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L’Inter in prestito - Joao Mario chiede il riscatto al Lokomotiv. Sarà plusvalenza

di Alessandro Rimi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Uno dei tanti sbagli di Michael Bolingbroke, scelto da Erick Thohir e durato molto poco con Suning, è Joao Mario. Intendiamoci, a quel tempo il dirigente inglese prende il portoghese dallo Sporting Lisbona appena dopo aver vinto da protagonista l’Europeo di Francia nell’estate del 2016. Largo a sinistra con una particolare tendenza a svariare sulla trequarti, il dieci della Seleção iberica risulta al termine del torneo il giocatore della sua nazionale a mandare piú volte al tiro un compagno di squadra. L’assist per la rete di CR7 contro l’Ungheria gira ancora forte nel web. In ogni caso, d’accordo l’età (23 anni), ma sborsare 40 milioni più 5 di bonus per un calciatore ancora tutto da scoprire risulta azzardato. Col senno di poi, ripensando pure allo stipendio di 3 milioni netti, un’autentica pazzia avallata dall’agente-consulente Kia Joorabchian. Al primo anno a San Siro segna 3 gol e 5 assist, ma commette errori che il popolo interista definisce quantomeno irritanti. Dice, va beh, è il primo e ci può stare. Arriva Spalletti che al portoghese non ha quasi mai dato fiducia. Risultato: niente gol, ma assist confermati (5). Per l’Inter è troppo poco, perciò a gennaio lo spedisce in prestito al West Ham con riscatto libero. Che vuol dire: se in estate ci date 30 milioni (valore a bilancio) va bene, altrimenti non se ne fa nulla. Gli inglesi ci pensano, ma la cifra è elevata e perciò il ragazzo torna da Luciano.

Nessuno è contento: società, procuratore, allenatore, giocatore, tifosi e perfino la stragrande maggioranza dei compagni. Joao finisce ai margini nella stagione della riconferma interista. Ciò nonostante, dopo il nulla cosmico durato fino a fine ottobre, agevolato da diversi infortuni altrui, strappa dodici presenze da titolare. Segna 1 gol, fornisce 1 assist, ma in un 5-0 facile al Meazza contro il Genoa. Poi, il vuoto. L’Inter ottiene un posto nella grande Europa sudando freddo. Questa volta è rivoluzione. Nuova sede, nuovo allenatore (Conte), nuovo staff, nuovo claim "Not For Everyone)". Di sicuro non per Joao Mario che prova a convincere Antonio che non lo guarda neppure. L’ex Sporting allora accetta di andare, purché si tratti di un club da Champions e - va da sé - fortemente interessato a lui. Passano le settimane, i mesi, la pazienza. Poi, a fine agosto, quando non ci crede più nessuno, arriva il Lokomotiv Mosca che sul piatto mette un prestito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni. Si può fare. Il ragazzo va. A bilancio pesa 9 milioni circa. In Russia, piccola frattura a un dito del piede sinistro (salta cinque match, due di Champions), è un leader. Dice, Joao: “Preferirei rimanere qui. Spero che il club russo possa riscattarmi”. E lo farà. In estate, forse prima, in Viale della Liberazione arriverà un bonifico da Mosca che tradotto significa plusvalenza e tutti felici. Ma quanta fatica.

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Domenica 5 Maggio 2024
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