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LIVE TMW - Mourinho: "Acquisti per l'inverno? Sì, i regali per i miei cari"

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Tra pochi minuti avrà inizio la conferenza stampa di presentazione di José Mourinho come nuovo allenatore del Tottenham. Il portoghese inizia una nuova avventura, la quarta in Premier League dopo Chelsea (in due occasioni differenti) e Manchester United.

Prime parole dello Special One, che sono un omaggio nei confronti di Mauricio Pochettino, collega e anche amico: "Prima di tutto, devo e voglio parlare, anche con un pizzico di tristezza, di Mauricio. Devo congratularmi con lui per il lavoro svolto. Devo condividere con voi ciò che abbiamo condiviso privatamente, ossia che questa sarà sempre la sua casa. Questo campo di allenamento sarà sempre il suo campo di allenamento e può venire quando vuole. La porta sarà sempre aperta per lui. Troverà un grande club e avrà un grande futuro".

Mourinho scherza con il giornalista di Sky Sports, dove lo stesso portoghese è stato opinionista:
"Sono un po' dispiaciuto che tu sia felice di vedermi qui perché pensavo mi volessi ancora a Sky! Siamo amici e sai molto bene che mi è piaciuto quello che ho fatto ma questa è la mia vita e dove appartengo. È ciò che mi rende felice. Non sto sorridendo molto oggi ma solo perché fra due giorni c'è una partita che devo preparare: non molto tempo, ma dentro sono davvero felice".

Tottenham attualmente 14esimo in classifica. Riuscirà Mourinho a risollevare gli Spurs?:
"Non potrei essere più felice di essere qui. Riguardo alle difficoltà che mi attendono, ogni club che cambia panchina a metà stagione ha una situazione non buona, questo è ovvio. Il potenziale di questo club è enorme, così come quello dei calciatori ed è una delle ragioni della mia scelta. Ho tra le mani un lavoro potenzialmente eccellente".

Ci saranno cambi sostanziali nella squadra?:
"Non posso pensare di arrivare e cambiare le cose in due giorni. Non ho una grande esperienza nel subentrare a stagione in corso, è solamente la seconda volta che mi capita in carriera. È successo al Porto se non sbaglio nel 2001 e ci ho pensato in questi mesi perché avevo la sensazione che sarei andato a rilevare una squadra nel corso della stagione. Ho una partita fra due giorni, devo avere fiducia nel lavoro fatto prima. Erano nelle mani di un buon allenatore. Ovviamente abbiamo dei principi di gioco e uno stile che cambieranno, ovvio, ma non posso arrivare e pensare di cambiare tutto con un tocco".

Cosa è cambiato in questi 11 mesi senza panchina?:
"Ho sempre pensato che questi 11 mesi non fossero una perdita di tempo. Sono stati mesi per pensare, ripensare, analizzare e prepararsi. Non perdi mai il tuo DNA, la tua identità, ciò che sei nel bene e nel male. Ma ho avuto tempo per pensare a molte cose. Ho realizzato che durante la mia carriera ho commesso degli errori che non rifarò. Sono più forte. Più in forma no, lo ero già! Sono più forte dal punto di vista emozionale. Sono rilassato, motivato e pronto e penso che i calciatori lo abbiano capito. Credo che i giocatori sentano che sono pronto a supportarli".

Da Special One a Humble One?:
"Sono umile. Sono umile abbastanza per analizzare la mia carriera. Non solo l'anno scorso, la mia intera carriera, la sua evoluzione. I problemi e le soluzioni. Sono stato abbastanza umile in questo. Il principio dell'analizzare è di non incolpare nessuno. È stata la prima estate in cui non ho lavorato e non è stato facile. Mi sono sentito un poi perduto durante il pre-campionato ma prima e dopo è stato un processo di apprendimento. Ho persino imparato a fare l'opinionista!".

Ha ritrovato il tocco magico dal ritorno agli Spurs?:
"Quando non vinco non posso essere felice e non posso cambiare ciò che è il mio DNA. Spero di poter influenzare i giocatori nell'arrabbiarsi dopo una mancata vittoria. Perché se sei felice dopo aver perso una partita, è difficile essere un vincente in qualsiasi momento della carriera".

Sul suo passato al Chelsea:
"Sono stato Mr. Inter, Mr. Real Madrid, Mr. Porto. Ho deciso nella mia carriera di avere queste avventure differenti e in differenti Paesi finché non ho fatto il Grande Slam, come lo chiamo io: Inghilterra, Spagna e Italia. Non mi sono fermato. Volevo farlo e l'ho fatto con passione. Ho sempre detto che la Premier League è il mio habitat naturale e dove sono maggiormente amato e se avessi avuto possibilità di scegliere campionato e Paese che ritengo migliore e dove mi trovo meglio è qui. Allenatori che sono stati molti anni, come Wenger e Sir Alex Ferguson, appartengono a un'altra generazione. Mauricio (Pochettino, ndr) è rimasto per cinque anni e mezzo ed è qualcosa di incredibile ed è normale cambiare da club a club. Non sarei sorpreso se domani andasse ad allenare un'altra squadra inglese. Questo è il calcio moderno. Ora ho solo una maglia e una passione e una cosa sola in testa, ossia il mio club, che è il Tottenham. Ho vinto la Champions League col Porto e tre mesi dopo giocavo contro il Porto: questa è la vita. Non sono del Chelsea, del Manchester United, del Real Madrid o dell'Inter. Sono di tutte, ho dato tutto a tutte ed è quello che farò qui: dare tutto".

Sui giocatori in scadenza di contratto: Eriksen, Vertonghen e Alderweireld:
"Non ho avuto tempo per guardare i singoli casi. La prima cosa importante per me è che i giocatori stiano bene per la prossima partita e se vogliono andarsene a gennaio o giugno, o firmare un nuovo contratto che sia solo per il bene di tutti. Bisogna scegliere ciò che ti rende felice ma al momento devo guardare al breve termine e tentare di ottenere buoni risultati nelle prossime due partite".

Sulle dichiarazioni contro il Tottenham:
"È stato prima che mi esonerassero (al Chelsea, ndr). Quando mio padre giocava, c'erano gli stessi giocatori per 15-20 anni. Nel calcio di oggi tutto è più veloce, le relazioni più veloci, i giocatori si stufano l'uno dell'altro, dell'allenatore... Ero al Manchester United con una mente e un cuore libero, amavo i tifosi, le persone che lavoravano nel club e adesso sono al Tottenham e non troveranno tifoso del club più fanatico di me. Nessuno vuole vedere vincere il Tottenham più di me".

Sul mercato: Non ho bisogno di giocatori, ho solo bisogno di tempo per conoscerli meglio. Il miglior regalo sarebbe vedere i giocatori che restano qui. Li conosco bene, però non li conosci mai fino a quando non li conosci".

Continua a essere un tifoso del Chelsea?
"Sono della squadra in cui sono. Mi metto il pigiama del club in cui mi trovo e dormo con esso. Sono un uomo del club, un uomo di molti club. Sono il signor Porto o il signor Real Madrid o di altri club. È normale che gli allenatori cambino e non mi sorprenderebbe se Pochettino andasse immediatamente ad allenare in Premier League. È la modernità".

Vincere la Premier League?:
"La squadra non può vincere quest'anno. Il prossimo, non dico che la vinceremo, ma saremo in corsa. Poi nella Champions ci mancano due partite per qualificarci".

La finale di Champions è stata l'inizio della caduta del Tottenham?:
"Non lo so perché non ho mai perso una finale di Champions, ma posso immaginare che non sia facile. Arrivi quasi a ottenere il punto più alto possibile e non ci riesci".

Contatti col Real Madrid?:
"Se volete, potete chiamare i miei amici al Real Madrid, ne ho molti. Il primo è il presidente, mi ama e io lo amo. Sono molto orgoglioso di aver lasciato alle spalle queste relazioni. Ieri ho ricevuto 50 messaggi da persone del Manchester United, di tutto il club. Questa è la cosa più importante dopo le medaglie e i trofei".

Polemica con Pellegrini?:
"Potete pensarla diversamente, ma non è mio nemico. Ognuno ha le sue opzioni per giocare a calcio e può dire ciò che vuole. Abbiamo diversi modi di pensare".

Cosa pensa dell'academy del Tottenham?
"Non c'è un manager al mondo che non ami giocare con i giovani e aiutare i giovani a svilupparsi e crescere. Il problema è che alcuni club li hanno, altri no. Sono stato fortunato ad avere McTominay, Varane e Balotelli da giovani. Sono stato fortunato ad avere giovani talenti nella maggioranza dei club in cui sono stato. Se il Tottenham ha una grande tradizione da questo punto di vista, è sicuramente qualcosa di positivo".

Il suo approdo si può considerare il primo passo per un nuovo piano per arrivare al successo da parte del club?
"Se vinceremo titoli, non sarà per merito mio ma per il lavoro che faremo dentro il club. Questo è un gruppo, questa è una visione. Lo stadio è sicuramente parte di tutto questo, l'academy anche, il campo di allenamento pure. Tenere tutti i migliori giocatori e rifiutarsi di lasciarli partire è parte di questa visione, allo stesso modo. Magari prendere un tecnico con la mia esperienza è altrettanto parte di questo progetto. Vincere sarà una naturale conseguenza di questo piano".

Sta già pensando a qualche acquisto da fare a Natale?
"Sì, i regali per le persone che amo, non nuovi giocatori. Questo è il mio unico pensiero".

16.55 - Si conclude qui la diretta scritta della conferenza stampa di Josè Mourinho, nuovo tecnico del Tottenham.

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