Monza, fra passato, presente e futuro: il fascino del'incrocio Palladino-Gilardino
C’è un solo pensiero nella testa dei giocatori del Monza: ripartire dopo l’ultima sconfitta con la Roma che ha interrotto la striscia utile di 5 partite. Per farlo servirà una prestazione di rilievo perché la trasferta in casa del Genoa nasconde più di un’insidia. Quella allenata da Alberto Gilardino infatti è una squadra con una chiara identità, organizzata in ogni zona del campo e dove tutti i calciatori sanno perfettamente cosa fare. Ma non solo, perché come il Monza anche il Genoa possiede la capacità – non comune – di sapersi adattare a qualsiasi contesto. Parte con la propria idea di calcio, il modulo base che resta una garanzia (3-5-2), ma è capace di cambiare forma e sostanza a seconda dell’avversario e di come evolve la partita stessa. Per gli amanti della tattica quindi, considerate le skills delle due squadre, si profila un match molto interessante.
Passato, presente, futuro Da calciatore al Ferraris Raffaele Palladino ha vissuto alcuni degli anni più belli e divertenti della propria carriera. Dal 2008 al 2011 è stato l’esterno offensivo del 3-4-3 di Gasperini, elemento utilissimo specialmente nelle gare più delicate. Faceva segnare tanto Palladino – chiedere a Diego Milito per altre info sull’argomento – ma si metteva anche in proprio. Alcuni gol sono rimasti nella storia e nel cuore dei tifosi come quello segnato alla Juventus, e un altro in un derby con la Sampdoria. Per la prima volta torna a sfidare il passato sotto altre vesti, quelle del giovane allenatore fra i più bravi in circolazione. E bravo si sta dimostrando anche Alberto Gilardino. Da subentrante ad interim in un anno e mezzo si tolto lo sfizio di garantirsi la permanenza in panchina, centrare la promozione in A al primo tentativo e confermarsi in campionato proponendo un buon calcio fatto di idee moderne e al passo coi tempi. Bell’incrocio dunque quello fra Palladino e Gilardino. E se il primo a fine stagione dovesse lasciare il Monza per compiere uno step in avanti nella propria carriera non è da escludere il nome del secondo per prenderne l’eredità