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Parma, il ds Carli: "D'Aversa non era più motivato. Ora salviamoci, poi avremo futuro importante"

di Simone Bernabei
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© foto di Federico De Luca

Ultima parte della lunga intervista del direttore sportivo del Parma Marcello Carli a Parmalive. Questi i passaggi salienti del pensiero del dirigente ducale:

Ha parlato con il presidente dopo Crotone?
“Avremo una riunione. Mi aspetto una persona lucida, perché lui è così, magari anche arrabbiata perché quando si perdono due partite di fila è giusto si sia arrabbiati. Se avrà qualcosa da dire al responsabile lo dirà a me ed è giusto che lo dica, sono abituato a presidenti che dopo brutte prestazioni sono arrabbiati. Non so cosa mi dirà, ci sta non sia contento”.

Il suo progetto è ambizioso ma ovviamente non è immediato:
“Il problema del Parma è quest’anno. Se il Parma, anche con sofferenza, si salverà sono convinto avrà un futuro davvero importante. Tutto quello che si è seminato si raccoglierà. In questo momento il progetto ha una luce da seguire, la salvezza, che ci farà diventare un progetto ambizioso. Abbiamo una grande struttura, a Parma c’è una qualità della vita straordinaria, siamo una squadra seria e la società è forte e senza debiti, e vuole investire sui giovani: c’è tutto per essere un punto di riferimento per il calcio italiano. Ma tutto passa da questa annata, sarà difficile, dobbiamo salvarci in ogni modo quest’anno. Se il Parma si salva quest’anno, e si salverà, avremo un futuro importante. Al di là che ci sia Carli o un altro, perché la linea tracciata è una linea che porterà ad un futuro importante”.

Quindi non le sono dispiaciuti i voti assegnati al mercato del Parma?
“Nella mia vita non ho mai preso un voto superiore al 4.5, forse un anno ho preso un 6-, ma perché io ho sempre venduto e mai comprato. Quando ho preso Sarri mi hanno dato 3, con Giampaolo presi 4. Andare sul sicuro non è un problema, il Parma aveva perso Kulusevski, se avessimo preso due svincolati di livello e altri giocatori di categoria, pur spendendo meno avremmo rischiato meno. Sarebbe stato un percorso più semplice. Noi abbiamo preso dei rischi e giustamente la gente ci ha detto che avevamo sbagliato. A fine anno guarderemo chi aveva ragione, non te lo so dire ora. Chi scrive e chi commenta lo fa con onestà, se pensate che abbiamo sbagliato io ho rispetto di questo pensiero. Io credo non si sia sbagliato e fra un paio d’anni lo vedremo. Ma tutto passa dalla salvezza”.

E la lotta salvezza come la vede?
“Quest’anno sarà difficilissima, nessuno si è staccato. L’anno scorso sia il Brescia che la SPAL avevano dato l’impressione che non ce l’avrebbero fatta, così come il Lecce forse aveva un organico corto alla distanza. La Fiorentina non farà parte di questo gruppo ma per il resto ci sono sei-sette squadre che se la giocheranno”.

Quest’estate incontra D’Aversa e sembra si possa proseguire con lui: lui poi cambia idea, che succede?
“Non ha cambiato idea, dal suo primo incontro non l’ho visto convinto. Io ho un difetto, o non parlo o parlo e dico la verità. Io Roberto D’Aversa volevo tenerlo, quando ho parlato con Pizzarotti, Ferrari e Malmesi gliel’ho detto. Non sono il più intelligente del mondo ma nemmeno il più stupido, so che campionato andavamo ad affrontare e non volevo per niente cambiare allenatore, che con lo stesso gruppo avrebbe avuto mille vantaggi basti vedere cosa stanno facendo le squadre che hanno confermato come il Sassuolo, il Milan. Al nostro primo incontro io sono andato a trovarlo al mare per esternargli la mia grande soddisfazione di poter lavorare con noi. E dal primo giorno ho trovato una persona che aveva degli strascichi e non era motivato. Era arrabbiato. Era successo qualcosa nei mesi precedenti, a fine stagione, quando c'era la problematica di avere un cambio societario, dove forse si voleva cambiare allenatore. Ho provato in mille modi a trattenerlo però ad un certo punto abbiamo detto basta perché non vedevo una persona motivata per rimanere a Parma. La verità è questa, il resto sono tutte chiacchiere”.

Quando lei arriva a Parma non sapeva che sarebbe arrivato Krause?
“Assolutamente no. Io ho parlato con Pizzarotti, Malmesi e Ferrari, poi con Gandolfi, eravamo pronti a fare un mercato di prestiti con giovani italiani, magari vendendo qualcosa per recuperare due soldi ma sapevamo che era difficile. La situazione economica del Parma era sana perché c’era gente forte, ma non poteva più essere sostenuta a quei livelli lì”.

Cosa l’ha colpita di Krause?
“Il presidente lo posso solo ringraziare, non ha mai interferito. Lui mi ha trovato, così come ha trovato l’allenatore, anche lui ci sta provando a capire, a studiare. Posso solo parlare in maniera splendida di lui, non ci ha mai messo pressione, non posso che essere stra felice di lavorare come sto lavorando ora”.

Dal nuovo anno lascerà la sua azienda, la Kum and Go: sarà ancora più presente a Collecchio?
“Se sarà più presente sarà solo un bene per la società, mi auguro di sì. Però dovresti chiederlo a lui”.

Juventus-Napoli si rigiocherà. Tornando indietro lei andrebbe comunque ad Udine?
“Tutta la vita. A me le scorciatoie non sono mai piaciute. Ho preso anche delle belle botte, mi prendo le mie responsabilità ed è giusto che qualche volta paghi ma le scorciatoie io non le prenderò mai. In quel momento eravamo convinti per il Parma, ma soprattutto per il calcio, che dovevamo dare un segnale forte, che dovevamo giocare contro tutti e davanti a tutti per portare in fondo il campionato. Il motivo per cui il Napoli non è partito non lo so e non mi interessa saperlo, avranno avuto i loro motivi. Noi se la dovessimo giocare altre dieci volte, anche a costo di rimetterci, farei sempre andare la squadra. Non rinnego le mie idee per un punto in classifica”.

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