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Mancini: "Quando ho accettato l'Italia, nessuno la voleva. Sarebbe stato difficile batterci a Euro 2020"

di Dario Marchetti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Roberto Mancini, ct della nazionale italiana, torna a parlare e lo fa ai microfoni di Roma Radio. Tanti i temi trattati: dallo stop forzato alla possibile ripresa delle competizioni, fino ad arrivare a delle singole situazione in casa giallorossa. Queste le sue parole:

Che momento stiamo vivendo?
"Sicuramente si sta meglio oggi di venti giorni fa. Stare senza libertà per tanto tempo non è semplice. Questo ci ha fatto soffrire. Ora piano piano sta finendo e la speranza è questa".

Cosa ti è mancato in questo periodo?
"Mi è mancato il lavoro prima di tutto. Avremmo dovuto giocare due partite importanti in Inghilterra e Germania dopo mesi che non ci vedevamo. In questi giorni, invece, sarebbe iniziato il ritiro per il campionato europeo".

Quanto può migliorare ancora la tua Italia?
"I ragazzi sono stati subito bravi. Quando ci siamo trovati all'inizio ho detto loro cosa pensavo e che quindi l'Italia non poteva non avere giocatori bravi. In cento anni di storia non è mai successo. Alcuni oggi sono ancora un po' giovani, ma ho chiesto loro se fosse possibile fare qualcosa di speciale e i ragazzi sono stati super trovando anche un buon feeling tra di loro. Abbiamo usato la Nations League anche per capire chi poteva stare nel giro della Nazionale. Il merito va a loro perché chi ha giocato a calcio sa che le partite, anche se scontate, poi vanno vinte e non sempre succede. Noi volevamo fare qualcosa di diverso e speriamo di continuare a farlo".

Cosa ha pensato quando le hanno proposto il ruolo di Ct?
"Nessuno la voleva e io ho detto di sì (ride, ndr). C'era il timore di una situazione non rosea. Venivamo da una qualificazione non centrata al mondiale, ma il calcio è fatto anche di momenti difficili. Bisogna credere nelle qualità dei giocatori e dare fiducia a quelli più giovani".

Giusto ripartire con il campionato?
"Io non vorrei dire nulla che mi sembra ci sia un gran caos. Se dovessi parlare da allenatore della Nazionale spererei che si finisse qui per ricominciare con calma. Il prossimo anno ci saranno una serie infinite di partite e potrebbero arrivare stanchi i giocatori. La mia speranza, però, è comunque che si possa riprendere".

Lo slittamento dell'Europeo può favorire la Nazionale?
"Noi avevamo preso una bella scia. Ora, invece, ci ritroveremo a settembre senza vederci per un anno. Sarà un terno al lotto e non sarà facile. Noi stavamo costruendo ed eravamo a buon punto. Per alcuni ragazzi sicuramente è meglio che avranno un anno in più di esperienza".

Come le sembra questo nuovo calcio?
"Non è facile, ma penso questo: mi sembra che nel calcio ci siano stati veramente pochi giocatori che sono stati infettati dal virus. Questo significa che non è così semplice infettarci tra di noi giocando all'aperta. Io spero le mascherine scompaiano al più presto. Certo è diverso il calcio senza pubblico, è un calcio un po' particolare".

Come sarà ripartire dal punto di vista atletico?
"Qualche infortunio di troppo ci sarà e il ritmo sarà come quello della Bundesliga e quindi basso. Magari con il passare delle partite ritroveranno le condizioni".

Senza lo stop l'Italia era tra le favorite per vincere l'Europeo?
"Penso che ce la saremmo giocata con tutte le altre squadre che sono più avanti di noi. La Francia è giovanissima e campione del mondo. Sarebbe stato difficile per tutti batterci. Avremmo avuto delle buone chance. In questo anno spero migliorino molti giocatori".

Quanto può crescere ancora Zaniolo?
"Zaniolo è un ragazzo giovane e non bisogna far ricadere su di lui tutte le responsabilità, è poco tempo che gioca in Serie A, deve accumulare esperienza, deve trovare il suo ruolo, che ancora credo non abbia trovato, è un giocatore che può giocare in 2/3 ruoli. Questo non è uno svantaggio, anzi può essere un vantaggio. Lui fa parte di quei giocatori giovani che con un altro anno potrà migliorare, recupererà dall’infortunio. È un giocatore fisicamente e tecnicamente, ha un gran sinistro. Quindi io penso che lui possa diventare un giocatore straordinario se continuerà a essere serio, ad allenarsi seriamente, a fare una vita da atleta. Credo che possa togliersi delle grandi soddisfazioni".

Cosa pensa di Pellegrini?
"Credo che Pellegrini sia un giocatore polivalente a centrocampo, è un giocatore offensivo che a volte nella Roma ha giocato anche da centrocampista basso, però io credo che sia migliore quando offende, perché comunque ha il gol dentro, credo che interno dei tre a centrocampo sia il suo ruolo migliore, però è un giocatore che può giocare esterno di attacco, come ha fatto con noi in Finlandia dove ha giocato benissimo. È un giocatore per noi molto importante, che può migliorare ancora perché ha margini enormi e ha diverse collocazioni in campo, quindi sarà importante anche lui".

Su Cristante, Mancini e Spinazzola
"Cristante, Mancini, Spinazzola sono tutti giocatori importanti per noi. Perché io ho molta fiducia in Mancini - a parte il nome, gli dico sempre “tu devi far bella figura, non è un nome semplice”. E' un giocatore secondo me molto forte come centrale, anche lui ha bisogno chiaramente di giocare. A me piace molto, così come Bryan. Lui gioca da centrocampista basso, ma io l’ho fatto giocare anche interno un po’ più alto. La stessa cosa per Spinazzola: io penso che sia straordinario come calciatore, ha un po’ il problema di infortunarsi spesso, quindi io spero che questo non accada. Se lui è in forma, è un giocatore incredibile".

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