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Daniel Passarella: "In Argentina ci sono molti talenti, anche nel River"

di Redazione TMW
Fonte: FIRENZEVIOLA.IT
Nato per essere un leader, Daniel Passarella; l'unico calciatore argentino capace di vincere due volte il Mondiale, nel 1978 e nel 1986 Daniel Passarella, El Gran Capitan del Mondiale 1978
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© foto di Andrea Pasquinucci

Otto gol in stagione per Martinez Quarta. L'argentino si è ormai trasformato in goleador e per questa caratteristica - ma per adesso solo per questa - è stato accostato ad un'icona come Daniel Alberto Passarella.
Il Caudillo è stato un leader, appunto un capo carismatico, ed è difficile poter ritrovare nel recente passato e anche nel presente un giocatore della sua tempra e del suo valore.
Però Quarta, così efficace nelle sue avanzate e nel gioco aereo, si avvicina per numero di reti a Passarella (nel 1985-86 ne segnò 15 in stagione). A Radio Firenzeviola ieri è stato definito giustamente da Picchio De Sisti "un mostro sacro, un capitano, un comandante a tutti gli effetti.
La potenza e la cattiveria agonistica sono stati un suo tratto distintivo, Daniel è stato uno dei migliori al mondo".

Al telefono dopo qualche tentativo abbiamo raggiunto il Caudillo. E' stato anche il modo per provare ad allargare brevemente il discorso sui suoi connazionali che possono fare la differenza nella Fiorentina di oggi.
"Diciamo che siamo stati noi ad aprire la porta a tutti questi argentini, quindi sono contento che ora ce ne siano in buon numero e che possano far bene. Mi fa piacere sapere che Quarta stia segnando così tanto ma non posso addentrarmi in commenti specifici perchè non ho seguito tanto la Fiorentina ma adesso in questo finale di stagione mi riprometto di farlo.
Ringrazio De Sisti per le belle parole che ha speso su di me, anzi gli mando tanti saluti, con Picchio del resto sono state stagioni molto belle. E ha ragione quando dice che sapevo sfruttare le mie qualità sul colpo di testa".

Sì, quella era una delle sue grandi qualità, saltava più in alto di tutti e faceva gol.
"Sapevo dove arrivava la palla - spiega - sul corner o su uno spiovente intuivo subito dove era opportuno posizionarsi, trovavo il punto giusto e poi avevo in effetti una grande elevazione. Non sono alto, anzi per la verità sono piccolo, ma andavo su forte".
Anche se non lo dice un po' Quarta può assomigliargli in questo particolare, anche nella capacità di staccare.
"Ripeto, lo vedrò e lo seguirò. E presto spero di arrivare a Firenze. Intorno a settembre sarò in città perché lì ho sempre grandi amici".
Nel frattempo segue il calcio argentino.
"I talenti ci sono sempre - dice - anche nel River, una delle squadre che producono più giocatori".
Ora però è arrivato il momento che altri argentini scrivano una nuova pagina di storia a Firenze. Il tempo e le possibilità non mancano.

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Sabato 18 Maggio 2024
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