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LIVE TMW - Hellas, Juric: "Setti? Quando succedono queste cose in famiglia bisogna essere uniti"

di Luca Chiarini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

11.15 - Vigilia di campionato per l'Hellas Verona, che domani affronterà il Bologna nel monday night del trentasettesimo turno di Serie A. In vista del match del Bentegodi, Ivan Juric risponderà alle domande dei giornalisti direttamente dalla sede del club. L'inizio della conferenza è previsto per le 11.30: vi proponiamo di seguito, con una diretta scritta, tutte le sue dichiarazioni.

11.37 - Inizia la conferenza stampa.

La partita ha tanti significati: c'è un decimo posto da conservare, è l'ultima partita della stagione al Bentegodi... come vi presentate all'appuntamento?
"Penso carichi. Veniamo da un periodo brutto di risultati, ma c'è anche il fatto che negli ultimi giorni ero rincoglionito per varie cose, poi mi sono alzato e mi son detto 'ci giochiamo il decimo posto col Bologna, che ha investito tanto, con il miglior d.s. d'Italia'. È un traguardo favoloso, il succo della storia è che lo scorso anno arrivammo noni e che quest'anno ci giochiamo il decimo posto. I ragazzi la devono sentire come una cosa importante. La partita si prepara da sola, per i ragazzi non c'è altra motivazione: solo giocarcela è tanta roba".

Come ha alleggerito la squadra negli ultimi giorni? È riuscito a sentire Setti?
"Io ho dei dati: la mia sensazione istintiva è che in queste partite ci fosse mancata fame. La statistica però ci dice che nelle ultime sei partite abbiamo fatto undici tiri contro gli otto degli avversari, possesso palla cinquantacinque contro quarantacinque. Con tutti questi calcoli nelle ultime sei partite avremmo dovuto fare dodici punti, dal punto di vista statistico. Perché non abbiamo vinto? Concediamo poco, ma in questo momento prendiamo gol. In questo momento ci manca capacità di tiro, di dribbling, di andare a segnare su piazzato. Condivido però con voi la sensazione che manchi un po' di fame. Quello che ha fatto il Bologna negli ultimi anni è magnifico: hanno messo giocatori favolosi, esperti e bravi. Giocano bene, e comunque l'anno scorso sono finiti sotto, e anche quest'anno, se Dio vuole. Quello che è successo al presidente sicuramente non è gradevole, è una cosa che ti tocca, ma quando succedono cose brutte in famiglia bisogna essere molto uniti".

Questo girone di ritorno è un campanello d'allarme?
"Io analizzo, e dico: ci manca il tiro, il dribbling, i difensori che vadano con più cattiveria dentro. Queste sono le valutazioni: quando uno comincia a fare la squadra deve pensare a questo. Le prestazioni, a parte qualche caso, sono state di altissimo livello. Ma se anche con queste prestazioni non fai niente è un campanello d'allarme enorme. Che fa sicuramente pensare".

Si aspettava di più dai centravanti?
"Non solo da loro, da tutti. Dai centrocampisti qualcosina in più in certe cose, dai difensori, perché nei piazzati abbiamo fatto poco. Ciò significa che ti manca un po' di cattiveria, un po' di voglia di andare a fare gol. Sicuramente c'è da pensare su questo".

L'anno scorso la mentalità che era riuscito a inculcare sembrava più profonda. È un po' preoccupato sotto questo profilo?
"Ho capito bene la domanda. Ci sono stati giocatori che hanno dato e altri che non hanno dato, e non mi era mai successo. Ricordo Crotone, o l'anno scorso: buttavo il pallone e andavano tutti a mille. A Crotone i giocatori mi dicevano 'mister, non ti preoccupare, ne facciamo tre'. Anche l'anno scorso avevo questa sensazione: una cosa molto forte, io mi sedevo e questi partivano. Quest'anno ho avuto tanti problemi: quando dico che è stato il più difficile è perché ho percepito sempre questa cosa, abbiamo dovuto fare un lavoro psicologico enorme, cercando di non reagire quando una volta li seppellivo. Ma non abbiamo costruito una cosa così forte quest'anno: noi abbiamo perso uomini, tosti. Una parte del gruppo ci ha dato, un'altra no, un'altra ha problemi di altro tipo. Bisogna pensarci bene quando cambi quindici giocatori: non è sempre calcio champagne, trovi mille difficoltà. Questo per me è l'anno in cui sono stato più bravo, per il futuro dovremo stare molto più attenti. L'ottanta percento si fa ad agosto".

È il momento più difficile da quando è a Verona.
"Io penso che qui si sia volato in modo vergognoso, senza un giudizio sereno sui giocatori che abbiamo preso, senza considerare da dove venissero. Si pensava fosse tutto facile, ma non è così. Questo periodo mi brucia, anche se le statistiche mi confortano, ma per l'ambiente... vedete le altre squadre, come lavorano, chi hanno comprato. Il lavoro è tutta un'altra cosa: lavoro, programmazione, scouting. Noi abbiamo fatto un risultato fuori dal normale, fuori da ogni logica. Adesso sono tutti un po' scioccati: andate a vedere bene la squadra, ma bene, valutazioni profonde. Poi quando non vinci le partite così è responsabilità anche dell'allenatore, che si fa delle domande. In questo periodo bisogna valutare bene le cose, non sparare. Qui si è creato un giro: l'allenatore è un mago, andiamo in Europa, ma non è così. Analizzate il Bologna, guardate cos'hanno fatto negli ultimi due anni e mezzo e paragonateli a noi".

Lovato come sta? E Kalinic?
"Kalinic gioca benissimo, l'altro giorno è stato il migliore. Non ha segnato, ma sta facendo un bel lavoro, fa giocare gli altri. Lovato è una scelta tecnica, è molto semplice: ci vuole un altro punto di vista per creare giocatori. Ho sempre detto che Kumbulla è un fenomeno, capita ogni vent'anni, tutto il resto è sacrificio, alti e bassi, per creare qualcosa. Lovato è un grande prospetto, deve lavorare bene e crescere bene per diventare forte. Dopo due partite in Serie A dire subito certe cose non è giusto e veritiero. Ma per me diventerà forte".

Kalinic sarà titolare?
"Ieri abbiamo fatto recupero, non giocava da tempo e voglio vedere come sta. È uno dei pochi che non mi sono dispiaciuti a Crotone".

Farà molti cambi rispetto a Crotone?
"La preparerò come fosse una finale di Champions, per me e la società lo è: arrivare nella metà sinistra della classifica è un prestigio. Andrò un po' a intuizione, cercando di capire chi sta meglio. Volevo dare l'altro giorno un'occasione a Ruegg, ma cercherò di schierare la squadra migliore possibile".

Come sta Vieira? Lo rivedremo in campo? E Veloso?
"Veloso si è allenato, secondo me posso utilizzarlo. Vieira no, invece".

In queste ultime gare, siete stati un po' carenti sotto il profilo dell'intensità?
"Sono sensazioni: io ho la tua stessa sensazione. Una volta parlavo con Gasp proprio di queste situazioni: lui mi disse 'in questa partita Masiello ci salva la palla sulla linea, non è un caso'. Io gli risposi: 'Cosa significa?', e lui: 'non lo so'". Sono cose che in certe situazioni devono succedere. Io normalmente ho un periodo di introduzione al lavoro, di difficoltà dei giocatori ad accettare questo tipo di lavoro, e dopo un po' volano. A Crotone è andata così, l'anno scorso lo stesso. Quest'anno non è andata così: una parte del gruppo va, un'altra, composta da tanti nuovi giocatori, ha capito, e poi c'è un gruppo vasto che non va, non ci siamo. Se ne manca uno va bene, se ne mancano cinque o sei è un'altra cosa. E questa cosa si è accentuata dopo la salvezza, portandoci a fare anche belle prestazioni, ma questo non è l'Hellas che vogliamo. La storia del Verona è concretezza, sofferenza, queste cose qua. Non la bellezza fine a sé stessa. Poi alla fine rimane sempre la partita di domani, il decimo posto, grande successo: speriamo che accada".

12.04 - Finisce la conferenza stampa.

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