato di gennaio che si avvicina:
"Solitamente in inverno si fanno le cosiddette riparazioni e noi non abbiamo grosse falle nella rosa che anzi ci sta dando soddisfazioni e merita di continuare. In più sarà difficile, dovremo trovare opportunità all'altezza della situazione. Non ci saranno stravolgimenti. Il fenomeno italiano sarà contraddistinto da pochissimi trasferimenti. Siamo stati superati nella valorizzazione dei ricavi da diverse nazioni europee. Serve una rivisitazione del modello costi-ricavi. Il costo del lavoro è sproporzionato rispetto ai ricavi, perciò vanno valorizzati i calciatori. Vincere aiuta e si è visto".

Julian Alvarez vi piace?
"Il fatto che Baccin era in Argentina entra nell'attività ordinaria di un dirigente".

Cosa pensa di Vlahovic?
"Grandissimo talento, attaccante moderno, c'è un aspetto di conflittualità tra lui e la Fiorentina e spero risolvano i loro problemi. Non è mai bello vedersi sfilare facilmente un patrimonio della società. Lui rappresenta sicuramente uno dei giovani più interessanti in Serie A, ma noi in quel reparto stiamo bene e abbiamo anche un bel mix. Sul futuro non bisogna aver paura di centrare obiettivi di mercato, ci sono certamente operazioni che non potremmo concludere, ma pensiamo in grande e teniamo ogni situazione monitorata. Coglieremo le situazioni favorevoli".

Voleva davvero vendere Lukaku?
"Come detto la volontà dei giocatori è fondamentale. Nella circostanza, c'era una grande volontà del calciatore di tornare in un campionato e in un club come il Chelsea che voleva ritrovare, in più il club in un momento di forte contrazione economica non avrebbe potuto rinunciare a una cifra a mio giudizio straordinaria. Se non ci fosse stata la sua volontà, probabilmente oggi staremmo parlando di cose differenti. Bisogna sfatare il fatto che Zhang abbia voluto venderlo a tutti i costi".

Rinnovo Brozovic e Perisic: a che punto siete?
"Noi siamo molto felici di continuare con chi vuole rimanere all'Inter. Non possiamo dispensare milioni nei contratti, se loro vogliono restare penso si possa proseguire, credo si possa trovare un accordo. Con orgoglio posso dire che l'Inter può dare tanto ai calciatori e non sono certo che altrove sia lo stesso".

Agnelli ha fatto male a mandarla via?
"C'e un ciclo anche per i dirigenti, come per i calciatori e per gli allenatori. Io sono molto contento di essere a Milano e all'Inter".

Il Milan l'ha cercata?
"C'è un ottimo rapporto con i dirigenti del Milan. Ci sono stati pranzi e cene, ma io ero alla Juventus e non ho dato spazio a nessuna apertura".

Cosa pensa del caso plusvalenze?
"Il modello italiano deve assolutamente guardare al modello del player ratings. Il nostro campionato è un torneo di transizione, non è più come prima quando i giocatori venivano in Italia per restarci. Dobbiamo assistere a queste situazioni come accaduto con Hakimi e Lukaku che hanno generato plusvalenze. L'Inter comunque non ha assolutamente alcun problema in questo senso".

A che punto è il rinnovo?
"Abbiamo un buon rapporto con Steven Zhang, vedremo quando potrà rientrare a Milano. Noi dirigenti siamo contenti di proseguire la nostra avventura all'Inter e vale lo stesso per quanto riguarda l'idea della proprietà".

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