Roma, al via ieri l’Opa per uscire dalla borsa. Tutto quello che c’è da sapere
Il lavoro dei Friedkin non si ferma mai. Dagli acquisti di mercato per soddisfare Mourinho ai preparativi della prossima stagione, passando per il delisting: saranno decisamente intensi i mesi estivi per la proprietà della Roma che ieri ha avviato l’Opa per cercare di rastrellare il 10,9% delle quote restanti del club. I Friedkin sono partiti un mese fa detenendo l’86,8% e oggi sono già quasi al 90%, ma non è ancora sufficiente perché per uscire dalla Borsa, la Roma dovrà detenere almeno il 95% delle azioni. Le prima fase, quello di Stake-Building, è stata un successo e si è conclusa con dieci giorni d’anticipo con gli azionisti di minoranza che hanno beneficiato di un premio economico pari a 0,43% per azione.
Da ieri poi è scattato anche il ‘Loyalty Program’. Chi cederà le proprie azioni tra il 13 giugno e l’8 luglio, riceverà dei premi e il club ha già diviso in tre le fasce di vantaggio: Assist Club (fino a 25.000 azioni vendute), Assist Club Plus (tra 25.000 e 180.000 azioni vendute) e Assist Club Platinum (oltre 180.000 azioni vendute). Per tutti gli azionisti delle tre fasce e che deranno il 100% della propria partecipazione potranno assistere una volta l’anno a un allenamento della squadra, riceveranno un gagliardetto limited edition della prossima stagione, avranno un incontro con il top management, uno sconto del 10% nei Roma Store e una fase di acquisto prioritaria per il derby. Per chi invece rientra nelle altre due fasce e cederà il 100% delle proprie azioni ci sarà la possibilità di un evento riservato con l’allenatore della prima squadra, mentre solo per i ‘platinum’ che daranno via la totalità delle proprie quote, si potranno incontrare Dan e Ryan Friedkin a cena in una location esclusiva. Un ‘Loyalty Program’ dalla durata di cinque stagioni, ma che il club sta già studiando per prolungare trasformando il tutto in una membership. La società giallorossa spera di poter uscire dalla Borsa con l’Opa e così fosse entro agosto sarebbe già una società privata per un costo totale dell’operazione intorno ai 37-38 milioni di euro.
Qualora invece fallisse l’offerta pubblica allora sarebbe pronto un piano B già approvato dalla Consob e che prevederebbe la fusione tra la società dei Friedkin che detiene le azioni della Roma (la Romululs and Remus Investments LLC) e il MIV (holding italiana) per raggiungere il 95% del capitale sociale e quindi uscire dalla Borsa. I tempi, in questo caso, sarebbero più lunghi e arriverebbero a dicembre, ma con gli stessi risultati e senza i vantaggi che invece la prima offerta prevede se non il premio di acquisto dello 0.43%. Da Trigoria, però, filtra ottimismo soprattutto perché a fronte delle ultime 40 offerte pubbliche solo tre hanno raggiunto l’obiettivo del 3% dello stake-building prima dei tempi necessari e senza dover rialzare il prezzo offerto.