Rabbia e sconforto: Venezia bello, sfortunato e sprecone all'Olimpico
18 tiri totali, 7 in porta. Il gol del pareggio subito per una decisiva e fortuita deviazione, dopo innumerevoli occasioni sciupate - fra le quali una rete annullata per questione di centimetri che avrebbe portato al raddoppio - e con uno Joronen che fin lì non aveva dovuto compiere vere parate. Il Venezia esce dall'Olimpico di Roma con la bocca asciutta e tanta amarezza, consapevole di aver gettato il cuore oltre all'ostacolo e di aver messo paura ad una squadra più forte sulla carta. Ma anche con qualche rammarico.
Di Francesco: "La colpa è nostra"
La consapevolezza di aver gettato al vento quanto di buono fatto in una prestazione super, la descrive il tecnico dei lagunari Eusebio Di Francesco: "Se c'è un squadra che meritava di vincere era la nostra" - le sue parole in conferenza stampa - ". Non abbiamo concesso nulla alla Roma. La colpa di questa loro vittoria è tutta nostra". Sì, perché i veneti per più di un'ora sono stati superiori all'avversario a livello di pericolosità dei tentativi effettuati verso la porta avversaria. "Torniamo a casa con le mani vuote" - dice ancora il tecnico - ". Abbiamo proposto un buon calcio per i primi 60-70 minuti. Le partite quando le devi chiudere le devi chiudere. Abbiamo pagato l'inesperienza".
E' dura farlo, ma si riparte da qui
E' una frase che a Di Francesco comincerà a dare fastidio sentire, ma il Venezia per forza di cose deve ripartire dalle cose buone e da quelle meno buone fatte contro i giallorossi. Un concetto che già si era detto in altre partite, su tutte quella contro il Torino (persa anche quella per una svista difensiva nel finale). Recriminare d'altronde non serve a molto, perché se è vero che il Venezia è stato sfortunato, è altrettanto vero che Pisilli si è trovato solo in area a battere a rete. Errori che in Serie A si pagano caro e gli arancioneroverdi da tempo stanno pagando.