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L'Inter mette la sesta: tutto (troppo) facile con la Salernitana. 4-0 a San Siro, ora l'Atletico

di Ivan Cardia
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Inter batte Salernitana 4-0: a segno Thuram, Lautaro, Dumfries e Arnautovic.

Più che una partita di calcio, è sembrata una serata di svago giocata alla tedesca, a una porta sola. Il 4-0 finale sta persino stretto ai padroni di casa. L'Inter prende la palla dal primo minuto e non la lascia se non all'ultimo, quando arriva il poker di Arnautovic. Alla Salernitana non riescono neanche i sussulti d'orgoglio di chi dovrebbe puntare almeno su quello per puntare a salvarsi. I nerazzurri - oggi in tenuta arancione - di Simone Inzaghi dominano l'ultima in classifica, mentre la prima uscita di Fabio Liverani (subentrato a Pippo) è un incubo. La capolista allunga a più dieci, a parità di partite giocate, sulla Juventus che di sbagliare non può neanche permetterselo, perché l'Inter gioca il suo calcio divino anche quando potrebbe limitarsi a passeggiare e porta a casa la sesta vittoria consecutiva in questa Serie A. Tutto troppo facile per la prima della classe, tanto che già all'ora di gioco il tecnico piacentino inizia a pensare all'Atlético Madrid, he sarà di scena qui al Meazza, sostituendo la ThuLa e, udite udite, persino Mkhitaryan. Di fronte allo stradominio di una squadra che sta pian piano ammazzando il campionato con una superiorità alle volte, per esempio, stasera, il nulla assoluto. La Salernitana non aveva una grandissima squadra già ai nastri di partenza, ma la sensazione è che nel mercato di gennaio sia riuscita a peggiorare e ad abbassare le proprie chance di salvezza. Qualcuno l'ha già definito il miglior spot per una Serie A a 18 squadre: stasera si sarebbe tentati di scendere persino a 16, ma forse non fa testo.

Una sola squadra in campo: 3-0 all'intervallo. Il primo tempo è un assolo interista, dal primo all'ultimo minuto. Al quindicesimo si potrebbe già essere sul tre a zero: Ochoa dice no a Bastoni e poi Thuram sbatte sul palo, ancora il messicano su Barella e qualche protesta per un contatto tra il francese e Boateng. Il risultato resta miracolosamente a occhiali, ma ci pensa Thuram a stappare la serata: Carlos Augusto sfonda a sinistra e crossa, Tikus sigla il gol numero dieci del suo campionato. Lautaro si sente chiamato in causa: il Toro ringrazia la difesa granata che, schierata, se lo dimentica su rimessa laterale, e infila ancora Ochoa. 125 esultanze in nerazzurro - oggi arancione - e superato Icardi. Boateng alza bandiera bianca, dentro Maggiore da centrale difensivo. L'assedio continua, a cinque dall'intervallo pure Ochoa tradisce lasciando a Dumfries un innocuo suggerimento di Barella. Gol facile dell'olandese.

Arnautovic chiude. Il monologo prosegue anche nella ripresa, che inizia senza cambi. L'Inter continua a tenere gelosamente la palla e farla circolare a proprio piacimento, Barella tenta ancora l'iscrizione sul tabellino dei marcatori ma Ochoa a lui dice sempre di no. Al sessantesimo Inzaghi inizia a pensare all'Atletico Madrid: fuori la ThuLa e Mkhitaryan, dentro Arnautovic-Sanchez più Klaassen. In progresso di tempo saluterà anche Calhanoglu per fare spazio ad Asllani, non prima di aver messo sulla testa di De Vrij la palla del poker: Ochoa sventa. La notizia del secondo tempo è l'ingresso di Buchanan: un mese e mezzo dopo il suo arrivo in Italia, l'esterno canadese fa il suo esordio con l'Inter. Alla fine c'è gloria anche per Arnautovic: prima segna su assist di Barella ma lo fa partendo da posizione irregolare, poi replica al novantesimo su cross da destra di Dumfries.

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Venerdì 18 Ottobre 2024
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