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Thiago Motta legge le carte: i cambi e la mentalità giusta trascinano il Bologna

di Micol Malaguti
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Si dice spesso che "l'allievo supera il maestro", ma questa volta è il maestro a non essere stato in grado di rispondere prontamente all'allievo. La sfida tra Gasperini e Thiago Motta è stata vinta ancora una volta dall'italo-brasiliano che in questo campionato mette a segno un +6 contro il suo ex allenatore. Dopo la positività del match dell'andata al Dall'Ara, il Bologna vince anche la sfida di ritorno al Gewiss Stadium, partita indubbiamente da coefficiente altissimo vista l'attuale classifica di entrambe le formazioni.

A distanza di quasi 60 anni il Bologna torna così a collezionare una striscia di 6 vittorie consecutive, entrando nei libri e nei ricordi indelebili del popolo rossoblù. Questa volta lo fa a Bergamo, in un'atmosfera avversa ma con la mentalità giusta. Se ancora ce ne fosse bisogno, i felsinei dimostrano di essere al momento più forti di tutto e di tutti. Nonostante uno stadio quasi totalmente colorato dal tifo di casa, nonostante l'iniziale vantaggio della Dea e nonostante le caratteristiche di una sfida pesante, ecco che il Bologna si fa ancora trovare presente. Ennesima rimonta per i rossoblù che finiscono in svantaggio la prima frazione di gioco, ma rimangono capaci di non far mettere mai il marchio fine agli avversari.

Ci pensano ancora Joshua Zirkzee, dal dischetto, e Lewis Ferguson, con un tiro al volo da fuoriarea, a riportare a galla il Bologna e traghettarlo alla vittoria. Ma la vera chiave del match è la lettura di Thiago Motta all'intervallo, quando sceglie di cambiare Orsolini e Posch (quest'ultimo ammonito), per inserire Saelemaekers e Lucumì. In campo il Bologna "rinnova" quindi la fascia destra, quella da cui erano nati il gol di Lookman e diverse occasioni per i bergamaschi, spostando Ndoye e Beukema sulla corsia esterna del campo. Dal canto loro i due nuovi innesti danno una chiave di volta alla partita: da azioni personali di Saelemaekers nascono sia il fallo del rigore che la rete del definitivo vantaggio rossoblù, mentre Lucumì dimostra ancora una volta di essere un muro difensivo difficile da valicare.

E così il gruppo si dimostra nuovamente in grado di fare la differenza, Motta di sbrogliare le matasse più difficili e fidarsi dei propri giocatori, e l'intensità del legame tra le pedine rossoblù capace di far pendere il risultato verso sponda felsinea. Perché i cambi non sono state bocciature, ma idee per provare a sbloccare un aspetto della gara che stava mettendo in difficoltà la squadra: i due nuovi innesti non hanno portato in campo più qualità ma la forza di pensare che nulla è mai perso. Fino alla fine.

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