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Le grandi trattative del Parma - 1994, il ritorno di Mussi, soffiato alla Juventus dopo il mondiale

di Niccolò Pasta
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© foto di Federico De Luca

Estate ’94. Nel pieno del mondiale americano in Italia impazza il calciomercato. La stagione del Parma di Nevio Scala è stata buona, ma non ha soddisfatto appieno le aspettative della società. I ducali hanno sì vinto la Supercoppa UEFA contro il Milan, ma in campionato è arrivato “solo” un deludente quinto posto, mentre in Coppa delle Coppe il sogno dei ragazzi di Scala si è spento in finale, sconfitti dall’Arsenal. Il reparto che ha più bisogno di un restauro è quello della difesa, e sin dai primi giorni della sessione la società si mobilita per rinvigorire la retroguardia. Arriva il portoghese Couto, arriva il centrocampista Dino Baggio, il vero colpaccio della sessione, e ritorna a Parma Roberto Mussi, dopo che Arrigo Sacchi lo aveva lanciato ai tempi della Serie B.

Mussi in quei giorni è impegnato nel mondiale americano, dove esordisce nello storico 1-2 contro la Nigeria, la partita dell’espulsione di Gianfranco Zola. Dopo l’ennesima buona stagione a Torino, dove un paio di anni prima aveva sfiorato la Coppa UEFA, sconfitto solo nella doppia finale contro l’Ajax, Roberto Mussi è un difensore molto affidabile che fa gola a molte squadre. Si dice sia promesso sposo della Juventus, che lo acquisterà per sostituire l’infortunato Fortunato. Bettega e la dirigenza granata sono d’accordo: trattativa rapida, proprio come quella che aveva portato Fusi in bianconero. Ma qualcosa non va a buon fine, e la Juventus abbandona Mussi. Si rifà sotto allora il Parma con il presidente Giorgio Pedraneschi e Nevio Scala che vedono in lui un ottimo profilo per la squadra. Come detto Mussi era già stato al Parma, per tre stagioni fra l’84 e l’87, prima che Sacchi se lo portasse al Milan e gli facesse vincere uno scudetto e una Coppa Campioni, seppur da comprimario. Mussi è deciso, e prima della semifinale contro la Bulgaria regala il suo “sì” ai ducali.

In campo anche nella finale di Pasadena, Mussi torna in Italia con il morale sotto i tacchi, come tutti i suoi compagni. Perdere un mondiale fa malissimo, perderlo così, ai rigori, non è davvero giusto. Ma non c’è nemmeno tempo per rammaricarsi, perché dopo qualche giorno di vacanza si ricomincia con la stagione e con il ritiro estivo. Mussi viene presentato insieme a Couto, “Due elementi - dice Pedraneschi - che dovrebbero contribuire a renderci un po' più cattivi”. Non è dello stesso avviso Scala, che vola più basso: “I risultati, il gioco e gli investimenti della società ci obbligano ad un ruolo da protagonisti. Lo scudetto? So che è l' obiettivo della Parmalat. In cinque anni siamo passati dalla serie B all' Europa, poi abbiamo consolidato questa posizione. Ora c' è da tentare il grande colpo, ma nel calcio per vincere bisogna avere pazienza”. Con il Parma Mussi vincerà due Coppe UEFA e una Coppa Italia, ma non quel maledetto scudetto. Chiude la sua parentesi a Parma proprio nel ’99, con 277 presenze e due reti. Medita il ritiro, che avviene in quell’estate finché, nel 2009, tornerà a vestire la maglia della Massese per un’ultima e simbolica stagione.

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