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Quattro big contro tutte le altre: Serie A sempre più spaccata. Cos'è successo oggi in Lega

TMW
di Ivan Cardia
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La sfiducia nei confronti di Beppe Marotta non c'è stata, ma l'assemblea di Lega Serie A, convocata d'urgenza dopo l'incontro tenuto da Inter, Juventus e Milan con il presidente federale Gravina, ha certificato che il massimo campionato viaggia con due locomotive a due velocità. In collisone tra di loro.

Le frecciate delle medio-piccole. All'ingresso, Adriano Galliani, oggi come ieri il più ascoltato in via Rosellini, l'aveva detto: "Oggi sarà una giornata delicata, non bellissima". In Lega non c'è mai il rischio di ballare la cumbia della noia, anche se i presenti raccontano i toni come sereni. A guidare le danze, oltre al presidente Casini, è stato lo stesso Galliani: ha fatto presente che le posizioni erano molto lontane tra di loro, che era il caso di votare e non discutere. Anche per questo l'assemblea è stata rapidissima, una delle più veloci di cui si abbia memoria. In uscita, il più esplicito è stato Urbano Cairo, presidente del Torino: "Inter, Juventus e Milan hanno sbagliato, è sembrata una specie di Superleghina".

La posizione delle big. Nel mirino delle altre, come detto, vi era il confronto avvenuto la settimana scorsa con Gravina. Sul carro delle tre "strisciate", nel frattempo, è salita anche la Roma: le votazioni andate in scena oggi sono state tre, tutte finite 16-4 perché in tutte i giallorossi hanno seguito la linea delle grandi del Nord. La prima votazione è stata relativa alla rimozione del diritto d'intesa: Inter, Milan, Juventus e Roma si sono dette favorevoli. Nella seconda, riguardante il documento stilato a dicembre 2022, nel frattempo passato da dieci a dodici punti e che sarà portato in Federcalcio, si sono astenute per coerenza rispetto a questa posizione: il documento prevede infatti la conferma del diritto d'intesa. Nella terza, concernente la conferma o meno del format del massimo campionato a 20 squadre, le quattro "grandi" hanno votato per la riduzione a 18, col solito risultato di 16-4.

Perché le big vogliono ridurre a 18? Il tema è astratto: dopo la votazione di oggi, si parla di uno scenario che non c'è. Certo, non si può neanche escludere che Inter, Juve e Milan arrivino a una rottura ancora più clamorosa, anche se improbabile. La preoccupazione principale delle tre resta il calendario, che la prossima stagione rischia di diventare un incubo. Con la conferma del format, Inter e Juventus potrebbero infatti arrivare a giocare ben 71 partite (38 in Serie A, 17 in Champions, 7 nel Mondiale per Club, 5 in Coppa Italia e 2 in Supercoppa italiana). Per la cronaca, i contratti con le TV consentono la riduzione del format in corso d'opera senza pagare penali, anche se in futuro un campionato con quattro giornate - e quindi quaranta partite - in meno riceverebbe offerte meno ricche dalle emittenti.

Diritto d'intesa? Di cosa si sta parlando. Si chiama diritto d'intesa, sarebbe più semplice definirlo diritto di veto. In estrema sintesi, è la possibilità per ciascuna lega di bloccare una decisione del Consiglio Federale che la riguardi, anche se presa col 75 per voti. In pratica, sancisce l'unanimità e finora ha bloccato sul nascere qualsiasi (comunque velleitaria) ipotesi di riforma. Gravina ha indetto l'assemblea straordinaria dell'11 marzo con l'obiettivo, meglio sarebbe dire la minaccia, di toglierlo. Risultato: mezza insurrezione in Serie A. Non proprio compatta, come spesso le capita. Tra le righe, Galliani lo aveva fatto capire quando, all'ingresso in lega, aveva parlato della "autorichiesta di togliere il diritto di intesa". Le votazioni successive lo hanno confermato: nell'incontro con Gravina le dirigenze di Inter, Milan e Juve si sono dette disponibili a rinunciarvi, a patto di arrivare al campionato a 18 squadre.

Cosa succederà adesso. Marotta, si diceva, resta in carica come consigliere federale, insieme a Casini e Lotito. Convivrà con la doppia posizione: come ad dell'Inter porterà avanti le istanze del club, come consigliere quelle del resto della Serie A. Una posizione ambigua, ma in via Rosellini fanno notare come non sia certo la prima volta che si verifica una cosa del genere. Domani Gravina incontrerà le componenti - solo i presidenti - per un consesso informale, la Serie A tornerà a riunirsi venerdì (solo online) e poi lunedì 26 febbraio. L'11 marzo, al momento, resta fissata la già citata assemblea straordinaria in FIGC: come possa celebrarsi in questo clima è un mistero, ma tant'è.

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