Non è come un anno fa. Lautaro e Abraham, il rilancio passa da un big match
Tra Roma e Inter ci sono due protagonisti che, almeno per il momento, non hanno risposto alle aspettative altissime della stagione scorsa. Perché Lautaro Martinez e Tammy Abraham dovevano essere i trascinatori, mentre le proprie formazioni non hanno ancora spiccato il volo. Non è solo colpa loro, ovviamente, ma c'è bisogno di una vittoria da ambo le parti per scacciare un periodo grigio, fatto di sconfitte turbolente (con l'Udinese per entrambe) e qualche critica di troppo.
Come arriva Lautaro.
Sette gol e tre partite in Serie A, due presenze e zero in Champions League, con un totale di 668 minuti giocati. Non è un ruolino pessimo, ma da Lautaro Martinez si potrebbe aspettare di più. Vero è che con Lukaku anche il Toro ha un lavoro diverso da fare e che con Dzeko la situazione cambia, però anche il belga è rimasto fuori per parecchie partite fino a qui, quindi il cambiamento rispetto all'anno scorso dovrebbe essere relativo. Tre gol in tre partite, dalla seconda alla quarta, è a secco da tre. Cinque se consideriamo la Champions.
Come arriva Abraham.
Due gol in campionato, zero in Europa League, dopo otto presenze e 579 minuti giocati. Un rendimento altalenante soprattutto considerando quello che Abraham ha sbagliato contro l'Atalanta, in un primo tempo che sembrava una sfida personale con Sportiello, vinta dal portiere nerazzurro. Con l'aiuto, soprattutto nella prima occasione, di una mancanza di precisione di Abraham che avrebbe voluto evitare l'avversario e segnare a porta vuota, portandosela desolatamente sul fondo. Gol contro la Juventus, per l'1-1 finale, rete con l'Empoli che è valsa i tre punti. Per il resto, ancora un po' troppo in ombra rispetto a una stagione fa dove spesso toglieva le castagne dal fuoco.