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Lazio, Parolo costretto agli straordinari col Torino. E a Inzaghi preoccupa la condizione fisica

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall'inviato a Roma
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Non aveva mai giocato in questa stagione due partite di campionato di fila da titolare. Mai prima d'ora, perché Marco Parolo è costretto agli straordinari viste le indisponibilità di Leiva (ha ancora fastidi al ginocchio operato lo scorso 4 aprile) e di Cataldi (che è tra i convocati, ma "non è in grado di giocare", per usare l'espressione del tecnico ieri in conferenza). Oggi contro il Torino ci sarà lui davanti la difesa a dare equilibrio alla squadra biancoceleste, coprendo le spalle di Luis Alberto e Milinkovic, i due legittimati a fare la differenza dalla trequarti in avanti. "La mia stagione è stata diversa dagli altri anni, perché non ero più un titolare. Ho dovuto riformattare il cervello e la modalità di prepararmi alle partite e capire che a una certa età puoi essere utile anche in altre cose. All’inizio ho fatto fatica, con il tempo poi ho trovato la mia dimensione e mi sono sentito importante per la squadra", ha raccontato durante la quarantena Parolo, uomo squadra e fedelissimo di Inzaghi, che ha rinnovato il contratto per un altro anno (fino al 2021). A lui si affida il tecnico, preoccupato dalla condizione fisica della sua Lazio. "Il calendario con noi è stato maligno in queste prime tre partite, ma vale anche per altre squadre. Abbiamo dimostrato di avere grande spirito di sacrificio e ora spero di ritrovare qualche elemento per le rotazioni", ha spiegato alla vigilia. E anche oggi dovrà rinunciare a cinque elementi, che saranno out anche sabato contro il Milan: Leiva, Luiz Felipe, Lulic, Adekanye e Raul Moro.

A livello mentale, invece, la squadra sta bene. La rimonta contro la Fiorentina ha dato nuova linfa alla Lazio, che sogna di riprendere la corsa verso la Juventus. Anche perché, dopo lo scorso turno di campionato, se si guarda indietro vede la Roma quinta in classifica che dista 17 punti. Un distanza che permette ai biancocelesti di giocare in tranquillità, con la consapevolezza che il primo vero grande obiettivo della stagione - la Champions - è (quasi) raggiunto. "Il primo scudetto", per ammissione di Inzaghi.

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