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Lapo De Carlo su Linterista.it: "Montagne russe"

di Redazione TMW
Fonte: LINTERISTA.IT
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Da quando è ripartita la stagione in questo 2023 l’Inter ha cappottato le percezioni, portandole dal parossismo della speranza all’umore più cupo. In soli sei giorni si è passati dall’entusiasmo per la prestazione e il risultato di Inter-Napoli allo psico dramma per Monza e Parma.
Il motivo è legato ad aspetti che hanno condizionato fortemente il giudizio dell’ambiente, partendo dalle basi di partenza con le quali il club si è affacciato a questa nuova stagione. Dal Barcellona in avanti l’Inter aveva illuso di essersi ripresa e la rimonta ha testimoniato il riequilibrio dell’ambiente ma lo stop con la Juventus, con quel secondo tempo demoralizzante, ha riacceso lo sconforto.

Di nuovo, il passaggio agli ottavi, il successo con Atalanta e soprattutto Napoli, hanno ridato un bagliore alla stagione. Monza ha invece nuovamente affossato la pretesa di uno scudetto e la gara interna col Parma ha confermato che la rosa non è all’altezza di un compito tanto ambizioso.
Eppure, ancora una volta, si cercano i colpevoli invece delle ragioni che stanno portando la squadra ad essere tanto inaffidabile.
Se partiamo dal presupposto tecnico è evidente che la miglior difesa degli ultimi anni non c’è più. Gli uomini sono gli stessi ma le prestazioni e il modo di stare in campo di tutto il collettivo è palesemente deficitario.

I 24 gol presi non hanno un denominatore comune, se non quello della disattenzione.
Prima veniva data la colpa ad Handanovic ma nonostante il buon impatto di Onana la faccenda si è rivelata molto più complicata. In trasferta l’Inter ha sempre rischiato di uscire battuta o con un solo punto, fin dalla prima giornata. Col Lecce ha vinto allo scadere, con la Lazio e l’Udinese ha perso, con il Sassuolo ha vinto dopo essere stata raggiunta, con la Fiorentina ha dovuto vincere tre volte e l’ha spuntata ben oltre il 90°, dopo aver preso 3 gol, con la Juventus ha perso (male), con l’Atalanta dopo il 3-1 è riuscita a prendere un gol, nonostante fosse in apparente controllo, con il Monza nel secondo tempo la squadra non si è presentata e ha preso il gol del pareggio a tempo scaduto. Sono dati inequivocabili che riflettono un lavoro insufficiente di Inzaghi e del suo staff ma che riguardano anche e soprattutto un clima surreale intorno.

La trattativa interminabile e senza armi per il rinnovo di Skriniar, che non sembra stia terminando bene, la volontà nemmeno nascosta di cedere Dumfries e il relativo rendimento desolante dell’olandese, incapace di saltare l’uomo persino col Parma, incidono nella testa del gruppo. A proposito di testa le prestazioni di Correa, al quale è stata data ogni tipo di opportunità, fanno impressione per l’assoluto distacco del giocatore da ogni partita. Vaga per il campo ma non pressa, non si propone, si limita a dei passi di danza e nemmeno tenta delle iniziative. E’ un giocatore in meno in rosa ma la società non ha i mezzi economici per poter prendere qualunque rischio. Bastoni sta giocando sotto tono ma non si capisce il vero motivo.
Il gruppo squadra è prevalentemente composto da giocatori che sono arrivati nell’era Conte e si fa fatica a tenerli, se è vero che basta un’offerta sui 50 milioni per mandare in tilt le certezze di permanenza di chiunque. Inzaghi non può essere così deludente, semplicemente perchè è un buon allenatore ma non un grande. La critica verso di lui è legittima ma esasperata, anche a causa della sua comunicativa mediocre.
Da noi sono stati massacrati tutti e trasformati in incapaci indegni di qualunque panchina ma l’Inter conferma di essere un club che non sa vincere qualcosa di importante se non attraverso il grande tecnico. E’ evidente che questa ristretta categoria costa tantissimo e con il proprio staff fanno un lavoro che migliora anche la società. Gli allenatori come Inzaghi invece vanno supportati da un lavoro societario diverso e non è detto che basti.
Se non hai soldi per un grande tecnico e grandi giocatori, con un presidente che non mette capitali da tre anni e un debito che obbliga a volare bassi, qualunque squadra ha dei problemi se si propone di vincere.

In ultimo la questione Lukaku. Ci si è concentrati su un presunto rendimento deludente dell’attaccante belga ma è una formulazione di giudizio falsa. Si può dire che Lukaku ha avuto il suo peggior infortunio, con ricadute, della sua carriera e sostenere per questo che non valga la pena rischiare di investire su di lui la prossima stagione, ma dire che il suo rendimento merita un ultimatum, perché è stato fuori partita nei 30 minuti col Monza non ha davvero senso e non è razionale. Sapevamo tutti che avrebbe avuto bisogno di quattro o cinque partite consecutive per rivederlo ai suoi livelli e invece si è proceduto alla demolizione e ridimensionamento dell’attaccante. La discriminante è casomai legata ai suoi infortuni, non al rendimento, perché ha giocato cinque partite e nemmeno intere quest’anno.
La vicenda del fischio è infine desolante per due motivi. Un pessimo arbitraggio è capitato anche al Milan e alla Juventus e questo ha deciso la sfida di Monza, allo stesso modo in cui l’ha determinata la pessima prestazione nel secondo tempo. Non è però scritto da nessuna parte che per vincere si debba giocare sempre bene, come dimostra la Juventus, inoltre il trattamento dei giornali nei confronti di questa vicenda e ricordando la gestione mediatica nei casi di Milan-Spezia e Juventus-Salernitana è stata platealmente sproporzionata.

Amala

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Sabato 4 Maggio 2024
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