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Le grandi trattative della Fiorentina - 1993, i tre step per prendere Toldo dal Milan

di Dimitri Conti
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© foto di Federico De Luca

Il pantheon della Fiorentina ospita una grande collezione di portieri che hanno difeso la porta della squadra viola. Estremi difensori illustri, che hanno vestito oltre a quella gigliata anche la casacca della Nazionale iscrivendo il proprio nome nell'elenco dei migliori del mestiere. Tra questi c'è sicuramente Francesco Toldo, portiere simbolo della Viola anni Novanta, quella di Batistuta e Rui Costa per intendersi. Nell'immaginario calcistico comune anche qualcosa di più, visto che è stato protagonista di una pagina epica dell'Italia, la vittoria contro l'Italia a Euro 2000 ai rigori, ma per il tifoso medio della Fiorentina, è stato una colonna, uno dei migliori portieri mai visti al Franchi.

Il suo arrivo nel capoluogo fiorentino non è legato a chissà quale stellare affare, anzi: cresciuto nelle giovanili del Milan, al momento in cui la società viola ci mise gli occhi addosso, non sembrava riuscire a giocarsi le proprie possibilità in rossonero, ritrovandosi per i primi anni di carriera coinvolto in prestiti verso la provincia. Con zero presenze per il Diavolo, ecco arrivare la chiamata da Firenze. La curiosità della trattativa è che inizialmente il cartellino del giovane Toldo è stato inserito nella trattativa per portare Laudrup al Milan, ma sotto la forma di un semplice prestito. Si ritrova titolare sin da subito, ripagando immediatamente la fiducia in lui, e a fine stagione la Fiorentina sente la necessità di mettere un altro tassello.

Si muovono direttamente i presidenti. Cecchi Gori e Berlusconi dopo alcuni colloqui convergono sulla formula: dal prestito si passa alla comproprietà, un'istituzione economica che è ormai un dinosauro del nostro calcio. La Fiorentina versa 4 miliardi di lire nelle casse del Milan, e si assicura metà del cartellino di Toldo per i successivi due anni. Ma non ci sarà da attendere il 1996: già nel '95 infatti vengono pagati gli ulteriori 4 miliardi rimanenti al Diavolo, così che possa essere tutto viola. Solo viola.

In tutto per lui otto anni che lasceranno il segno, in cui la squadra riuscirà a vincere due Coppe Italia ed una Supercoppa, legando i giocatori in maniera indissolubile alla sua gente. L'addio, sofferto, avverrà nel 2001, a causa delle ben note difficoltà finanziarie del club. Dopo il suo iniziale rifiuto al Parma, neanche i 55 miliardi pagati dall'Inter (è ancora oggi il portiere più costoso nella storia dei nerazzurri, ndr) per averlo basteranno a salvare Cecchi Gori e la sua Fiorentina dal crack e dal fallimento.

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