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Simeone: "Da piccolo sognavo di giocare al Napoli, ho lottato per arrivarci e ora sono felice"

di Tommaso Bonan
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Giovanni Simeone, attaccante del Napoli, alla fine del girone di Champions League, concluso al primo posto davanti al Liverpool, ha rilasciato un'intervista a Radio Kiss Kiss cominciando proprio dalle sue prime apparizioni nella massima competizione europea: "Per me è stata un'emozione incredibile, soprattutto per la prima partita, che è stata la realizzazione del sogno che avevo da piccolo e per cui ho lottato. Da lì poi siamo cresciuti ad ogni partita e abbiamo dimostrato che il Napoli è questo e ha questa identità. Bisogna continuare su questa strada, credendo in quello che facciamo e proseguendo questo percorso molto bello".

Lunedì c'è il sorteggio, il PSG è in seconda fascia. Sarebbe meglio evitarlo o più affascinante affrontarlo? "Il sorteggio sarà bello da vedere, per capire chi ti può toccare. Ma tutte le squadre che sono rimaste sono le più forti. Il PSG, il Borussia Dortmund sono squadre forti, capaci di lottare con chiunque. Noi speriamo di fare bene e di lottare per vincerle tutte. Qualsiasi squadra ci tocchi, noi saremo pronti a dimostrare che squadra è il Napoli e far vedere chi siamo".

Non giochi tantissimo, ma segni praticamente un gol a partita. Sei felice? "Siamo solo all'inizio, son qui da pochi mesi e sono molto contento di lavorare con questo gruppo e crescere ad ogni allenamento. Il gruppo mi fa crescere, i compagni mi fanno vedere cose che forse prima non vedevo. Sono da poco qui. Ho imparato con l'esperienza che la qualità è più importante di quanto puoi giocare. Poi è ovvio che uno vuole giocare di più per avere più possibilità di fare bene, di segnare, ma io sono felicissimo di aiutare il gruppo col tempo che mi tocca. Se hanno bisogno di me, io ci sono".

Quant'è bravo Mario Rui nel fornirti quegli assist? "Ha una qualità e una visione incredibili. Quando un giocatore, soprattutto un terzino, ha tempo di stoppare e vedere il movimento dell'attaccante, per un attaccante diventa più facile. Guardate il primo gol coi Rangers: è stato Di Lorenzo a farmi quel passaggio per la rete. In questa squadra, nelle grandi squadre che vogliono arrivare in alto, c'è bisogno di terzini forti. Terzini che sanno giocare, che sanno crossare, che sanno costruire. Oggi i terzini sono quelli che più fanno la differenza in campo e noi abbiamo grandissimi terzini. Questa cosa è molto importante per noi".

Atalanta-Napoli è un pizzico più importante delle altre partite, vista la classifica? "Per me è molto importante. Credo che si faccia tanta differenza con questi tre punti, anche se il campionato è lungo e bisogna rimanere tranquilli. Ogni partita conta, ogni volta i tre punti sono importantissimi. Ma questo percorso è lungo, contro chiunque contano i tre punti e dimostrare che noi ci siamo sempre. Per me conta tantissimo far capire agli altri che il Napoli è quello che si è visto finora".

Sulla tua agenda hai segnato anche gli impegni in Qatar? "No no, quelle no. Mi preparo sempre per la prossima partita. Aspetto con tanta ansia di sapere se ci sono o no.Io ho fatto tutto il possibile per far capire all'allenatore che voglio esserci, ma sta a lui decidere il gruppo che andrà al Mondiale. Ho quest'agenda da un anno, un anno e mezzo, e mi aiuta tantissimo a prepararmi, a vedere ogni situazione che devo fare. Così mi alleno e mi miglioro, guardando anche altri giocatori e altre squadre".

Quanto ti piacerebbe giocare il Mondiale con l'Argentina? "Tantissimo. Dall'anno scorso che ho iniziato a segnare ho aspettato con tanta ansia il momento della nazionale. So che ogni cosa che faccio la domanda è una possibilità per dimostrare all'allenatore che voglio esserci, che sono pronto per qualsiasi situazione. Ma è l'allenatore a scegliere, o voglio solo far vedere che sono pronto".

Cos'hai di speciale? "Non lo so, sono un ragazzo semplice. Cerco di non parlare troppo, di ascoltare tanto e di lavorare. Non ci sono tanti segreti: lavoro, sto in silenzio e lavoro. Le cose accadono perché uno quando lavora e si sforza per arrivare le opportunità arrivano. Qualcuno parla di fortuna, ma la fortuna non viene da sola, io ho sempre preparato me stesso per arrivare a quella situazione"

Che consigli ti dà papà Cholo Simeone? "E' da anni che non mi dà consigli per il campo. Con questa cosa di avere una persona come papà che fa l'allenatore, bisogna capire che è prima mio padre. Ogni volta che parliamo è inevitabile parlare di calcio, ma non parliamo mai di cosa dovrei fare, perché lui ha sempre rispettato l'allenatore che avevo e che ho. Lui mi ha sempre visto rispetto a come mi muovo, dice che il linguaggio del corpo è importante. Quando mi vede in tv, mi dice 'Vedi, qui secondo me non stai bene perché hai qualcosa nella testa'. E lì parliamo. Ma ha sempre lasciato spazio al mio allenatore per farmi migliorare".

Quali sono i tuoi sogni? "Da piccolo ho sempre voluto essere qua, immaginate per me ora come sto vivendo tutto, con tanta emozione, con tanta voglia. Io voglio diventare sempre più forte e ho altri sogni, sogno in grande perché non ho limiti".

La felicità ti si legge negli occhi. "Sì, si vede. Ogni volta che cammino, che sono qua, mi chiedono come stai e io dico che sono felice. Perché ho scelto di venire qua, è da tanto che volevo essere qui, io e il mio procuratore abbiamo lottato per venire qua. E ora sono qua. Quando ho firmato, ho detto: 'Adesso è il mio momento'".

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