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Salernitana, ora c'è anche l'aritmetica: una retrocessione che ha radici lontane

di Luca Esposito
Iervolino e Sousa
Iervolino e Sousa
© foto di www.imagephotoagency.it

E' la Salernitana la prima squadra a retrocedere in serie B. Quanto era ormai assodato da un paio di mesi, è diventato ufficiale ieri sera con la sconfitta per 3-0 dei granata a Frosinone. Partita che sintetizza al meglio una stagione disastrosa e costellata di episodi negativi. Di fatto i ciociari hanno fatto tre gol con altrettanti tiri in porta, mentre gli ospiti hanno sprecato una serie incredibile di potenziali occasioni ritrovandosi in svantaggio dopo meno di 10 minuti a causa dell'ennesimo rigore contro avuto quest'anno. La Bersagliera, accompagnata da appena due tifosi a causa delle restrizioni imposte dalle autorità di pubblica sicurezza, sta battendo ogni sorta di record negativo. Le statistiche non mentono e certificano un fallimento sportivo senza precedenti: peggior attacco, peggior difesa (oltre 140 gol subiti negli ultimi due campionati), appena due vittorie, un solo successo interno, maggior numero di sconfitte casalinghe, zero vittorie nel 2024, maggior numero di tiri in porta subiti, dato più basso sul possesso palla, appena tre punti nel girone di ritorno e un distacco di 16 punti dalla quartultima in attesa che scendano in campo Verona, Empoli e Udinese.

Considerando che il presidente Iervolino aveva prospettato una Salernitana in lotta per la zona sinistra, "mai più ultima" e pronta a vivere la terza stagione come quella dei grandi investimenti, si può dire che il progetto presentato nella conferenza stampa del gennaio 2022 sia mestamente naufragato senza che il patron abbia ancora spiegato come si possa passare dal sogno Cavani e ai 25 milioni di euro offerti all'Inter per Pinamonti all'algoritmo e all'arrivo di calciatori che, di fatto, non sono parsi pronti per la categoria. Come abbiamo rimarcato in altre occasioni, è una retrocessione che ha radici lontane. L'incontro di Sousa col Napoli subito dopo la grande festa salvezza non deponeva a favore di nessuno, così come il caso Dia, il presentarsi in ritiro senza volti nuovi e la permanenza di diversi elementi desiderosi di cambiare aria. Proprio a Frosinone, nel mese di luglio, il tecnico portoghese lanciava un campanello d'allarme invocando sette rinforzi di categoria e in tempi rapidi "perchè devo usare i portieri come giocatori di movimento, visto che siamo pochi. Ad oggi il nostro livello è pari a quello del Frosinone neopromosso, sarebbe stato importante partire bene in campionato per gestire i momenti difficili, ma temo che questa cosa non si verificherà".

E ora? Iervolino starebbe accantonando l'idea di cedere il club, anche perchè il valore della società si è più che dimezzato con il salto all'indietro di categoria. E nessun imprenditore, di questi tempi, prenderebbe la Salernitana accollandosi un monte ingaggi imponente (27 milioni di euro dal primo luglio), senza la certezza di percepire una fetta cospicua di paracadute (scendessero Udinese e Sassuolo resterebbe una parte minima) e con l'obbligo di mettere sul tavolo somme ingenti per un direttore sportivo di spessore, un bravo allenatore e calciatori pronti per disputare una stagione da vertice. La tifoseria, che ha vissuto la retrocessione con sportività e compostezza senza alcun tipo di contestazione, spera che la proprietà possa uscire allo scoperto parlando con chiarezza e spiegando cosa abbia indotto Iervolino a tornare sui propri passi rispetto ad un progetto che sembrava ambiziosissimo. La sensazione è che nessuno, dell'attuale rosa, resterà in granata. Lo strappo con la piazza è totale, c'è uno spogliatoio totalmente distrutto e i pochi a salvarsi percepiscono somme da serie A.

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